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Attualità | 06 ottobre 2017, 15:32

Le novità della riforma di Papa Francesco nel processo di nullità del matrimonio

Ne ha parlato l’avvocato Elisabetta Fissore del Tribunale ecclesiastico del Piemonte nella conviviale Rotary Saluzzo. Cause più veloci e accessibili, il processo brevior, la finalità del codice di diritto canonico

Andrea Galleanoo, presidente del Rotary Saluzzo e Elisabetta Fissore, avvocato del Tribunale ecclesiastico del Piemonte

Andrea Galleanoo, presidente del Rotary Saluzzo e Elisabetta Fissore, avvocato del Tribunale ecclesiastico del Piemonte

Quali le novità introdotte da Papa Francesco nella riforma del processo per la nullità di matrimonio? L’intervento dell’avvocato Elisabetta Fissore del Tribunale ecclesiastico del Piemonte, ha chiarito e approfondito molto punti, suscitando grande interesse alla conviviale Rotary a Saluzzo, dove è intervenuta.

“Il Papa non ha voluto moltiplicare le nullità, ma moltiplicare le occasioni perché chiunque vive l’esperienza del fallimento di matrimonio, possa avere l'opportunità di riflettere sulla eventuale invalidità del matrimonio”.

La riforma ha risposto a due necessità: rendere le cause più veloci e accessibili anche grazie a costi contenuti. In questo senso l’avvocato ha ricordato che da anni in Italia esiste la possibilità di accedere gratuitamente al processo di nullità. Dal ’97 si è deciso di sostenere le persone e si è intervenuti  sui costi di causa (525 euro) e sull’onerario degli avvocati che vanno da un minimo di 1.575  euro  a poco più di 2. 900 euro. Il Tribunale ecclesiastico può inoltre decidere di sostenere chi si trova in difficoltà economica. 

Semplificazione e celerità: in questa direzione Papa Francesco ha apportato due modifiche importanti. La prima riguarda l’eliminazione nel processo ordinario della cosiddetta “doppia sentenza conforme”, perché prima della Riforma la legge canonica richiedeva la pronuncia conforme da parte di due tribunali sui motivi di nullità.

Seconda grande modifica, l’introduzione del cosiddetto processo “brevior” che significa "non breve, ma più breve".

Che cosa è? E' un processo giudiziale applicato quando c’è l’accordo delle parti nel richiedere la nullità e che ha, come seconda condizione, che la nullità sia “manifesta” cioè non richieda particolari approfondimenti istruttori.

Rispetto al processo ordinario che dura da un anno ad un anno e mezzo, il brevior può durare alcuni mesi.

“La dichiarazione di nullità è un compito molto delicato per tutti gli operatori, affidato alla coscienza e alla correttezza di chi lo chiede e di chi produce le prove. Non è un colpo di spugna, ma porta ferite e feriti - la sottolineatura dell’avvocato -Nell’attuazione della riforma di Papa Francesco è bene essere molto corretti ad applicare le norme canoniche, perché si realizzi  la finalità del codice di diritto canonico cioè la salvezza delle anime e il bene dei  fedeli”.

Per la Chiesa la nullità è l’estremo rimedio al fallimento di un matrimonio e bisognerebbe evitare di intraprendere il percorso della causa. Il matrimonio cristiano non è un obbligo, ma una scelta a cui, come anche invita Papa Francesco, si deve arrivare con convinzione, maturità e consapevolezza, ha concluso Elisabetta Fissore, rispondendo a numerose domande in sala. 

vilma brignone

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