IL RIFORMISMO DELLA SINISTRA BORGHESE RICONDUCE AL FASCISMO E AL NAZISMO! DI DOMENICO SAVIO

Il riformismo della sinistra borghese comunista, socialdemocratica, socialista, revisionista, opportunista, movimentista, populista e del compromesso col potere borghese in determinate condizioni storiche, come in quella attuale, riconduce pure al fascismo e al nazismo.

Difatti in Italia e in altri paesi europei oramai le organizzazioni e le manifestazioni fasciste e naziste aumentano e non vengono proibite dai governi capitalistici.Nel nostro paese persino la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione borghese – che al primo comma recita testualmente: “E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista” – viene calpestata dal potere politico e istituzionale capitalistico che non la fa valere nei confronti delle forze eversive nazi-fasciste e terroristiche. Tale pericolo può essere evitato definitivamente solo con la vittoria della Rivoluzione Proletaria Socialista e col trionfo del potere politico ed economico della classe lavoratrice operaia e intellettuale, per cui il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista esiste e lotta e per tale obiettivo chiede ai sinceri e coerenti comunisti, agli operai avanzati e agli intellettuali d’avanguardia di sostenerlo con la militanza attiva!

Il riformismo è un sistema politico ed economico di natura borghese, che adegua progressivamente il sistema legislativo alle nuove o mutate esigenze del dominio capitalistico industriale e finanziario sulla società nazionale, che attiene all’organizzazione, al sistema economico e al potere politico e istituzionale
borghese della società, potere che la classe padronale esercita coi suoi partiti per delega elettorale popolare o impone con la forza alla classe lavoratrice operaia e intellettuale. Il potere politico riformista è garante del governo capitalistico e imperialistico, è democratico solo a parole e apparentemente, ma è
repressivo nella sostanza, perché garantisce il potere padronale sui lavoratori e perché consente lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, la proprietà privata dei mezzi di produzione e l’accaparramento privato della ricchezza socialmente prodotta. Il riformismo è solo una forma di governo degli interessi
della classe borghese e clericale, si alimenta della stessa cultura ed è garante spregiudicato degli affari economici e finanziari del dominio capitalistico e imperialistico sulle masse lavoratrici e popolari nazionali e internazionali. Il riformismo a livello della Comunità Europea svolge lo stesso compito di
quello nazionale e serve a difendere gli interessi imperialistici intercontinentali. Il riformismo assicura la sopravvivenza del sistema liberistico.
Le riforme periodiche cosiddette e ingannevolmente democratiche delle norme che regolano i rapporti sociali non modificano la natura capitalistica dell’ordinamento sociale, vengono promosse e applicate unicamente per rispondere meglio alla difesa degli interessi della classe padronale e sostanzialmente non
cambiano né migliorano le condizioni di vita delle masse lavoratrici e popolari, anzi quasi sempre le peggiorano. Un governo riformista non ha garantito in passato e non garantisce oggi né garantirà domani dal ritorno di un potere fascista o nazista, che in determinate fasi storiche viene invocato e foraggiato dalla classe padronale, in modo particolare quando il proletariato rivendica con forza i suoi diritti, tra cui
condizioni di vita dignitose. Il riformismo è tutto interno alla società borghese, ne custodisce l’organizzazione e la difende, anche con la forza, da eventuali aggressioni. Esso è la dichiarata negazione di ogni alternativa di sistema. E’ un feroce nemico degli interessi della classe lavoratrice e della lotta e conquista della società socialista. Il riformismo è sinonimo di sopravvivenza del millenario potere clericale, di oscurantismo culturale e religioso, di dittatura padronale, di schiavitù sociale per il genere umano, di sfruttamento e di rapina padronale del prodotto del lavoro altrui. Sotto la propagandata e apparente democraticità delle riforme sociali sono stati mascherati i peggiori crimini contro l’umanità e i più efferati maltrattamenti da parte della classe borghese contro quella lavoratrice. Riformismo non significa mai difesa degli interessi di classe degli sfruttati o vera libertà di pensiero e di parola oppure godimento di una autentica democrazia –
dove il potere viene realmente, direttamente e concretamente esercitato dal popolo lavoratore -, che significa vivere in un contesto sociale di vera libertà e uguaglianza, cosa che si può ottenere solo con la conquista della società socialista, governata direttamente dalla classe lavoratrice.
