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TURGOVIAUDC, gli integralisti islamici sono «una bestia che mira a sradicare la nostra società libera»

28.10.17 - 12:27
Il partito intende contrastare l'islam radicale con l'introduzione di controlli alle frontiere, la messa sotto osservazione degli Imam e una restrizione dell'immigrazione
Keystone
UDC, gli integralisti islamici sono «una bestia che mira a sradicare la nostra società libera»
Il partito intende contrastare l'islam radicale con l'introduzione di controlli alle frontiere, la messa sotto osservazione degli Imam e una restrizione dell'immigrazione

FRAUENFELD - L'Islam radicale rappresenta una minaccia per la sicurezza in Svizzera: l'UDC, che chiede tolleranza zero in merito, intende contrastare questo pericolo con l'introduzione di controlli alle frontiere, la messa sotto osservazione degli imam e una restrizione dell'immigrazione, in particolare denunciando l'accordo bilaterale di libera circolazione con l'Unione europea (UE).

Nel corso dell'assemblea dei delegati dell'Unione democratica di centro tenutasi oggi a Frauenfeld, nel canton Turgovia, il presidente del partito Albert Rösti ha paragonato gli integralisti islamici a "una bestia che mira a sradicare la nostra società libera". Nei loro confronti, ha aggiunto, ci vuole una politica di tolleranza zero.

Il partito ha quindi elaborato un catalogo di provvedimenti da adottare per contrastare la minaccia islamista. Tra di essi, ha precisato Rösti, figurano i controlli sistematici alle frontiere della Svizzera, la chiusura di moschee e di istituzioni islamiche che diffondono l'Islam radicale e l'incarcerazione dei cosiddetti turisti della Jihad al loro ritorno in Svizzera. L'UDC vuole inoltre monitorare l'operato degli imam e vietare il sostegno finanziario proveniente dall'estero dell'Islam in Svizzera.

Per troppo tempo "la classe politica nella Berna federale, nei cantoni e nei comuni ha trascurato le conseguenze di una strisciante islamizzazione", ha dal canto suo affermato il consigliere nazionale solettese Walter Wobmann. A causa di una tolleranza erroneamente interpretata, l'Europa è diventata il "cortile nascosto" degli ideologi di un Islam fondamentalista e jihadista, ha aggiunto.

Partendo da queste premesse, ha affermato il presidente Rösti, è importante che la Svizzera abbia un esercito forte e che proceda all'acquisto di nuovi aerei da combattimento. Di centrale rilevanza, secondo il presidente dell'UDC, anche la prevista iniziativa "per una immigrazione moderata", con la quale l'UDC mira alla sospensione della libera circolazione delle persone con l'UE. Il testo definitivo dell'iniziativa in questione è stato adottato ieri sera all'unanimità dal Comitato centrale del partito.

L'iniziativa prevede che la Svizzera regoli in modo autonomo la sua immigrazione e che non possa essere concluso nessun nuovo accordo internazionale che conceda la libertà di entrare in Svizzera a cittadini stranieri. Gli accordi internazionali esistenti e altri impegni non devono essere in contrasto con questi due principi.

Il testo elaborato con l'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) è attualmente all'esame della Cancelleria federale. Appena il partito avrà ottenuto l'autorizzazione, avvierà la raccolta delle firme. Se il testo sarà accolto in votazione, il Consiglio federale avrà un anno di tempo per negoziare la fine della libera circolazione delle persone.

Sul podio ha poi preso la parola il giornalista Kurt Pelda, che ha recentemente portato alla luce il caso dell'"imam dell'odio" di Bienne Abu Ramadan. Nella sua relazione, Pelda ha affermato che la comunità salafita in Svizzera - che conta circa mille affiliati - è relativamente piccola, ma in regolare contatto con gli ambienti radicali all'estero. Il giornalista ha stimato che in Svizzera vi sono circa 270 moschee: si sa poco su cosa succeda tra quelle mura e ciò è preoccupante. Tuttavia - ha aggiunto - i musulmani presenti nella Confederazione non dovrebbero essere sistematicamente sottoposti a controlli o discriminati a causa del loro credo religioso.

I 357 delegati presenti hanno infine potuto ascoltare il vicecapo dei servizi segreti svizzeri Paul Zinniker illustrare per sommi capi la nuova legge federale sulle attività informative.

Secondo Piero Marchesi, presente all'assemblea, la minaccia dell'islam radicale «necessita di risposte chiare e concrete». 

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