Lupi: «Il contratto? È un cesto dove ognuno ha buttato dentro i suoi incubi»

18 Mag 2018 17:20 - di Elsa Corsini

«Più che un contratto sembra un cesto in cui ognuno ha buttato dentro i suoi sogni, che per molti italiani corrispondono a incubi». Parola di Maurizio Lupi, ex forzista oggi coordinatore di Noi con l’Italia. «Dopo anni di denuncia della partitocrazia – dice nel giorno del grande abbraccio grillo-leghista – scopriamo che i famigerati caminetti oggi si chiamano comitato di conciliazione al quale, tra l’altro, viene assegnato un incomprensibile potere di decisione sulle grandi opere pubbliche. L’Italia ha bisogno di meno statalismo e più sussidiarietà e ora invece avremo a che fare con una banca pubblica sotto il diretto controllo del ministero dell’Economia e di quello dello Sviluppo».

Lupi: più che un contratto è un cesto di incubi

«Sul lavoro – ricorda ancora l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – da una parte si reintroducono i voucher (bene) e dall’altra il reddito di cittadinanza che è sostanzialmente un finanziamento della disoccupazione. Per la famiglia si promettono generici aiuti ma del vero strumento necessario, quello sul piano fiscale attraverso l’introduzione del fattore famiglia, non c’è traccia. Nel capitolo sulla scuola, dove si parla genericamente di qualità, si evita di dire che merito e qualità sono il frutto di un sistema scolastico libero nel quale sia garantita effettiva parità e autonomia delle scuole. Invece si vede molta preoccupazione per il “legame tra docenti e territorio”, un modo raffinato per lisciare il pelo agli insegnanti che vogliono il posto di fianco a casa. Preoccupa anche la critica all’alternanza scuola-lavoro. Più che una preoccupazione educativa che metta al centro i ragazzi, il capitolo sulla scuola tradisce un linguaggio sindacalese-occupazionale che voglia ingraziarsi i docenti». Un’ultima contraddizione da segnalare – conclude Lupi – non manca l’appello all’ambiente con il conseguente proposito di passare da diesel e benzina all’elettrico. È esattamente quello che succederebbe se si realizzasse la Tav Torino-Lione, che nell’arco di dieci anni toglierebbe 1.300.000 Tir, e i loro scarichi diesel, dai valichi del Frejus, del Bianco e di Ventimiglia. Ma i Cinquestelle con l’ambiente, gli scarichi e i rifiuti hanno un rapporto strano, sognano ancora che l’inceneritore di Parma non entri in funzione».

Commenti

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  • Andrea 18 Maggio 2018

    Aveva proprio ragione Giulio Andreotti quando diceva che il potere logora chi non ce l’ha.Sono rimasto meravigliato e felice quando ho saputo che la maggior parte dei suoi compagni di partito sono stati trombati.Peccato che il signor Lupi se la sia cavata per il rotto della cuffia, questo si che può essere considerato a pieno titolo un vero incubo.

  • Laura Prosperini 18 Maggio 2018

    è risorto anche Lupi???
    e lo stiamo anche a sentire???
    dopo lo scandalo del figlio e dei CL ha ancora il coraggio di parlare (per i suoi nuovi o meglio vecchi referenti, le banche d’affari e gli affaristi in genere).
    Non ci sono parole…