Né tanto meno il riformismo consente mai e progressivamente, cioè per gradi, di realizzare il passaggio dalla società capitalistica a quella socialista, ciò è dimostrato da oltre un secolo di riformismo predicato dalla falsa sinistra borghese comunista, socialdemocratica, socialista, revisionista, opportunista, movimentista, populista e del compromesso storico col potere della borghesia. Partiti e politici della
sinistra borghese che nel tempo hanno proposto, sostenuto e perseguito una politica riformista per cambiare l’odierna società o per migliorarla in realtà hanno solo ingannato il popolo lavoratore sfruttato, affamato, perseguitato e troppo spesso violentemente represso dallo stesso potere riformista, attraverso lo
schieramento e l’utilizzo delle sue predisposte forze armate, quando ha rivendicato i propri diritti. La repressione economica e sociale del sistema capitalistico non si riforma, ma si abbatte.
In Italia il riformismo borghese della sinistra nasce, all’interno del movimento operaio, ancora in fase di organizzazione e di lotta politica e sindacale, con la fondazione del partito socialista italiano nel 1892, riformismo, in questo caso socialista, – che progressivamente è diventato sostenitore sempre più accanito del sistema capitalistico e imperialistico –, che ha attraversato tutto il secolo scorso e sino ai giorni nostri condizionando e inquinando la natura e la lotta di classe del proletariato italiano. Il riformismo socialista costrinse la sinistra comunista del partito alla scissione, guidata da Antonio Gramsci, con la fondazione
del Partito Comunista d’Italia il 21 gennaio 1921 a Livorno. Successivamente, tra il 1943 e il 1944, Palmiro Togliatti trasformava il P.C.d’I. da partito di classe e rivoluzionario in partito interclassista cambiando pure l’acronimo in P.C.I., Partito Comunista Italiano, per promuovere la cosiddetta “via italiana al socialismo” per costruire la società socialista nel nostro paese, una scelta politica suicida per i
comunisti, che rinnegava la via rivoluzionaria per adottare quella progressiva, cioè per gradi, appunto riformista.
Così, com’era facilmente prevedibile, si è solo rafforzato l’ordinamento sociale borghese allontanando quello socialista. Con la definita “svolta di Salerno” Togliatti e il gruppo dirigente di allora del partito, ma con la dura opposizione di un forte gruppo di compagni provenienti dalla Resistenza antinazi-fascista,
dimostrarono di non essere dei marxisti-leninisti e di aver rinnegato la via rivoluzionaria al socialismo sostenuta dalla Terza Internazionale, una svolta storicamente grave e di tradimento che anticipava quella
kruscioviana del 1956 in Unione Sovietica, la sconfitta del 1989-1990 del socialismo realizzato durante il ventesimo secolo e lo scioglimento del P.C.I. nel 1991. Questi tragici avvenimenti per il movimento comunista e operaio nazionale e internazionale ci dimostrano incontestabilmente che solo con la
rivoluzione socialista, che rimane di estrema attualità, si può conquistare il potere politico alla classe lavoratrice, proprio come avvenne in Russia il 7 novembre 1917 con la gloriosa Rivoluzione Socialista d’Ottobre. Quella di Togliatti e i suoi nel 1944 fu una svolta di persone dalla coscienza ancora inquinata dalla cultura borghese e opportunista. Nel secondo dopoguerra il male del riformismo e della rinnegazione dei principi rivoluzionari di Marx, Engels, Lenin e Stalin per costruire la società socialista e successivamente edificare quella comunista è continuato con la scissione tra partito socialista e socialdemocratici proseguendo con quella
nel P.C.I. col gruppo che fondò il quotidiano “il manifesto” e seguitando con tante altre divisioni, che si sono verificate dopo lo scioglimento del P.C.I., tra le varie sigle della falsa sinistra revisionista e opportunista sino ai giorni nostri. Nel 1978 fu un vero squallore politico, indegno e calunnioso per ogni
sincero e coerente comunista, l’avvio del “compromesso storico”, alleanza interclassista, tra Enrico Berlinguer, segretario del P.C.I., e Aldo Moro, segretario della D.C.. In seguito l’ex partito comunista italiano si è tristemente trasformato nell’odierno partito democratico subentrando e sostituendosi in modo
degno e molto peggiorativo all’ex democrazia cristiana. Riformismo, trasformismo, sostegno pieno agli interessi del capitalismo e dell’imperialismo, alla partecipazione delle guerre imperialistiche, alla globalizzazione dei mercati e dello sfruttamento del lavoro proletario, alla delocalizzazione all’estero di tante aziende nazionali, alla Nato, alla Comunità Europea e all’Euro della sinistra borghese hanno spinto
la stragrande maggioranza dell’elettorato italiano, proletario e del ceto medio, privo di una coscienza di classe, nelle braccia attuali della destra ideologica, politica e di potere della lega e del movimento 5 stelle.

