Conte “apre” a FdI. Nei Cinquestelle c’è ancora chi fa “resistenza”

6 Giu 2018 12:05 - di Luciana Delli Colli

«Siamo disponibili a valutare in corso d’opera l’apporto di gruppi parlamentari che vorranno condividere il nostro cammino e aderire al contratto di governo». La frase è stata pronunciata dal premier Giuseppe Conte in conclusione del suo discorso per la fiducia al Senato. E in molti l’hanno letta come un’apertura a Fratelli d’Italia. Un passaggio che garantirebbe al governo numeri più solidi e quindi maggiore serenità, ma che politicamente sposterebbe l’asse verso il centrodestra. Dunque, che pone problemi all’interno del M5s.

Non caso dalle file pentastellate c’è chi ha fatto giungere un nuovo stop. Un altro veto grillino, dopo quello che – nelle fasi concitate dell’incarico provvisorio assegnato a Carlo Cottarelli – ha rispedito al mittente la disponibilità di Giorgia Meloni a farsi carico di parte delle responsabilità di governo pur di evitare che l’Italia venisse nuovamente governata da un esecutivo che non rappresentava in alcun modo la volontà popolare. «Io mi sento di escluderlo», ha tagliato corto la parlamentare grillina Laura Castelli, intervenendo nel corso della trasmissione di Rai Tre Agorà sull’apertura fatta da Conte al Senato.

Dal canto suo FdI mantiene la barra sulla rotta già indicata. «Vedremo cosa succederà», ha commentato Ignazio La Russa a margine del voto sulla fiducia, che ha visto l’astensione del partito, così come ampiamente preannunciato. Una linea confermata anche in questa giornata di voto alla Camera: astensione e poi FdI valuterà volta per volta, provvedimento per provvedimento. Senza porre veti pregiudiziali. «Noi siamo dei patrioti, perché prima di tutto tifiamo per il nostro Paese», ha spiegato la parlamentare Daniela Santanché, chiarendo nuovamente i motivi dell’astensione sulla fiducia al governo Conte. Anche lei era ad Agorà. Castelli avrà capito cosa significano quelle parole?

 

 

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