Dopo le espulsioni, maggioranza risicata al Senato. FdI: «Da noi nessun soccorso»

2 Gen 2019 15:42 - di Michele Pezza

Nessun soccorso tricolore o, se si preferisce, “patriottico” al governo giallo-verde, i cui numeri al Senato cominciano a ballare pericolosamente sull’orlo della soglia minima necessaria a raggiungere la maggioranza per effetto delle espulsioni comminate dai probiviri dei Cinquestelle a Gregorio De Falco e Saverio De Bonis, ai cui nomi potrebbero presto aggiungersi quelli di Paola Nugnes ed Elena Fattori, entrambe sub judice. La precisazione arriva dal presidente dei senatori di FdI, Luca Ciriani, e si è resa necessaria per stroncare sul nascere qualsiasi ipotesi di appeasement tra il partito guidato da Giorgia Meloni e la maggioranza penta-leghista che sostiene il governo Conte.

I giornali: la Meloni pronta a puntellare il governo

Secondo la ricostruzione di alcuni giornali, infatti, il ricorso alla pratica delle espulsioni dei dissidenti da parte di Di Maio, dopo un’iniziale perplessità, sarebbe stata pienamente condivisa anche da Salvini. A far cambiare idea al leader leghista – sempre secondo i retroscenisti della carta stampata – sarebbe stato un sondaggio condotto personalmente presso la Meloni circa la possibilità di un soccorso di senatori di FdI in caso di necessità. E il riscontro sarebbe stato positivo.

Ma il capogruppo Ciriani smentisce: «FdI non farà da stampella»

Ma non è così: «Fin dalla nascita di questo governo, e in più occasioni lo ha ribadito la Meloni – puntualizza il capogruppo dei senatori di Fdi, Ciriani, che in una nota bolla come «fantasiose» le ricostruzioni dei giornali – Fratelli d’Italia è all’opposizione e non farà né da stampella né da ruota di scorta». Un’opposizione, ha tenuto a precisare Ciriani, «non pregiudiziale», ma finalizzata a sostenere le misure giudicate utili ai cittadini italiani. «Abbiamo sostenuto il governo quando ha presentato provvedimenti in tema di sicurezza e immigrazione – rivendica il presidente dei senatori di FdI -, mentre abbiamo votato contro la legge di Bilancio, completamente sbagliata e sbilanciata sulle politiche economiche del M5S. Un atteggiamento, quindi, molto chiaro che non dá adito ad alcun equivoco».

 

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