I posti al sole del Movimento 5 Stelle

Pentastellati mar 09 gennaio 2018
Politica di Claudio De Luca
3min
Movimento 5 Stelle ©Web
Movimento 5 Stelle ©Web

CAMPOBASSO. Secondo Angelo Panebianco Il M5s ha conquistato un'egemonia culturale tale da consentirgli di dettare l'agenda politica al Paese. Usando i 'social', Grillo riuscirebbe a lanciare slogan ed a formulare constatazioni, pur senza mai indicare una vera ricetta comune a tutti i seguaci. Questi ultimi rappresenterebbero un genere di Italiani capace solo di contestare il potere e le forme in cui esso viene esercitato, senza mai approntare formule per cambiare veramente.

Ciò accadrebbe perché, per una serie di ragioni, la gran parte degli adepti rappresenterebbe la generazione di una crisi che ha ridotto ciascuno alla marginalità sociale; e la povertà culturale del Movimento avrebbe predisposto per loro un'occasione unica per conquistarsi un posto al sole. Pure il “Beppe" commenta a ruota libera. Lo fa su di un circuito informativo che detta parole d'ordine ed informazioni della cui qualità nessuno è realmente responsabile e che, quindi, possono essere del tutto infondate e diffamatorie. Si ricorderà che, allo stesso modo, si comportava Goebbels, Ministro della propaganda del III Reich:«Una bugia detta una volta, rimane una bugia. Dilla mille, 100mila volte ed essa diventa una verità comunemente accettata».

Messe così le cose, i 'media' hanno finito per rinunciare alla loro funzione critica per subire inaccettabili 'diktat'; e, visto il successo ottenuto, i pentastellati perseverano nella linea, persuasi che la trionfante antipolitica abbia a premiarli. Nel Molise s'ignora cosa accada perché i referenti locali fanno politica pur senza mostrarsi lontani (o proni) al Verbo. Ma ecco che il mutamento radicale, imposto da qualche tempo all’M5s, suscita stupore e perplessità, soprattutto perché questo raggruppamento sta divenendo come tutti gli altri, quasi che – essendo le elezioni vicine e tanti i disastri nei luoghi in cui governano - non voglia correre rischi. Nasce così un nuovo Codice etico che trasmuta il Partito in qualcosa di ancora più autoritario, strumento personale di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio, gestito senza alcuno dei vincoli patiti dagli altri schieramenti a cui sarebbe inibito rovesciare la propria linea politica senza doverne rendere conto. Con gli anni, la ‘bomba’ è diventata troppo grossa per potere essere disinnescata facilmente, ed è lievitato il numero di chi si appresta a cavalcarla. Insomma quella che era una contenibile slavina si è trasformata in una valanga che rischia di travolgere il Paese e la stessa Regione Molise. I ‘grillini’ escludevano che la politica potesse essere una carriera (e prevedevano che tutti gli incarichi durassero pochi mesi e fossero a rotazione). Adesso si sono dati una nomenclatura che, superata una legislatura, si appresta a perpetuarsi. E così Di Battista decide di astenersi dalla campagna elettorale e l’abbandona per fare il papà; però infila il ‘paparino’, accusato di essere stato fascista, tra i candidati al Parlamento. Embè? Che c’è? Nel 2013 l'M5s spernacchiava Bersani, bloccandogli la carriera politica.

Adesso accetta le offerte di Salvini e di Grasso. Sempre favorevole all'applicazione rapida dello ‘ius soli’, quando ha capito - dai sondaggi - che la maggioranza degli Italiani non approvava e che il rifiuto stava impennandosi, si è sganciato dall'impegno solennemente assunto, lasciando in braghe di tela e col cerino in mano il Pd e Leu. Tutto questo perché si constati quanto sia difficile competere, da parte dei partiti tradizionali, con una forza politica che non ha vincoli, non ha statuti veri, non fa congressi, non ha correnti ma appetiti diffusi e cupole, e che può inseguire (o precedere) l'opinione pubblica come più gli aggrada. Ma il vero punto di forza dell’M5s è che esso opera in un panorama politico che, anche sociologicamente, è rimasto disastrato – finanche in Molise - da tutti gli altri partiti avvicendatisi negli ultimi 30 anni. In questo arco di tempo, tutto è cambiato profondamente ma i ‘veci’ continuano con le loro litanie incomprensibili, il loro linguaggio contorto, le loro scaramucce disperanti, il loro approccio bizantino, i loro rinvii compulsivi, le loro clientele insaziabili.

Decidono nulla perché hanno paura di tutto. Grillo, invece (che pure proposte non ne ha), da uomo di comunicazione (non soporifero come un giornalista ma elettrizzante come un guitto) sa mettersi in comunicazione con la gente, vellicandone i furori. Oltre ad essere un saltimbanco, ha anche il senso della metrica politica; mentre gli altri leader si ripetono, diventando prevedibili, lui cambia canovaccio, ben capendo persino quanto sia necessario starsene zitto. Avendo capito che l'M5s può diventare il partito di Palazzo Chigi ha licenziato Di Battista, facendogli dire di volersi dimettere per accudire l’infante. E l'ha sostituito con Di Maio che, da qualche mese, si esprime con discorsi che promettono pace, sviluppo, occupazione, serenità e che piacciono alle mamme. È con un partito del genere che i democratici italiani debbono vedersela. E, da quel che si è detto, non sarà facile.

Claudio de Luca

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