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Coach sospeso e poi "dimesso" per razzismo

Brutta vicenda durante il campionato intercollege americano. Un tennista di Appalachian State ha rivolto commenti razzisti a un suo avversario nero: la dirigenza lo ha immediatamente sospeso, poi ha fatto altrettanto con il coach. Un mese dopo, quest'ultimo si è dimesso. Svolgeva l'incarico da 18 anni.

Quello del razzismo è un è un problema sempre molto delicato. Nel mondo del tennis americano lo è ancora di più, specie dopo le polemiche di cui è stato protagonista Tennys Sandgren durante l'Australian Open, senza dimenticare lo scontro verbale tra Donald Young e Ryan Harrison durante il torneo ATP di New York (con le accuse di Young poi rivelatesi fasulle). Per questo, non stupisce la risonanza avuta da una notizia emersa in queste ore: il team universitario degli Appalachian State (North Carolina) ha accettato le dimissioni del suo coach Bob Lake. Tutto normale? Mica tanto, considerato che Lake lavorava nel team da 18 anni. “Accettando le dimissioni di Lake, il direttore Doug Gillin lo ringrazia per il tempo trascorso alla guida del nostro programma tennistico al maschile, in cui abbiamo raggiunto quattro semifinali nella Southern Conference e 15 stagioni in cui abbiamo raccolto almeno dieci vittorie” ha fatto sapere i team tramite un comunicato. Ma come mai si è dimesso? E, soprattutto, perché era stato sospeso? I fatti incriminati risalgono allo scorso 28 gennaio, durante il match tra Appalachian e N.C. A&T. Fu una facile vittoria per 7-0. Dopo la vittoria di Spencer Brown contro John Wilson IV, tuttavia, quest'ultimo ha reso noto via Twitter che il suo avversario aveva effettuato commenti di tipo razziale durante la competizione. Insomma, una dinamica simile a quella dell'alterco tra Donald Young e Ryan Harrison.

PRIMA LA SOSPENSIONE, POI LE DIMISSIONI
“Durante il nostro match, oltre ad altri commenti razzisti, Spencer mi ha detto: 'Almeno io conosco mio padre'” ha twittato Wilson, sottolineando che “il coach di Appalachian” (anche se non era chiaro a chi si riferisse) aveva risposto dicendo che avevano un ragazzo nero in squadra. La mattina dopo, App State ha sospeso Brown a tempo indeterminato. Il giorno dopo è arrivata la sospensione di Lake (“La condotta che ha tenuto domenica non riflette i valori del nostro programma” hanno scritto), annunciando un'indagine indipendente che avrebbe valutato il modo in cui diversità e inclusione venivano trattate da nel sistema sportivo del college. Inizialmente, la sospensione di Lake riguardava le quattro partite immediatamente successive al match incriminato, ma da allora non si è più visto. In questo mese e mezzo si sono giocati dieci incontri: due in casa, due in campo neutro e sei in trasferta. Lake era diventato coach di App State nel 2000: la sua lunga militanza lo aveva reso uno dei tecnici più longevi, peraltro con buoni successi. Dopo un mese di oblio, la notizia delle sue dimissioni. Saranno state spontanee? O magari lo hanno indotto? Al contrario, Brown risulta ancora iscritto all'università ma è sospeso ed è stato tolto dal roster. In questo momento, App State ha un bilancio di 8 vittorie e 6 sconfitte. Il prossimo match si giocherà venerdì prossimo a Charleston e il team sarà definitivamente guidato da Jack Maddocks, che aveva già sosituito Lake negli ultimi match.

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