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In Breve

| 09 marzo 2019, 12:27

Centrodestra: gli uomini e le donne in corsa alla Regione

Si sta componendo (a fatica) il puzzle delle candidature per Palazzo Lascaris. Alcuni nomi sono già certi, altri ancora in forse. La mancanza di chiarezza sulle alleanze e il fatto che la candidatura alla presidenza di Cirio non decolli complicano la partita

Foto generica

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Il partito in cui vige il maggior riserbo, a dimostrazione di quanto la situazione sia delicata in questi giorni, è la Lega. Nessun dirigente, dal parlamentare al segretario della più piccola sezione, rilascia dichiarazioni né per ciò che concerne la Regione, né per quel che riguarda le amministrative. Non per scortesia, ma perché Matteo Salvini non ha ancora deciso quale strada imboccherà.

Vediamo, partito per partito, quali sono i nomi in circolazione per le regionali nei tre partiti di centrodestra che ancora non sanno se andranno in coalizione oppure no. Tutti e tre dicono di sì, ma ad oggi nessun atto ufficiale ha sancito l’alleanza.

LEGA

I nomi che vengono dati per certi nel Carroccio sono ad oggi soltanto due: Luigi Genesio Icardi, sindaco di Santo Stefano Belbo, già consigliere provinciale, e Paolo Demarchi, saluzzese, ex capogruppo in Provincia, braccio destro del segretario provinciale e ora senatore Giorgio Maria Bergesio.

Possibili le candidature di Marco Racca, capogruppo consiliare a Savigliano, e, sempre da Savigliano, quella di Matteo Gagliasso, responsabile provinciale dei Giovani Padani. Fonti attendibili, per quanto riservate, asseriscono che quest’ultimo, vicino al deputato Flavio Gastaldi, sia il nome più probabile, mentre Racca potrebbe essere chiamato ad affrontare una corsa di servizio per Strasburgo per contrastare il concittadino pentastellato Nicola Clerici, se questi passerà il vaglio delle europarlamentarie.

La situazione di maggior incertezza riguarda la capogruppo regionale ed ex presidente della Provincia Gianna Gancia, il cui nome, come noto, non risulta essere gradito al segretario piemontese e capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari. Tuttavia, per una serie di svariate di ragioni, non sarà agevole opporle un diniego.

Per la verità nella Lega, nel 2014, si era verificato un precedente illustre con l’estromissione dalla lista dell’assessore regionale uscente all’Agricoltura Claudio Sacchetto. Gianna Gancia ha però entrature tali, essendo la moglie di Roberto Calderoli, che un’eventuale estromissione rischierebbe di scatenare uno scontro di portata epica ai vertici del Carroccio.

Qualcuno ipotizza il ricorso all’antico metodo del “promoveatur ut amoveatur” indicandola in predicato per Bruxelles. Bisognerà però vedere se l’interessata, che in questa fase non rilascia dichiarazioni, si mostrerà disponibile. In base a come si comporrà il “caso Gancia” dovranno essere trovati uno o due altri candidati, espressione o dell’area cuneese o di quella monregalese per dare adeguata copertura geografica a tutto il Cuneese.

FORZA ITALIA

Forza Italia cerca di non farsi mettere nell’angolo da Lega e Fratelli d’Italia e mentre aspetta con ansia che la candidatura di Alberto Cirio alla presidenza della Regione venga formalizzata (sperando che non vi siano sorprese dietro l’angolo) abbozza la lista.

I cinque cuneesi che FI manderà in campo saranno capitanati dal cerverese Franco Graglia, vicepresidente uscente del Consiglio regionale e braccio destro di Cirio. Accanto a lui, Rocco Pulitanò, componente dell’Atl e consigliere comunale di Castelnuovo Ceva e Bruno Curti, sindaco di Rocca De’ Baldi. Fin qui i certi.

In predicato: Fulvio Bachiorrini, coordinatore azzurro di Saluzzo, già candidato alle regionali nel 2014 e, sempre da Saluzzo, si vocifera della capogruppo consiliare Daniela Contin, che i Fratelli d’Italia vorrebbero però portare dalla loro parte per le comunali. Ancora sul fronte delle quote rose si dà per probabile la scesa in pista della marciatrice Elisa Rigaudo, già candidata alle politiche del 4 marzo nella lista “Noi con l’Italia” e dell’inossidabile Franca Biglio, sindaco di Marsaglia e presidente dell’Associazione dei Piccoli Comuni.

FRATELLI D’ITALIA

La pattuglia dei Fratelli d’Italia in corsa per Palazzo Lascaris è stata sconquassata dall’arrivo di Paolo Bongioanni, direttore dell’Atl cuneese. Il suo nome ha fatto improvvisamente irruzione venendo ad aggiungersi a quelli che già erano pronti ai nastri di partenza: Roberto Russo, ex vicecoordinatore del Pdl cuneese e già assessore provinciale ai Trasporti, Michele Sandri, sindaco di Monteu Roero, Luciano Sciandra, sindaco di Priola, ed Enzo Tassone, consigliere di minoranza a Peveragno.

Se ci sarà una quota rosa - si parla di Antonella d’Alesio, medico racconigese - uno degli ultimi tre appare di troppo. A meno che FdI non decida di rinunciare alla rappresentanza femminile, ma quest’opzione appare poco verosimile.

 

Questo, a grandi linee, lo stato dell’arte dei tre partiti, quando mancano meno di 50 giorni alla scadenza dei termini per la presentazione delle liste. Ciò che ne complica l’ultimazione è il fatto che non è ancora chiaro il quadro delle alleanze. Aspetto questo che, come evidenziato in precedenti articoli, si ripercuote in modo ancor più evidente sulle amministrative di Alba, Bra, Fossano e Saluzzo, dove la matassa resta quanto mai aggrovigliata.

giampaolo testa

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