IL FUTURO DELL'ITALIA

Gentiloni: preferirei non proseguire ma decide Colle

Il presidente del Consiglio ha quindi commentato l'ipotesi di un governo M5s-Lega definendolo "un'incognita soprattutto per la Ue"

06 Mag 2018 - 21:56
 © lapresse

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Invocando il governo Gentiloni che resti fino alle urne "non so se Di Maio mi abbia fatto un favore o meno perché un governo senza un rapporto di fiducia col Parlamento" sarebbe "un problema". Lo dice il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, aggiungendo che preferirebbe non restare a palazzo Chigi "ma quello che decide il presidente della Repubblica mi troverà sempre pronto a rispondere. Lo considero un dovere".

"Governo M5s- Lega? Incongnita soprattutto per Ue" - Gentiloni ha poi commentato l'ipotesi di un governo Lega-M5s. "In campagna elettorale da una parte si è sentita la fiera delle velleità. Se poi pensiamo ai toni, ancora fatico a capire come la Lega e i Cinque stelle, che non sono parenti stretti, riescano a fare davvero un governo insieme. E comunque certamente è un'operazione legittima ma a livello europeo sarebbe considerata un'incognita abbastanza singolare per un grande Paese come l'Italia".

Gentiloni prende le distanze da Renzi: "Sbagliato dire: tocca a loro" - Detto ciò Gentiloni ha però preso le distanze dalle scelte fatte da Matteo Renzi. Secondo il presidente del Consiglio, il Pd ha infatti sbagliato a dire "tocca a loro" e opporre un "gran rifiuto" al dialogo con M5s. Un'intesa di governo non era "realistica", ma andare al tavolo "avrebbe messo a nudo le contraddizioni" dei Cinque stelle.

Il "mea culpa" dopo la disfatta del Pd - E difatti, nella partita interna al Pd, Gentiloni si schiera con Maurizio Martina: "Dobbiamo dargli un po' di tempo e una mano al suo impegno per l'unità". "Abbiamo preso due sberle, al referendum e alle politiche, ed è allarmante che non ci siamo chiesti il perché", ha attaccato Gentiloni. "Quando la sconfitta è così bruciante non è colpa solo di Matteo Renzi ma coinvolge tutti i dirigenti a iniziare da me". E' il momento di far mea culpa per "cambiare" senza addossare la colpa agli elettori, ha aggiunto.

"Se ci sarà governo M5s-Lega, serve ampia coalizione di centrosinistra" - E, a differenza di quanto sostengono i renziani, sembra sposare la proposta di Beppe Sala e Carlo Calenda di una gestione collegiale del Nazareno per ripartire, senza andare allo scontro sul segretario in assemblea o affrettare il congresso. Se nascerà un governo M5s-Lega, ha detto, "bisogna costruire una coalizione ampia di centrosinistra, dai moderati alla sinistra combattiva".

Le incognite sul futuro del Pd - La delegazione Pd si vedrà al Nazareno lunedì mattina, prima di salire al Quirinale. Fuori dalla partita e pronti a sostenere Mattarella con il via libera a un governo "di responsabilità", i Dem continuano a sperare di evitare il ritorno alle urne.

La nascita di un governo senza il Pd aprirebbe la strada all'assemblea del partito, per eleggere un nuovo segretario (Maurizio Martina è in corsa e Renzi vorrebbe sfidarlo con un nome come Lorenzo Guerini) e potrebbe rinviare invece la data del congresso, anche considerato che contro il candidato in pectore della minoranza, Nicola Zingaretti, il fronte renziano non ha un nome. In campo c'è il renziano "non ortodosso" Matteo Richetti, ma a Renzi dice: "Il tuo campionato non è il prossimo", e lo invita a tenersi fuori dalla partita. Ora pero' le parole di Gentiloni rimescolano le carte: con il premier in campo al fianco di Martina, gli equilibri potrebbero cambiare.

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