La guerra che nessuno racconta. Micalessin ospite ad Atreju 2018 (video)

15 Set 2018 13:39 - di Alessandra Danieli

Ospite d’eccezione ad Atreju 2018 (dal 21 al 23 settembre all’Isola Tiberina) il giornalista e inviato di guerra Gian Micalessin «con le sue testimonianze da brivido». È Giorgia Meloni ad annunciarlo dalla sua pagina Facebook con un video che ripercorre le immagini “dal fronte” del giornalista, collaboratore del Giornale, che nel 1983 dette vita, con Almerigo Grilz (ucciso in Mozambico mentre con una cinepresa documentava la battaglia fra i miliziani anticomunisti e i fedeli al governo in carica) e Fausto Biloslavo, all’agenzia giornalistica Albatross Press Agency.

Ad Atreju 2018 la guerra vista da Micalessin

Micalessin ha iniziato la sua professione di cronista di guerra seguendo i mujaheddin afghani in lotta con l’Armata Rossa sovietica. Da allora ha raccontato più di 40 conflitti dall’Afghanistan all’Iraq, alla Libia e alla Siria passando per le guerre della Ex Jugoslavia, del Sud Est asiatico, dell’Africa e dell’America centrale. Un passato da militante di destra nella sua tormentata Trieste al confine orientale, Micalessin presenterà al villaggio di Atreju (la kermesse di Fratelli d’Italia giunta alla 21esima edizione) le sue ultime fatiche editoriali: il volume di graphic journalism Sangue di Siria. L’assedio di Maaloula e la caccia ai cristiani (Signs Publishing) e Fratelli traditi. La tragedia dei cristiani in Siria. Cronaca di una persecuzione ignorata. «Un libro – spiega nel video– nel quale racconto come l’Italia, l’Europa e l’Occidente hanno tradito i propri fratelli cristiani vendendoli all’odio jihadista». Il tradimento inizia con la “miope” illusione della Primavera Araba, raccontata dai media come un insieme di rivolte democratiche e liberali. Dietro quelle sollevazioni – documenta Micalessin, autore di molti reportage bellici per il sito Gli Occhi della Guerra – si nasconde l’ascesa dei Fratelli Musulmani e delle altre forze islamiste a capo dell’insurrezione contro il regime di Bashar al-Assad. Così quell’insurrezione, appoggiata dall’America di Barack Obama e da gran parte delle nazioni europee, Italia compresa, si trasforma ben presto nel tentativo di consegnare il Paese al fondamentalismo.

 

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