Candidature nel centrodestra: come nei gialli “Cherchez la femme”

Se il centrosinistra è in pieno marasma per scegliere a chi affidare le proprie sorti, il centrodestra non è da meno.

Per intanto manca ancora un criterio col quale ripartire le candidature tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. E non è scelta rispetto alla quale il territorio avrà voce in capitolo. Matteo Salvini, oltre a volere uomini/donne di sua stretta fiducia sta alzando il prezzo col Cavaliere in tutto il Nord. Le sue ambizioni non sono indirizzate esclusivamente su Lombardia a Veneto ma riguardano anche il Piemonte. Più passano i giorni, più i suoi proconsoli subalpini sostengono che la squadra di aspiranti parlamentari sarà di stretta obbedienza a costo di catapultare nel Cuneese anche qualche candidato esterno, magari sul collegio uninominale Alba-Bra-Fossano-Mondovì, quello che viene ritenuto “blindatissimo” per il centrodestra.

Certo è che il leader leghista non sarà morbido nella trattativa con Silvio Berlusconi. Il leader azzurro, dal canto suo, dovrà mollare per arrivare alle urne con una coalizione compatta.

E’ ormai di dominio pubblico che Alberto Cirio ed Enrico Costa si siano strizzati l’occhio per spartirsi Camera e Senato. E’ nella logica delle cose. Ma ben sappiamo che la logica e le necessità di bottega della politica quasi mai viaggiano a braccetto. E se Berlusconi e Salvini, ad esempio, avessero indifferibili esigenze di candidare in questa provincia personalità di caratura nazionale, ritenuti strategici per le sorti dei rispettivi partiti? La storia parlamentare della Granda annovera illuminanti precedenti al riguardo. Come non ricordare i casi di Gabriella Ceccatelli, Luigi Macario, Gabriele De Rosa, che la Democrazia Cristiana negli anni ‘80/’90 candidava nei collegi del Cuneese perché garantivano sicura elezione? Le decisioni assunte dalla direzione nazionale scudocrociata facevano storcere il naso ai dirigenti locali ma questi accettavano, per quanto obtorto collo, in nome della ragion di partito.

L’avere collegi considerati troppo sicuri potrebbe dunque riservare qualche sorpresa al centrodestra locale vista la complessità della trattativa in corso. A questo si aggiunga una novità di questi ultimi giorni. Se fino a qualche settimana fa Forza Italia e Lega non avevano manco preso in considerazione l’idea di lasciare una fetta di torta nel Cuneese al terzo alleato, Fratelli d’Italia, le cose potrebbero assumere una piega diversa alla luce delle intercorse novità.

Negli ultimi giorni si parla con insistenza del fatto che il Cavaliere non intenda ricandidare nelle sue liste Daniela Garnero Santanchè. La “pitonessa” non è una che molla l’osso facilmente e pare stia cercando ospitalità dagli eredi di Alleanza Nazionale, suo primo amore, partito che, dopo varie scissioni, ha assunto la denominazione di Fratelli d’Italia. Può darsi che Giorgia Meloni e i suoi abbiano in serbo per lei qualche collegio nel Milanese, ma perché non la Granda, visti i suoi natali cuneesi e considerando il fatto che suo fratello, Massimo Garnero, fino a ier l’altro occupava la cabina di regìa azzurra prima di essere sostituito da Maurizio Paoletti?

Ma Daniela, la vestale della destra, non è l’unica donna a voler rivestire un ruolo in questa prossima tornata elettorale. Ce n’è un’altra, nota al pubblico televisivo, Elisa Isoardi, anche lei cuneese, premurosa compagna di Matteo Salvini, che i bene informati vociferano si stia muovendo sotto traccia.

Come in tutti i gialli che si rispettino, anche la suspense delle candidature (per chi la vive come tale) è caratterizzata dal… “Cherchez la femme”.