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Dall'archivio:

L’Anpi e il pensiero unico dominante

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“Se non ci fossero, dovrebbero inventarli.  Saranno anche politicamente agli antipodi le ideologie che sorreggono i nostalgici che sabato ‘marceranno’ ancora su Roma, e quelli che organizzeranno l’ennesima ‘mobilitazione’ in piazza Liberazione a Magenta,  ma sta di fatto che gli uni sono la ragione di sussistenza degli altri.  Perché se non ci fossero quelli di Forza Nuova e simili, francamente, con tutto il rispetto, vorremmo capire quale potrebbe essere oggi la funzione dell’Anpi. 

Purtroppo, è triste dirlo ma è nei fatti. L’Anpi oggi appare come una realtà tutto fuorché apartitica ed è questo il suo problema. Vero è, infatti, che ogniqualvolta c’è la chiamata alle armi, immancabili, spuntano le bandiere rosse (accanto a quelle arcobaleno).  E così la politica dei due pesi e delle due misure ha gioco facile. 

Basti pensare che uno dei principali esponenti dell’Anpi del Magentino è quell’Antonio Oldani storico esponente del partito della Rifondazione Comunista, in quel di Sedriano. Quelli della falce e martello e quelli che mai hanno condannato apertamente l’Unione Sovietica per i milioni  tra ebrei, omosessuali, zingari, dissidenti e quant’altri mandati a morire nei Gulag (sopra la cartina dell’ex Urss disseminata di Gulag) da Stalin. Tutti ovviamente considerati ‘nemici del popolo’.

Per carità, di Oldani  apprezziamo il forte impegno sociale su vari fronti. Tuttavia, nelle note che puntualmente  riceviamo dall’Anpi c’è sempre il richiamo forte al pericolo dei rigurgiti del nazifascismo – e ci sta tutto –  ma mai, neanche per caso,  un riferimento alle nefandezze compiute dagli altri totalitarismi.  Ci basterebbe questa espressione un po’ generica. Ma neanche quella.  E allora quella che a molti potrebbe sembrare una provocazione, non lo è affatto.  Quelli che sabato forse sfileranno a Roma, paradossalmente fanno un grosso favore a chi guarda le vicende dalla Storia  con una prospettiva figlia di un pensiero unico omologante e un po’ comodo. 

Poi, però,  c’è la gente normale. Quella con giudizio critico,  che guarda in faccia alla realtà con un po’ di sana coerenza e senza una visione impregnata di ideologia.  E’ la maggioranza silenziosa che, non a caso, segue con distacco queste ‘mobilitazioni’ che vanno sempre e soltanto in un’unica direzione”.

F.V.

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