Tav, FdI attacca Toninelli: « È il miglior ministro possibile… per la Svizzera»

17 Nov 2018 16:13 - di Andrea Delmastro Delle Vedove

Riceviamo Andrea Delmastro delle Vedove. parlamentare di Fratelli d’Italia,  e volentieri pubblichiamo:

Una delegazione di Fratelli d’Italia ha incontrato gli operai impegnati nel cantiere di Chiomonte della Tav. Nel contesto della visita abbiamo regalato alcuni prodotti tipici locali, inviati direttamente dai produttori piemontesi, per segnalare quanto le nostre imprese attendano con ansia la realizzazione di un’opera infrastrutturale che inserisce l’Italia al centro dello scambio di merci di tutta Europa, che consentirebbe al made in Italy di crescere e che portarebbe alla nascita di migliaia di nuovi posti di lavoro. Abbiamo rappresentato l’angoscia, la rabbia e la frustrazione delle imprese italiane di fronte a governo trainato sui temi economici e infrastrutturali dal Movimento Cinque Stelle che, puntando sui sogni irenici della decrescita felice, mette in discussione la realizzazione dell’opera.
La “decrescita felice” esiste solo nelle sparate del commediante Grillo che, come tali, non possono diventare programma di governo dell’Italia, settima potenza industriale del mondo.
All’indomani della sottoscrizione dello scellerato contratto di governo con cui Lega Nord cedeva ai grillini l’economia e lo sviluppo in cambio della sicurezza e della immigrazione v’erano già segnali per temere. Il contratto di governo, a mero titolo esemplificativo, non ha un solo paragrafo destinato all’industria. Non è mai successo che un programma di governo non si interessasse di industria. Date queste mortali premesse non stupisce che oggi l’eroe dei due mondi della decrescita, Ministro Toninelli, abbia di fatto stoppato la Tav.
La Tav intercetta 40 milioni di tonnellate annue di merci per un valore di 70 miliardi e verrà in ogni caso realizzata. Si tratta solo di capire se l’Italia sarà al centro di questa opera infrastrutturale o se verrà tagliata fuori transitando per la Svizzera. Toninelli, in questo senso, è il miglior ministro che la Svizzera potesse avere per tutelare i suoi interessi nazionali: purtroppo Toninelli è ministro italiano!
L’Italia non può, però, arrendersi al declino e immaginare che il futuro sia quello del reddito di cittadinanza, vero e proprio metadone di Stato applicato alle politiche del lavoro.
L’Italia ha necessità di infrastrutture per tornare competere e per scommettere sulla occupazione, non sulla disoccupazione assistita, anche perché, banalmente, per ridistribuire la ricchezza qualcuno prima deve produrla. L’Italia, il Nord e il Piemonte non chiedono elemosina di stato, ma possibilità di competere.
Voglio lanciare un appello ai deputati leghisti affinché se proprio non riescono a sottrarsi al diabolico pactum sceleris con cui hanno appaltato ai talebani ambientalisti pentastellati le ragioni dello sviluppo e della produzione in cambio dell’appannaggio della sicurezza e della immigrazione, quantomeno sulla Tav emettano un timido vagito a favore di chi produce e crea ricchezza e occupazione. I deputati leghisti sanno, come il sottoscritto, che non è in discussione se fare o meno la Tav, ma, più semplicemente, se far transitare la Tav dall’Italia o se rimanere tagliati fuori dalla più grande linea di scambio merci di tutta l’Europa. Prima l’Italia significa prioritariamente difendere produzione nazionale e occupazione nazionale.
Se perdessimo il treno della Tav in Europa non saremmo i primi, neanche i secondi, ma gli ultimi.
Lega Nord, in campagna elettorale, ha mutuato da Fratelli d’Italia lo slogan “prima l’Italia”. Per noi non era solo uno slogan, ma una verità fatta di sostegno alle ragioni della produzione e della occupazione nazionale. Sarebbe paradossale che Lega Nord smentisse il primo vagito emesso da partito a vocazione nazionale e trasformasse lo slogano #primagliitaliani in una prassi di governo improntata a #ultimigliitaliani…..perché senza la Tav rischiamo davvero di essere ultimi in Europa.

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