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Elezioni Politiche 2018 Italia

Un Governo per l'Italia, cosa succederà nei prossimi giorni

Sono previste una serie di scadenze e 'tappe obbligate' che precedono la formazione di un nuovo governo anche se non è affatto garantito che si possa formare, visti i risultati delle elezioni e l'assenza di un vincitore con numeri sufficienti a governare

Quando nascerà il nuovo Governo? Chi sarà al potere? Tante domande degli italiani e una necessità, quella di far presto che si scontrano con i tempi delle istituzioni e i passaggi formali. La nuova legislatura infatti prenderà ufficialmente il via con la prima seduta di Camera e Senato venerdì 23 marzo. Oggi e fino a quando un nuovo governo incaricato dal Capo dello Stato non si sottoporrà alla prova della fiducia delle Camere Gentiloni resterà presidente del Consiglio e tutti i ministri ai loro posti per gestire quella che è "l'ordinaria amministrazione". Non un paese bloccato quindi, ma tutte le scelte politiche, come l'agognato reddito di cittadinanza o l'abbassamento delle tasse resteranno in standby.

Verso il nuovo Governo, il calendario

Sono previste una serie di scadenze e 'tappe obbligate' che precedono la formazione di un nuovo governo anche se non è affatto garantito che si possa formare, visti i risultati delle elezioni e l'assenza di un vincitore con numeri sufficienti a poter governare.

Al termine di tutte le operazioni di scrutinio (operazione ancora in corso per via dei ricorsi) e delle operazioni di assegnazione dei seggi in base ai voti ottenuti, l'Ufficio centrale circoscrizionale procede alla proclamazione degli eletti. Dell'avvenuta proclamazione il presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale invia attestato ai parlamentari proclamati e ne dà immediata notizia alla segreteria generale della Camera di appartenenza. Alle Camere è riservata la convalida della elezione dei propri componenti. Nessuna elezione può essere convalidata prima che siano trascorsi venti giorni dalla proclamazione.

Ecco dunque che si arriva alla prima scadenza, ovvero l'arrivo degli onorevoli eletti al nuovo Parlamento. I neo senatori sono attesi a palazzo Madama da lunedì 19 marzo, mentre Montecitorio aprirà le porte ai neo deputati dal giorno successivo, martedì 20 marzo

I neo onorevoli dovranno effettuare alcuni adempimenti necessari a poter svolgere le loro funzioni, come la registrazione, le foto necessarie per i relativi tesserini di riconoscimento e altri adempimenti burocratici.

Il nuovo Parlamento si riunisce per la prima volta venerdì 23 marzo e procede all'elezione dei rispettivi presidenti. Con la prima seduta delle Aule di camera e Senato prende ufficialmente il via la XVIII legislatura.

Il 25 marzo è la data limite per comunicare al segretario generale di Montecitorio l'appartenenza al gruppo parlamentare: i neo deputati possono infatti anche "cambiare sponda" poichè non esiste un vincolo di mandato. Ad esempio gli 8 parlamentari eletti dai 5 stelle ma espulsi dal Movimento potrebbero anche non dimettersi come chiesto da Di Maio ma scegliere di non iscriversi al gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle optando per il Gruppo Misto in cui si troveranno in compagnia dei deputati di Liberi e Uguali, eletti in un numero inferiore a quello previsto per la costituzione di un gruppo parlamentare alla Camera, così al Senato. 

Una volta eletti i nuovi presidenti di Camera e Senato la seconda seduta del Parlamento sarà dedicata all'elezione dell'Ufficio di presidenza, composto da quattro vicepresidenti, tre Questori e otto segretari.

Le dimissioni di Gentiloni 

Una volta eletti i presidenti delle due Camere e costituiti i gruppi, il presidente della Repubblica potrà avviare le consultazioni. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per cortesia istituzionale e secondo la prassi, dovrebbe recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. Ovviamente le dimissioni saranno 'congelate' e il premier resterà a palazzo Chigi per il disbrigo degli affari correnti finché non si formerà il nuovo governo. Le consultazioni non sono normate dalla Costituzione, ma sono una prassi.

Le consultazioni e la scelta del Quirinale

Solitamente si comincia con i presidenti delle Camere e con gli ex presidenti della Repubblica, in questo caso sarà quindi consultato Giorgio Napolitano. Poi saliranno al Quirinale i rappresentanti dei gruppi parlamentari, che potranno decidere di avere in delegazione anche il leader del partito. A volte si comincia con il gruppo più grande, altre con quello più piccolo. Le consultazioni durano un minimo di due giorni, solitamente. Se alla fine del primo giro di consultazioni non si arriva all'individuazione di una maggioranza, si può procedere ad altri giri di consultazioni o, come in passato, all'indicazione di un 'esploratore' - che potrebbe essere anche uno dei presidenti del Parlamento appena eletti, poiché espressione di una maggioranza numerica - che compirà i suoi sondaggi tra i partiti per verificare se sia possibile indicare una maggioranza che sostenga un governo

Il presidente della Repubblica, una volta individuata una maggioranza parlamentare, convocherà il candidato presidente del Consiglio per conferirgli l'incarico, che potrà essere pieno o con alcune condizioni (in quel caso si parla di preincarico). L'incaricato può accettare subito o accettare l'incarico con riserva, ovvero prendersi alcuni giorni per avviare un confronto con le forze politiche e solo dopo tale confronto sciogliere la riserva. 

Una volta accettato l'incarico, il premier forma il governo e stila la lista dei ministri da proporre al Capo dello Stato, durante un colloquio al Colle. Trovata l'intesa sulla lista, il presidente della Repubblica nomina i ministri. Entro poche ore presidente del Consiglio e ministri giurano nel salone delle Feste al Quirinale. 

L'esecutivo, una volta prestato giuramento al Quirinale, scenderanno a palazzo Chigi dove si terrà la cerimonia della campanella, cioè il passaggio di consegne con il premier uscente, e la prima riunione del Consiglio dei ministri che servirà a nominare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. 

Dopo il passaggio di consegne tra il presidente del Consiglio uscente e il nuovo, il neo-premier si riserverà alcune ore per scrivere il discorso programmatico con il quale si presenterà alle Camere per chiedere il voto di fiducia. Solitamente vale il principio della 'culla': si chiede per prima la fiducia alla Camera che la volta precedente fu lasciata per ultima. In questo caso si dovrà cominciare dal Senato. Ottenuta la fiducia il governoè in carica e può cominciare la sua attività. 

Si torna a votare già nel 2019, ma solo per le elezioni europee? 

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