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Attualità | 23 ottobre 2018, 20:45

Carlo Benigni eletto presidente nazionale dell'Unione di Associazioni pro Israele

"Il nostro primo obiettivo è di promuovere un'informazione corretta sugli scenari politici del Medio Oriente e sulla posizione di Israele"

Carlo Benigni eletto presidente nazionale dell'Unione di Associazioni pro Israele

Il cuneese Carlo Benigni è stato eletto ad incarichi di vertice, nell'ambito delle organizzazioni di amicizia con Israele, sul piano europeo e nazionale. Da oltre vent'anni è presidente dell'Associazione Italia-Israele di Cuneo, tra i cui fondatori si ricordano l'avvocato Dino Giacosa, la famiglia Cavaglion e Diego Anghilante, primo presidente. Ora fa parte del board dell'EAI (Europea Alliance for Israel) ed è presidente nazionale dell'UDAI (Unione di Associazioni pro Israele).

L'EAI- European Alliance for Israel ha sede a Zurigo e raggruppa le associazioni pro-Israele di 25 Paesi europei (per l'Italia, l'UDAI).  La sua missione è di promuovere la causa dello Stato ebraico presso le istituzioni europee ed internazionali, e di creare sinergie nelle attività delle organizzazioni nazionali.  Il congresso annuale si è tenuto a Varsavia dal 7 al 9 ottobre.  Benigni stato eletto nel board come rappresentante dell'Italia. Il board è composto da cinque membri (Italia, Francia, Germania, Norvegia e Romania), e dal presidente (svizzero).

UDAI (Unione di Associazioni pro Israele). Comprende le più importanti associazioni di Italia-Israele su tutto il territorio nazionale (in Piemonte: Torino, Cuneo, Alba,  Asti). Il congresso annuale dell'UDAI si è tenuto a Roma dal 19 al 21 ottobre ed ha eletto Benigni presidente nazionale.

Gli abbiamo rivolto alcune domande.

Quali sono i problemi principali da affrontare, da parte dell'EAI e dell'UDAI?

Il nostro primo  obbiettivo è di promuovere un'informazione corretta sugli scenari politici del Medio Oriente e sulla posizione di Israele.

Attualmente i media italiani (quotidiani, radio, TV, social) trasmettono un'informazione costantemente prevenuta contro Israele (per i quotidiani, una felice eccezione è "La Stampa"). Le notizie sono presentate senza essere inserite nel contesto complessivo. Ad esempio: titoli frequenti sono "giovani uccisi a Gaza nel tentativo di rientrare in Israele", e tale semplicistica assertività trasmette una pessima immagine di Israele, soprattutto presso quanti non leggono la stampa ma si limitano a seguire i social ,su cui le fake news sono frequenti.

Qual è la realtà della situazione, con  particolare riferimento alle vicende di Gaza?

E' noto che:

dal 2005 Gaza è uno stato indipendente, governato con il terrore da Hamas, il cui braccio militare è classificato come organizzazione terroristica;  non ha senso parlare di occupazione israeliana, in quanto nel 2005 tutti gli israeliani se ne sono andati;

nella costituzione di Gaza è dichiarato l'obiettivo di distruggere lo Stato di Israele;

Hamas destina i generosi finanziamenti internazionali non al benessere della popolazione, e allo sviluppo dell'economia e del turismo, ma per  realizzare programmi di aggressione (i tunnel sotterranei per far passare i terroristi sul territorio israeliano, i razzi per colpire abitazioni e scuole nei vicini villaggi israeliani (preavviso per mettersi al riparo:15 secondi),  gli aquiloni incendiari per distruggere i raccolti;

a Gaza gli omosessuali sono giustiziati, non sono rispettati i diritti civili, le donne non hanno diritti, i giovani non hanno speranze;

i bambini sono educati all'odio contro gli ebrei in quanto tali, e contro il loro Stato;

le manifestazioni di ogni venerdì sono organizzate da Hamas, che garantisce un premio in denaro alle famiglie dei giovani che pongono in essere aggressioni armate contro i militari che presidiano i confini di Israele.  Hamas utilizza i civili come scudo umano; comandi militari e  rampe lanciarazzi sono collocati presso scuole e ospedali.,

Peraltro, un fiancheggiamento ai  terroristi  si registra anche Cisgiordania, dove i "moderati" di Abu Mazen garantiscono un vitalizio alle famiglie dei terroristi uccisi ed i libri di testo nelle scuole (finanziati dall'Unione Europea) cancellano Israele dalla carta geografica e propongono una Palestina estesa dal Mediterraneo al fiume Giordano.

E' chiaro che la percezione di Israele è negativa, se l'informazione non è contestualizzata.


