Sicilia, riaperto il processo D’Alì: anche l’ex governatore Cuffaro tra i testimoni

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Mafia in Sicilia, si riapre il processo dell’ex senatore di Forza Italia Antonio D’Alì: anche l’ex governatore Cuffaro tra i testimoni

La corte d’appello di Palermo, dopo l’annullamento con rinvio della sentenza da parte della Cassazione, ha deciso che a deporre al processo d’appello dell’ex senatore e sottosegretario di Forza Italia Antonio D’Alì, accusato di associazione mafiosa, ci saranno anche l’ex ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu e l’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro. I giudici hanno accolto le istanze presentate dal pg Domenico Gozzo ed è in corso il dibattimento. L’ex senatore di Forza Italia fu assolto in primo e in secondo grado, ma la Cassazione lo scorso anno, annullando il verdetto, ha rinviato il processo davanti a una nuova sezione della corte d’appello di Palermo. Cuffaro e Pisanu dovranno chiarire davanti a giudici la vicenda della Calcestruzzi Ericina, impresa confiscata a Cosa nostra. Secondo gli inquirenti il prefetto Fulvio Sodano, che si batté per il rilancio della società dopo la confisca avrebbe ricevuto pressioni dal senatore D’Alì. A garantire una certa copertura alla mafia, permettendo a Cosa nostra di rimettere le mani sulla Calcestruzzi sarebbe stato un funzionario del Demanio di Trapani, deprezzando l’impresa per favorirne l’acquisto all’imprenditore Vito Mannina, vicino alle cosche trapanesi. L’imprenditore poi finì in manette.

La Corte d’appello ha deciso anche l’esame dei pentiti Birrittella e Ingrasciotta, nonchè degli amministratori giudiziari Castelli e Miserendino. Secondo i pm l’ex senatore avrebbe intrattenuto rapporti con le cosche mafiose e con esponenti di spicco come il superlatitante Matteo Messina Denaro, Francesco Pace e Vincenzo Virga, fin dai primi anni 90. Il suo ruolo dell’ex senatore sarebbe stato rilevante nella gestione degli appalti di opere pubbliche e dei presunti rapporti con la mafia. La vicinanza di D’Alì sarebbe stata confermata anche da alcuni pentiti. D’Ali’ era accusato di avere “contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra, mettendo a disposizione dei boss le proprie risorse economiche, e, successivamente, il proprio ruolo istituzionale di senatore della Repubblica e di sottosegretario di Stato”. Il processo è rinviato al 26 marzo prossimo.

 

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