Dito medio, benessere e un pizzico di Facebook

Fave di fuca mar 28 agosto 2018
Attualità di Claudio de Luca
3min
Emoji, il dito medio ©gqitalia.it
Emoji, il dito medio ©gqitalia.it

Dito medio, benessere e un pizzico di Facebook.

IL LINGUAGGIO DEL DITO MEDIO. Si tratta di un gesto estremo che, di sicuro, è diventato inequivocabile. Oggi, come oggi, non sarebbe possibile non comprendere il messaggio di chi abbia alzato il dito medio in un gesto che la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito assumere rilevanza penale. Ciò nonostante, il citato comportamento è sempre più di moda, al punto di avere spopolato tra gli uomini politici, tra le ‘very important person’, tra chi frequenti il mondo artistico e persino nel settore della pubblicità. In proposito, sarebbe sufficiente citare il dito medio, in marmo, dello scultore Maurizio Cattelan, posto dinanzi alla Sede della Borsa di Milano (che ha suscitato numerose polemiche); quelli del cantante Morgan, del politico Umberto Bossi, della Melìta Toniolo in una campagna pubblicitaria della “S. Agapò”, dell’allenatore di calcio Fabio Capello e della on. Daniela Santanchè. Ma, se è vero (come è vero) che la gestualità, in quanto ad immediatezza, superi la parola, questa sorta di vaffa... manualmente espressa, potrebbe concretare un atto solo apparentemente liberatorio e significare piuttosto: “Mi sono arreso alla capacità di parlare”; oppure una specie di ammissione: “Ho avuto paura di un confronto alla pari e mi sono rifugiato nell’aggressività gestuale”.

Dunque, si tratterebbe di una chiusura nei confronti dell’interlocutore, di una voluta archiviazione di quanto è stato detto (ritenendo che i contenuti da me espressi non siano suscettibili di un confronto ulteriore). Da buon ultimo, di una incapacità assoluta di dialogizzare. Ad ogni buon conto, se quel dito venisse alzato ‘una tantum’ a mo’ di provocazione, la cosa potrebbe pure riuscire simpatica. Di contro, reiterato ossessivamente, verrebbe a capovolgere – a solo danno di chi lo fa – quel notissimo detto latino che, per conseguenza, finirebbe con l’assumere una valenza negativa (“Repetìta non juvant”), danneggiando soprattutto l’immagine delle signore. Gli antichi solevano affermare che “in medio stat virtus”, ed è proprio vero che la virtù (almeno quella autentica) se ne sta sempre nel giusto mezzo. Perciò chissà che faccia farebbero questi nostri antenati della ‘Caput mundi’ nel vedere che oggi quella ‘virtus’, da loro tanto agognata, sembrerebbe essere finita in un (volgare) dito medio.

OCCORRE MISURARE ANCHE IL BENESSERE.L’Istat sta domandandosi come possa essere misurato con maggiore precisione il benessere degli Italiani. Perciò l’Istituto di statistica assocerà ai dati sul prodotto interno lordo pure quello relativo alla “felicità” del Paese. Che la produzione economica non possa essere il solo parametro da tenere da conto per valutare lo sviluppo della Nazione non è una novità. Non a caso, al primo posto della classifica mondiale degli Stati più felici c’è il Costa Rica. Tra le variabili da tenere in considerazione per valutare lo stato di salute di un Paese, ci sono: la cultura, il rispetto per l’ambiente e la partecipazione alla vita sociale.

Dapprincipio l’Istat ha girato la domanda ad esperti ed a singoli cittadini; dopo di che la selezione dei dati è stata affidata ad un gruppo di specialisti ed il rapporto che misurerà il benessere e la felicità degli Italiani, condotto in tandem con il Cnel, verrà reso noto entro tale contesto.

I TIMIDI DI FACEBOOK. Con “Facebook” ti butti la timidezza alle spalle. Sarà falso? Sarà vero? Ne ha avuto sentore chi conosce i “personaggi” che si mettono in piazza tramite la nota piattaforma sociale; e ritiene di avere scoperto che le persone più timide, più insicure, più fragili si trasformino sul ‘web’ mostrando agli amici quel che vorrebbero essere piuttosto che ciò che sono veramente. In sostanza, il cosiddetto libro delle facce diventerebbe una sorta di specchio deformante, capace di riflettere un’immagine migliore di sé stessi, così da aiutare tutti coloro che abbiano a superare problemi di ansia e di depressione.

Claudio de Luca

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