Che cosa intendete fare, per essere efficacemente a fianco di Israele?

Prima di tutto, fare pressione presso le istituzioni europee ed i governi nazionali affinché si riducano i finanziamenti al governo di Gaza e all'autorità palestinese di Abu Mazen. La Cisgiordania gode di autonomia amministrativa ed elegge il suo governo; ma le ultime elezioni risalgono al 2005, e al governo è una classe dirigente di vegliardi corrotti. Motivo di speranza è che un numero crescente di giovani palestinesi guarda realisticamente ad un futuro di convivenza pacifica con i coetanei israeliani.

Purtroppo l'Europa, con l'alto commissario Federica Mogherini, è distante da Israele e vicina all'Iran, che costituisce la vera minaccia allo Stato ebraico, di cui si propone esplicitamente la distruzione. Sono in atto nuovi equilibri: da una parte i Paesi sunniti (dall'Arabia Saudita all'Egitto), dall'altra gli sciti, guidati dall'Iran. Le sanzioni economiche contro l'Iran di prossima adozione contribuiranno a mettere in crisi l'attuale dirigenza iraniana, nella quale la parte più attiva della popolazione ormai non si riconosce.

Gli Stati Uniti hanno dimezzato il loro contributo all'UNRWA , riducendolo di 360 milioni di euro. La Nazioni Unite hanno un'agenzia per i rifugiati e profughi, che si occupa di tutto il mondo, e la condizione di rifugiati o profughi dura al massimo tre anni; poi c'è l'UNRWA, costituita nel 1948.Non tutti sanno che nel 1948, il giorno dopo la proclamazione dello Stato di Israele, i paesi arabi confinanti scatenarono una guerra per distruggere lo Stato ebraico; invitarono i palestinesi residenti all'interno di Israele interno a varcare le frontiera, garantendo loro il diritto al saccheggio, una volta vinta la guerra. Peccato che la guerra la abbiano persa. Da allora, nessuno dei paesi arabi volle integrare i palestinesi, lasciandoli in condizione di isolamento. Erano circa 500.000. Oggi siamo alla quarta generazione, arrivata a circa 5 milioni, in gran parte bene integrata nell'economia della Cisgiordania. E' impensabile che Israele, che conta 8 milioni di abitanti, possa prendere in considerazione il cosiddetto "diritto al ritorno". L'UNRWA finanzia strutture palestinesi in Cisgiordania, ed i suoi operatori sono in larga parte anti-israeliani.

Nei giorni scorsi il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, del M5S, ha annunciato alla Camera che il Governo ha deciso di anticipare il finanziamento annuale italiano 2019 per 9,8 milioni di euro, ed ha deliberato altri stanziamenti a favore di Gaza (che saranno spesi in armamenti), dei profughi dalla Siria, dei rifugiati in Libano (dove il potere reale è degli Hezbollah armati dall'Iran). Un importo di 13,8 milioni di euro, in un periodo in cui la finanza pubblica non appare particolarmente fiorente.  La Lega del vice-presidente Salvini è favorevole a Israele, il M5S è ostile. Si tratta di vedere se la Lega vorrà o saprà correggere la rotta.

Un'altra importante iniziativa dell'UDAI  è la prossima costituzione  di "Avvocati per Israele", promossa da un gruppo di avvocati penalisti e di magistrati, su iniziativa del penalista albese Piermario Morra e di Donatella Masia, magistrato presso la Procura della Repubblica di Asti. L'obiettivo è di monitorare le fattispecie configuranti reati di diffamazione (ad esempio, dire a qualcuno "sporco ebreo"), avviando a titolo gratuito azioni giudiziarie in sede penale e soprattutto civile. Sarà ufficialmente presentata a Cherasco, nel prossimo gennaio, con la presenza dell'Ambasciatore di Israele Ofer Sachs.

Quali sono i prossimi programmi dell'Associazione Italia-Israele di Cuneo?

Organizzeremo incontri, conferenze, presentazioni di libri, rassegne cinematografiche.Riproporremo il corso annuale "Conoscere Israele" riservato agli studenti superiori; tenuto da docenti universitari, si svolge in quattro lezioni, cui seguono prove scritte e orali; al primo classificato (talvolta anche al secondo) è assegnato un viaggio premio in Israele. Il corso è alla XXV edizione, e sinora sono andati in Israele 40 studenti.

E' in corso un'iniziativa suscettibile di sviluppi importanti, in collaborazione con l'Unione Industriale e la Banca Alpi Marittime: una missione in Israele di nostri imprenditori per incontrare loro omologhi, precedentemente individuati come possibili partners.

 

Per ogni informazione, cuneo.udai@gmail.com.

comunicato stampa

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