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Spagna, l'Eta: smantellate tutte le nostre strutture | Rajoy replica:solo propaganda

Il premier spagnolo ha escluso che, nonostante la dissoluzione dellʼorganizzazione separatista basca, i membri del gruppo armato possano ottenere "impunità per i loro crimini"

Spagna, l'Eta: smantellate tutte le nostre strutture | Rajoy replica:solo propaganda - foto 1
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L'organizzazione separatista basca Eta annuncia di aver "smantellato tutte le sue strutture" e di "aver messo fine alla sua attività politica".

In un comunicato ufficiale inviato ai media spagnoli, il gruppo armato aggiunge che venerdì ci sarà una "conferenza internazionale" per una "pace giusta e duratura" nei Paesi baschi francesi. Immediato il commento del premier spagnolo Mariano Rajoy, che parla di un'operazione di "pura propaganda".

Rajoy ha definito "rumore" e "propaganda" l'annuncio del gruppo armato basco Eta affermando che "la sola verità" è che l'organizzazione separatista "è stata sconfitta dall'azione dello stato di diritto e dalla forza della democrazia spagnola". Il premier spagnolo ha quindi escluso che nonostante la dissoluzione dell'Eta i membri del gruppo armato possano ottenere "impunità per i loro crimini".

Il ministro dell'Interno, Juan Ignacio Zoido, ha assicurato che "continueranno le indagini sui crimini irrisolti" commessi dai terroristi. "L'Eta non ha ottenuto nulla con la promessa di fermare gli omicidi e non ottiene nulla annunciando quella che chiama la dissoluzione", ha detto Zoido.

Nel 2011 c'era stata la dichiarazione unilaterale di tregua "permanente", e fin da allora il governo conservatore del Pp guidato da Mariano Rajoy, appena andato al potere, mise in chiaro che non ci sarebbe stata una contropartita: non un rilascio di "prigionieri politici", né concessioni al governo autonomo basco e neanche un riconoscimento politico come interlocutore.

Un anno fa c'era stata la "resa", con la cessione senza condizioni alla polizia francese dei nascondigli segreti di armi ed esplosivi e una decina di giorni fa una lettera di scuse alle famiglie delle vittime.

Nata nel 1958, nel pieno della dittatura di Francisco Franco, l'Eta conquistò risonanza mondiale con il clamoroso attentato con cui nel 1973 uccise il braccio destro del "caudillo", il primo ministro Luis Carrero Blanco, con una bomba in un tombino, che esplose al passaggio della sua auto blindata. Dopo la fine della dittatura nel 1975, l'Eta continuò la sua battaglia per l'indipendenza dei baschi, rivolgendola contro lo stato democratico, intrecciando, come l'Ira irlandese, nazionalismo e temi di liberazione sociale.

Secondo il governo spagnolo, le sue vittime ammontano a 853 persone, 443 delle quali poliziotti o membri della Guardia civil, 58 uomini d'affari, molti dei quali baschi, e 39 politici. L'annus horribilis fu il 1980, con 100 morti. Ma anche il 1987, con i 21 civili uccisi con una bomba in un mercato a Barcellona. Una scia di sangue che comprende anche 2.600 feriti e 86 rapiti. La ferita più profonda fu il rapimento e l'assassinio, nel 1997, del giovane funzionario conservatore Miguel Angel Blanco, che per reazione provocò una manifestazione oceanica contro il terrorismo. Un gesto di brutalità che accelerò la sconfitta dell'organizzazione.