Intanto avanzano con preoccupazione le forze reazionarie fasciste, naziste, razziste e la persecuzione dell’emigrato e del diverso e aumentano le aggressioni verso la Resistenza antinazi-fascista. A questo drammatico risultato hanno contribuito l’inquinamento e il condizionamento borghese e riformista della
falsa sinistra comunista – come l’ex P.C.I. successivamente alla svolta del 1944 e sino al suo scioglimento -, revisionista e opportunista. Il riformismo della falsa sinistra ha portato alla sconfitta del movimento rivoluzionario proletario del ventesimo secolo per la costruzione del socialismo nei singoli paesi e
sull’intero pianeta. Il riformismo, assieme al revisionismo della sinistra, è il nemico peggiore della rivoluzione e del socialismo. Per costruire il socialismo ed edificare la società comunista occorre prima sconfiggere i riformisti e i revisionisti annidatisi nelle fila del movimento operaio e comunista nazionale
e internazionale sradicandoli dalla coscienza dei lavoratori, che, al contrario, deve essere fecondata con la cultura rivoluzionaria del marxismo-leninismo, col pensiero e l’opera intramontabili e infallibili dei nostri
grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin. E’ un obiettivo storico che la classe lavoratrice può raggiungere con la fermezza delle idee e la determinazione rivoluzionaria a partire da oggi.

di Domenico Savio*

Forio (Napoli), 3 ottobre 2018.
* Segretario generale del P.C.I.M-L.

Le ultime notizie

GUARDA IN TV. OGGI ALLE ORE 14.45 SPECIALE VISITA DI GIOVANNI PAOLO II ALL’ISOLA D’ISCHIA

Oggi domenica 5 maggio, ricorre l’anniversario a ventidue anni...

GUARDA IN TV. LA SANTA MESSA DALLA PARROCCHIA DI SAN CIRO (ISCHIA) ALLE 9.30

Guarda la Santa Messa, celebrata da Don Marco Trani...

Provenzano “Per il Sud la decontribuzione è decisiva”

ROMA (ITALPRESS) – “Il negoziato dipende anche dal progetto...

Crosetto “L’Italia non parteciperà a eventuale intervento in Ucraina”

ROMA (ITALPRESS) – “La nostra posizione non cambia: abbiamo...

Newsletter

Continua a leggere

GUARDA IN TV. OGGI ALLE ORE 14.45 SPECIALE VISITA DI GIOVANNI PAOLO II ALL’ISOLA D’ISCHIA

Oggi domenica 5 maggio, ricorre l’anniversario a ventidue anni...

GUARDA IN TV. LA SANTA MESSA DALLA PARROCCHIA DI SAN CIRO (ISCHIA) ALLE 9.30

Guarda la Santa Messa, celebrata da Don Marco Trani...

Provenzano “Per il Sud la decontribuzione è decisiva”

ROMA (ITALPRESS) – “Il negoziato dipende anche dal progetto...

Crosetto “L’Italia non parteciperà a eventuale intervento in Ucraina”

ROMA (ITALPRESS) – “La nostra posizione non cambia: abbiamo...

Allegri “La Roma con De Rossi ha trovato spensieratezza”

TORINO (ITALPRESS) – “Con De Rossi la Roma ha...

ISCHIA. PER IL TERZO ANNO TORNA IL “MEMORIAL MANUEL CALISE”

Per il terzo anno torna il Memorial Manuel Calise per ricordare il giovane ragazzo di soli 17 anni che, nella notte tra il 1...

CASAMICCIOLA. L’ESTATE 2024 INIZIA QUESTA SERA CON IL CONCERTO DI ENZO GRAGNANIELLO

A piazza Marina è tutto pronto per l'appuntamento che darà il via all'estate 2024 del comune di Casamicciola, il concerto di Enzo Gragnaniello. L'evento...

TIGI DEL 03 05 2024

https://youtu.be/M_3ey-1LmNs