Sea Watch, la nuova sceneggiata vip dell’Armata buonista. Salvini li “stende”

26 Gen 2019 10:44 - di Gabriele Alberti

Ci sono tutti: Roberto Benigni, Sandro Veronesi, Massimo Cacciari, Gad Lerner, Paolo Virzì, naturalmente Roberto Saviano, poi Niccolò Ammaniti, Andrea Camilleri ed altri. E’ l’armata Brancaelone dell’accoglienza che torna ad usare la solita arma anacronistica del Manifesto pro – migranti, a favore dell’accoglienza senza limiti e, pertanto, ferocementeo contro i “paletti” porsti da Salvini e dal governo per disciplinare gli sbarchi continui. Lo fecero tempo fa sulla rivista Rolling Stone e anche ora, come riporta l’ Huffington Post nel blog di Luigi Manconi in cui si lancia l’appello dal titolo “Non siamo pesci“.

«Ciò che emerge – si legge nel documento- è il deprezzamento del senso e del valore della vita umana. Sea-Watch, va ricordato, è l’unica Ong oggi presente nel Mar Mediterraneo, ormai privo di qualsiasi presidio sanitario, di soccorso e di protezione dei naufraghi. Altro che fattore di attrazione per i flussi migratori, altro che ‘alleati degli scafisti’ o ‘taxi del mare’: le navi umanitarie, le poche rimaste, salvano l’onore di un’Europa che dà il peggio di sé e si mostra incapace persino di provare vergogna».

Il web li deride

Il Manifesto prosegue nel dipingere un mondo che non c’è. L’intenzione -sottoscrivono – è quella di «dare voce a un’opinione pubblica che esiste e che chiede di ripristinare il rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali, e soprattutto, del senso della giustizia». Ignorano dal loro salotti il fatto che l’opinione pubblica che citano non li vuole vedere neanche per cartolina questi radical chic che predicano accoglienza astratta. Ai tempi dell’appello su Rolling Stone i commenti social furono furibondi, irrisori. Ora è lo stesso: “Questi 4 li manderei a vivere con pochi soldi in qualche casa popolare in periferia dove non puoi uscire di casa senza essere minacciato o importunato da branchi di clandestini. Poi ne riparliamo”; “Ricordate che chi firma per l’invasione è perché a loro non tocca il contatto direttamente e nemmeno versano un cent, è solo pubblicità per apparire buoni e bravi con la consapevolezza che a pagare il conto siamo sempre noi”.

La linea del Viminale è chiara: «Non vediamo l’ora di farli arrivare – sostiene il ministro dell’Interno Matteo Salvini – sani e salvi, in altri Paesi europei. In Italia non c’è spazio». Le anime belle firmatarie dell’ennesimo inutile manifesto chiedono «al Parlamento – si legge nel manifesto – di istituire una commissione di inchiesta sulle stragi nel Mediterraneo e di realizzare una missione in Libia. Chiediamo inoltre al governo di offrire un porto sicuro in Italia alla Sea-Watch».

La replica di Salvini

Vorrebbero, in buona sostanza, spingere il governo a permettere ad Ong e navi militari di riprendere le attività Sar come in passato, quando sbarcavano centinaia di migliaia di immigrati all’anno. Non sarà così: Salvini sulla sua pagina Facebook prende atto della “nuova” iniziativa dei soliti noti, legge i nomi posti in calce al manifesto e commenta sarcastico: «Bene, solita storia: sono sempre più convinto della bontà delle mie idee e del mio lavoro».

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