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Vittime Gaza, Ankara espelle l'ambasciatore d'Israele | Tel Aviv replica e caccia l'omologo turco

Fra gli oltre 60 morti anche una neonata di otto mesi deceduta per lʼinalazione dei gas lacrimogeni sparati dallʼesercito. Appello dellʼOnu: "Situazione disperata, agire per evitare una guerra"

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Ankara ha chiesto all'ambasciatore israeliano in Turchia, Eitan Naeh, di lasciare il Paese dopo averlo convocato al ministero degli Affari esteri.

Naeh è stato espulso a seguito dell'uccisione di oltre 60 palestinesi, rimasti vittime dell'esercito israeliano durante gli scontri nella Striscia di Gaza. Porche ore dopo analoga decisione da parte di Israele con la cacciata dei diplomatici turchi. Le proteste sono coincise con l'apertura dell'ambasciata Usa a Gerusalemme.

Israele espelle il console turco a Gerusalemme - Il console turco a Gerusalemme è stato convocato al ministero degli Esteri israeliano questo pomeriggio e gli è stato chiesto "di ritornare in patria per un lasso di tempo per consultazioni". Lo ha annunciato il portavoce del ministero a Gerusalemme Emmanuel Nahshon. Una rappresaglia all'espulsione dell'ambasciatore israeliano in Turchia deciso dal governo di Ankare a "causa dei morti" a Gaza.

Appello dell'Onu: "Agire per evitare una guerra" - "Israele deve calibrare l'uso della forza, deve proteggere i suoi confini ma farlo in modo proporzionato. Mentre Hamas non deve usare le proteste per mettere bombe e compiere atti provocatori". Lo ha detto Nikolay Mladenov, coordinatore speciale dell'Onu per il processo di pace in Medio Oriente, durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza sulla situazione a Gaza. "La comunità internazionale deve intervenire e prevenire una guerra", ha aggiunto Mladenov, definendo la situazione nella Striscia "disperata".

Usa bloccano richiesta per indagine indipendente dell'Onu - Intanto gli Stati Uniti hanno bloccato una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza Onu elaborata dal Kuwait che esprimeva sdegno e dolore per la morte dei civili palestinesi a Gaza, e chiedeva "un'indagine indipendente e trasparente delle Nazioni Unite per determinare la responsabilità". Il responsabile dell'Onu per i diritti umani, Zeid Ràad Al Hussein, ha dichiarato: "I responsabili delle vergognose violazioni dei diritti umani dovranno renderne conto".

Neonata morta per lacrimogeni tra le oltre 60 vittime - Il bilancio degli uccisi negli scontri con l'esercito israeliano sul confine tra Gaza e lo Stato ebraico è salito a oltre 60. In questo numero anche la neonata di otto mesi morta, secondo il ministero della Sanità della Striscia, per l'inalazione dei gas lacrimogeni sparati dall'esercito e che si trovava sotto una tenda con i genitori. E l'Oms lancia l'allarme: "Il sistema sanitario è travolto da migliaia di feriti, servono 5,9 milioni di dollari per le necessità più urgenti".

Israele: "Uccisi almeno 24 terroristi" - Lo Shin Bet, la sicurezza interna di Israele, e l'esercito hanno rivelato che almeno 24 dei manifestanti palestinesi uccisi durante gli scontri sul confine con Gaza "erano terroristi nell'atto di compiere atti di terrore". La maggior parte di questi, hanno aggiunto, era di Hamas ed altri della jihad islamica.

Palestinese ucciso dal fuoco israeliano - Il ministero della Sanità, citato dall'agenzia Maan, ha riferito che, il giorno dopo le violenze di lunedì, un manifestante palestinese è stato ucciso da Israele ad est del campo profughi di Al-Bureij nella parte centrale di Gaza durate le proteste per l'anniversario della Nakba. L'uomo è stato identificato in Nasser Aourab, di 51 anni.

Secondo palestinese ucciso a frontiera fra Gaza e Israele - Un secondo palestinese è stato ucciso dal fuoco dei soldati israeliani nella Striscia di Gaza dove la barriera di separazione con Israele e' teatro di sporadici scontri con l'esercito israeliano. Lo ha annunciato il ministero della Sanità di Gaza. L'uomo, la cui identità non è stata fornita, e' stato raggiunto da un proiettile ad Est del campo profughi di al Bureij, secondo la medesima fonte.