Orietta Berti rimpiange le Feste dell’Unità: «Io, che votavo Berlinguer…»

24 Ago 2018 10:34 - di Liliana Giobbi

Un amarcord, finché la barca va ci sono i grillini ma solo per simpatia. La nostalgia è per il Pci (e – sotto sotto – anche per la Dc). A Minturno (Latina), in occasione della serata d’apertura della 14ma edizione del Musica Estate, riceverà il Premio Afi alla Carriera e per Orietta Berti è l’occasione per ripercorrere gli oltre 50 anni di un percorso musicale fortunato, iniziato nei primi anni ’60 e proseguito negli ultimi anni tra concerti e tanta televisione, soprattutto al fianco di Fabio Fazio, al cui “tavolo” su Rai1 tornerà a sedere di nuovo da fine settembre. «Di concerti ne faccio ancora molti. In questi giorni sarò prima a Porto Cervo e poi a Cosenza ma certo è tutto cambiato. Un tempo ero la stakanovista delle feste di partito, quando le Festa dell’Unità e quelle dell’Amicizia organizzata dalla Dc richiamavano centinaia di migliaia di persone. Un po’ mi mancano. Ora è più facile trovare 10.000 persone a una sagra della porchetta. Ma mi diverto molto anche quando mi invitano alle feste gay: da anni ormai sono un’icona gay», afferma con la consueta schiettezza Orietta Berti all’Adnkronos.

Negli ultimi mesi si è parlato di un suo avvicinamento al Movimento 5 Stelle ma la Berti chiarisce: »Ho detto solo che a me paiono persone oneste. Perché di questi tempi chi rinuncia a gran parte dell’indennità parlamentare per il bene comune merita un monumento. Ma non ho votato. Io non voto da tantissimi anni, perché sono sempre in viaggio per lavoro. L’ultima volta il mio voto lo diedi a Enrico Beringuer», rivela.

«Però – aggiunge – ho grande stima di Beppe Grillo. Mi piace il suo impegno e mi piacciono anche i suoi spettacoli. Ne abbiamo fatti diversi insieme tanti anni fa, alle terme di Montecatini e Chianciano: lui si esibiva nella prima parte della serata e poi io cantavo», racconta. «Erano altri tempi – sottolinea – ora il mondo della musica è tutto cambiato. I dischi non si vendono più e pure le case discografiche praticamente non esistono, si occupano quasi solo di distribuzione: io come tanti altri miei colleghi mi autoproduco dagli anni ’80». Per la Berti, oltre alla rivoluzione del mercato, pesa sulla musica di oggi «l’assenza di bravi autori: di voci belle ce ne sono tante anche oggi ma le canzoni sono in gran parte brutte o scopiazzate. Allora meglio fare un bel disco di cover come fanno gli americani!», dice. Anche per questo per la Berti «non ha più senso andare a Sanremo, non per chi come me non ha bisogno di pubblicità. Devi lavorare un anno per non vedere succedere niente. Ha senso per i giovani perché magari aumentano il numero delle serate live o arrivano ad un pubblico che non li conosce». Però il Festival continuano a proporglierlo: «L’ultima volta mi sottoposero il brano con cui Il Volo poi ha vinto il Festival: ma io dissi no grazie, qui ci vorrebbe un bel duetto di voci liriche. E infatti…». Quanto al Premio Afi, la Berti ammette: «Di solito non vado a ritirare i premi ma questa volta è quello dell’associazione dei Fonografici e mi fa piacere esserci».

Commenti

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  • amerigo 25 Agosto 2018

    Cara Orietta, la barca non va più di moda, oggi ci sono i barconi dei cosiddetti migranti che altro non sono se non clandestini che pagano fior di quattrini per essere mantenuti dagli Italiani, grazie agli starnazzamenti della Boldrini & Kompagni

  • rino 25 Agosto 2018

    Il mondo della cultura è stato un altro feudo concesso alla sinistra, che lo ha usato per influenzare le masse. Se non si era di sinistra non si faceva carriera e questo vale anche oggi: l’intellettuale deve essere di sinistra. Peccato che essere di sinistra oggi, dopo i danni che la sinistra ha fatto, significa avere poco intelletto.

  • Angela 25 Agosto 2018

    Mi spiace,che una signora della canzone italiana rimpianga le feste dell’unità,forse prima erano feste per il popolo,oggi se le fanno sono contro gli italiani a favore degli immigrati…almeno è quello che abbiamo assistito negli ultimi anni.

  • GIORGIO 25 Agosto 2018

    povera donna

  • Massimo Steffanoni 25 Agosto 2018

    E’ dura la vita Orietta, certo che con le feste dell’Unità era più facile fare cassetta

  • Marinella 25 Agosto 2018

    Signora mi fa tenerezza …

  • ADRIANO AGOSTINI 25 Agosto 2018

    Altri tempi… Questi di oggi non valgono un’unghia di Berlinguer. Comunque se ci fosse oggi ancora Berlinguer dovrebbe cambiare completamente le sue idee, abbandonare l’ideologia di sinistra (lavoratori, proletari, biechi imprenditori) perché oggi non serve più perché obsoleta, superata e inutile. Di questo purtroppo le persone di sinistra non si sono rese conto. In tutta Europa, in tutto il mondo oggi c’è la lotta alle grandi potenze economiche, alla globalizzazione, la (ri)nascita del sovranismo che tutti i popoli vogliono e sperano.

  • enrico 25 Agosto 2018

    A VOLTE LA DEMENZA…

  • Giuseppe Tolu 24 Agosto 2018

    Brava, adesso vota Antonio, ahahhaaha