LE BUGIE DEI GIORNALISTI
Ma adesso basta: fedele al suo personaggio, oggi vuole più tempo per sé e godersi la vita. “Era troppo per me, non avevo tempo per fare niente. Io voglio uscire, incontrare gli amici, godermi la vita. Inoltre sono entrato nella Hall of Fame di Newport, primo russo di sempre. È un onore che dà grandi responsabilità, allora ho lasciato tutti gli incarichi, sia politici che sportivi”. E pensare che il presidente della DUMA (il Parlamento russo) Viacheslav Volodin gli ha offerto un ruolo di consigliere in ambito sportivo. Lui ha rifiutato: al massimo darà un parere ogni tanto, ma non ci sarà nulla di ufficiale. “Non vedo l'ora di condurre una vita rilassata”. Marat era un tipo simpatico, istrionico e divertente. Però non le ha mai mandate a dire, e continua a farlo. Ad esempio, ce l'ha con i media del suo paese. Qualcuno aveva scritto che volesse diventare presidente al posto di Putin, definendosi “più giovane e bello di lui”. “Vorrei sapere chi ha detto queste cose. Sono tutte bugie: l'unica cosa vera è che ho detto di essere più giovane rispetto agli altri componenti della DUMA. I giornalisti inventano storie: il 90% di quello che trovate su di me in rete sono miti, bugie e fabbricazioni”. In questo momento, Marat ha alcune piccole imprese e segue qualche progetto di business, ma non ha ancora deciso cosa fare. Può permetterselo, visto che il tennis gli ha garantito una certa stabilità economica. “Ho ricevuto alcune offerte, anche dal mondo del tennis, però voglio pensarci bene prima di fare un salto nel buio”. I Safin sono una famiglia leggendaria nella storia del tennis: lui e la sorella Dinara, entrambi cresciuti da mamma Rauza Islanova, sono stati la prima coppia di fratello e sorella a diventare numero 1 del mondo. “Ovviamente sono orgoglioso, ma poi che succede? Niente. Tutto questo non cambia niente nella mia vita, in quella di sorella o in quella di mia madre. Ok, mia mamma più essere celebrata, ma finisce qui. Quando vedo che si scrive di imprese di 20 o 100 anni fa mi viene da ridere. È tutto passato, noi viviamo il presente”.