Un anno fa gli attentati di Barcellona. La rivelazione: “Volevano colpire il Camp Nou”

4 Ago 2018 18:23 - di Redazione

C’era anche lo stadio del Camp Nou di Barcellona tra gli obiettivi presi in considerazione dai terroristi jihadisti che il 17 agosto di un anno fa colpirono la Catalogna, facendo 16 morti (tra loro tre italiani) e 133 feriti. Stando a quanto scrive El Pais, che cita fonti dell’inchiesta, il denominatore comune di questi obiettivi era quello di consentire agli attentatori di fare il maggior danno possibile. Ora emerge che in base alle indagini della polizia si è potuto ricostruire come prima degli attacchi a Las Ramblas e Cambrils i jihadisti abbiano passato in rassegna su Internet diversi bersagli, tra cui un’affollata discoteca della costa catalana, il Camp Nou, la Sagrada Famiglia e la sede de l’Audiencia Nacional a Madrid.

Tra gli obiettivi non solo Barcellona ma anche Madrid

La scelta di colpire Barcellona e Cambrils è stata successiva e causata dall’esplosione del covo di Alcanar, preso in affitto mesi prima dalla cellula terroristica per riunirsi e mettere a punto le bombe. All’alba del 17 agosto, la deflagrazione provocò la morte di due terroristi ed il ferimento di un terzo. Las Ramblas e Cambrils furono poi frutto di improvvisazione: secondo l’unico sopravvissuto all’esplosione di Alcanar, Mohamed Houli Chemlal, che si trovava nella veranda al momento della deflagrazione, l’idea in origine era quella di attentare a chiese e monumenti. E di colpirli quando nessuno si trovava all’interno, dichiarazione questa cui gli investigatori non credono.

Gli attentatori di Barcellona colpirono il 17 agosto 2017

Gli ordigni, ricostruisce El Pais, dovevano essere preparati nel covo dove operavano però persone per nulla esperte di esplosivi e che – è stato ricostruito – si affidavano a tutorial su Internet, secondo dati dell’inchiesta. Avevano accumulato oltre cento chilogrammi di esplosivo, tra questi anche alcuni composti estremamente sensibili alle variazioni di temperatura e agli impatti, oltre ad un centinaio di bombole di gas che – sottolineano le fonti – non si capisce a cosa dovessero servire visto che erano munite di dispositivi che ne avrebbero impedito l’esplosione anche in caso di impatto. A conferma del fatto che non avevano alcuna conoscenza in materia di sostanze esplodenti. Lo sconcerto dei jihadisti sopravvissuti all’esplosione – perché non si trovavano nel covo – fu enorme. A quel punto presero in affitto un camioncino alla cui guida si mise il 22enne marocchino Younes Abouyaaqoub, seminando – nel pomeriggio del 17 agosto – il terrore sulle Ramblas.

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