Tunnel, Marone: il governo sconfesserà Franceschini?

D-day mar 19 dicembre 2017
Politica di La Redazione
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Michele Marone ©TermoliOnLine
Michele Marone ©TermoliOnLine

TERMOLI. Comincia a Palazzo Chigi, il trittico decisivo per le sorti del progetto più qualificante dell’amministrazione Sbrocca: il piano di riqualificazione del centro storico.

Una vera e propria effigie politica della compagine che governa la città. Di questo ha parlato lunedì mattina in una conferenza stampa articolata il consigliere comunale di minoranza Michele Marone, che ha evidenziato come questo progetto rappresenti lo scopo fondamentale della giunta. «Martedì risulta convocata presso la Presidenza del consiglio dei Ministri la riunione a seguito della opposizione del Ministero beni culturali sul parere negativo della Soprintendenza al progetto sotto il profilo paesaggistico archeologico storico artistico e urbanistico. Franceschini evidenzia come questo tipo di opera non si vede fare alle pendici del borgo vecchio in prossimità della parte storica perché andrebbe a stravolgere in negativo l’aspetto urbanistico e paesaggistico e in virtù dell’approssimarsi della riunione ho voluto ribadire alla cittadinanza questa presa di posizione. Il Comune di Termoli, disattendendo il parere negativo, ha concluso positivamente la conferenza dei servizi decisoria, nonostante il progetto risulti pregiudizievole per il paesaggio».

Per Marone, il dato è politico, poiché un Ministro ed esponente autorevole dem si contrappone a un’amministrazione del Pd. «Se un Ministro di questo Governo, competente alla tutela dei beni storici artistici e culturali preposto alla tutela del patrimonio, dice di no, voglio vedere se gli altri membri del Consiglio dei ministri lo vogliono disattendere. Se ci sarà una decisione diversa nell’accogliere parzialmente o non accogliere l’opposizione nella ipotesi di bocciatura totale del progetto, così come richiede il Ministro Franceschini al proprio presidente del Consiglio dei Ministri, viene fuori un problema procedimentale e finanziario perché nel momento in cui la ditta si vede accettare la proposta e dichiararla di pubblica utilità e alla fine c’è la bocciatura, la ditta ha diritto al 3% dell’importo dei lavori 5milioni più la parte privata 19 milioni sono oltre 500mila euro che il comune dovrà dare al privato».

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