Russia-Ucraina, Kiev: «Legge marziale». All’Onu riunione d’urgenza

26 Nov 2018 16:21 - di Sara Gentile

Tensione altissima tra Russia e Ucraina dopo la battaglia navale nel Mar Nero. Kiev denuncia che Mosca ha sequestrato tre navi della Marina ucraina nello stretto di Kerch, che segna l’accesso al Mar d’Azov. La Russia, dal canto suo, sostiene che le navi sono entrate illegalmente nelle sue acque. Si tratta di un’escalation senza precedenti, tanto che il Consiglio di sicurezza dell’Onu si riunirà d’emergenza su richiesta dei due Paesi.

Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha commentato l’accaduto, accusando l’Ucraina di usare “metodi pericolosi” nello stretto. «È avvenuta una violazione e sono stati usati dei metodi pericolosi. Questo poteva creare e ha creato una minaccia e dei rischi per il normale spostamento di navi in questo corridoio marittimo», ha detto Lavrov. Ma la Nato e l’Ue stanno con Kiev, tanto che il segretario generale Jens Stoltenberg, nella telefonata con il presidente ucraino Petro Poroshenko ha espresso «pieno sostegno all’integrità e alla sovranità territoriali dell’Ucraina, compresi i suoi diritti di navigazione totale nelle sue acque territoriali in base al diritto internazionale». «Condanno l’uso della forza da parte della Russia nel Mare d’Azov. Le autorità russe devono liberare i marinai e le navi ucraine e astenersi da ulteriori provocazioni», ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, spiegando di avere «discusso della situazione con il presidente Poroshenko» e che incontrerà i suoi rappresentanti. «L’Europa starà unita a sostegno dell’Ucraina», ha concluso Tusk.

Dopo l’incidente sono scoppiate delle proteste davanti all’ambasciata russa a Kiev: un’auto diplomatica è stata data alle fiamme. E il presidente ucraino Petro Poroshenko, accogliendo il parere del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale, ha chiesto al Parlamento di votare l’imposizione della legge marziale per 60 giorni, garantendo che questo “non costituisce una dichiarazione di guerra” e «non significa in alcun modo che l’Ucraina compierà azioni offensiva».

 

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