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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Pensioni, salute e migranti: M5s e Lega mai così vicini

Su molti temi i programmi di M5S e Lega si assomigliano: dal superamento della legge Fornero con le reintroduzione del vecchio sistema delle quote, all'abolizione del decreto Lorenzin sui vaccini. Ma anche sull’immigrazione le posizioni di Salvini e Di Maio non sono poi così lontane

Difficile dire cosa accadrà dopo il voto del 4 marzo. Al momento, com’è noto, la coalizione con più possibilità di riuscire a formare un governo è quella di centrodestra, ma in caso di stallo non è impossibile escludere un esecutivo che nasca da una maggioranza più ampia: le così dette larghe intese, o per alcuni il grande inciucio.

Ciò che ci chiediamo è: al di là dei numeri, è davvero impossibile, dal punto di vista politico, ipotizzare un’allenza post-voto tra Lega e M5s? Salvini e Di Maio assicurano che no, una simile eventualità non è neppure da prendere in considerazione, ma i programmi dei due partiti dicono altro. Certo le divergenze non mancano, ma su alcuni punti qualificanti le similtudini sono evidenti.

Pensioni e legge Fornero, i programmi di Lega e M5s

A cominicare dal capitolo pensioni: per Salvini, a differenza dei suoi alleati di coalizione, abolire la legge Fornero è un imperativo categorico. I 5 Stelle parlano invece di "superamento" della riforma, ma nei fatti, da quel poco che hanno lasciato intendere, entrambi i partiti vorrebbero tornare al vecchio sistema delle quote. Quota 41 (età minima di contributi versati per poter accedere alla pensione) e Quota 100 (la somma di età anagrafica e contributiva dovrà essere superiore a 100).

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Non è chiaro il modo in cui sia Lega che M5s vorrebbero declinare le due proposte. In una recente intervista al 'Sole 24 Ore' Salvini ha spiegato che gli italiani andranno in pensione "con 41 anni di contributi e comunque non oltre quota cento, che corrisponde alla somma tra età anagrafica e contributiva". 

Quanto ai pentestallati, in un articolo sul blog delle Stelle si parla di Quota 41 solo per i lavoratori precoci (esattamente come oggi), ma il M5s assicura "una certa flessibilità in uscita intorno a quota 100". Dunque proposte molto simili, per quanto per ora piuttosto generiche.

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Aumento alle pensioni minime

Quanto alle pensioni minime, il M5s vorrebbe portarle a 780 euro in linea con il reddito di cittadinanza, mentre Berlusconi ha più volte detto di voler aumentare le pensioni sotto la soglia di povertà: 1000 euro per tutti, comprese la casalinghe. Sul tema Salvini si è espresso di rado (è un cavallo di battaglia di Forza Italia, non della Lega), ma è un fatto che il tema dell’aumento alle minime compaia anche nel programma firmato dai tre leader della coalizione. Anche su questo punto, coperture permettendo, un’intesa è possibile.

Capitolo immigrazione

E sull’immigrazione? Sappiamo che il tema è molto caro a Salvini che ne parla un giorno sì e l’altro pure. I 5 Stelle sono più sulla difensiva, ma negli ultimi anni all’approccio terzomondista e più spiccatamente di sinistra delle origini, nel Movimento ha trovato spazio un pensiero più pragmatico e per molti versi "di destra". Di recente Di Maio ha detto di non volersi rassegnare "all’idea che siccome ci sono poche nascite dobbiamo favorire l’immigrazione. Prima lavoriamo alle politiche di sostegno alle famiglie italiane". Parole che hanno ottenuto il plauso dell’esponente leghista. Solo due giorni fa Di Battista ha rincarato la dose: "Ci sono troppe persone irregolari che non hanno per me diritto a vivere in Italia. E non penso sia razzismo - ha detto in radio il parlamentare M5s - Occorono accordi per i rimpatri. Non è razzismo. Ma il problema dell’immigrazione va affrontato seriamente perché sta diventando un business". 

Quanto ai programmi il M5s insiste sopratutto su due punti:

  • Cooperazione internazionale finalizzata anche alla stipula di trattati per i rimpatri.
  • 10.000 nuove assunzioni nelle commissioni territoriali per valutare, in un mese, come negli altri paesi europei, se un migrante ha diritto a stare in Italia o no. 

Nel programma parziale del M5s non mancano comunque spunti cari alla sinistra (anche radicale): embargo alla vendita di armi ai Paesi in guerra civile, fine dello sfruttamento dei Paesi terzi, una vera cooperazione internazionale e di sviluppo dei Paesi di origine. I 5 Stelle chiedono inoltre “la revisione del Regolamento di Dublino III che assegna gli oneri maggiori relativi all’esame delle domande di asilo e alle misure di accoglienza al primo Paese d'ingresso dell’Unione Europea”.

Immigrazione e Ius Soli, affinità e divergenze

E Salvini? Il leader della Lega ha un programma molto semplice (a dirsi): blocco degli sbarchi con respingimenti assistiti e stipula di trattati e accordi con i Paesi di origine dei migranti economici. Nel programma di centrodestra inoltre si fa riferimento ad un generico piano Marshall per l’Africa. Salvini vorrebbe dunque rimpatriare tutti i clandestini presenti sul suolo italiano, idea a quanto pare non sgradita neppure ai 5 Stelle. Quanto allo Ius Soli la Lega è ovviamente contraria a concedere la cittadinanza ai bambini migranti, ma anche il M5s non è che sia troppo favorevole. O meglio: è sia favorevole che contrario, dipende dai giorni.

Vaccini, si torna al passato?

Sul tema dei vaccini poi M5s e Lega hanno posizione identiche. Il decreto Lorenzin va cancellato, si torna ai 4 vaccini obbligatori contro i 10 previsti dalla legislazione vigente. Entrambi i partiti dicono di non essere contrari ai vaccini in linea di principio: è l’obbligo ad essere sbagliato. Molti esperti e immunologi hanno però spesso criticato questa posizione: raccomandare i genitori di vaccinare i propri figli non dà infatti alcuna certezza che venga raggiunta la soglia minima necessaria per mettere al riparo dalle malattie anche quei bambini che, per varie ragioni, sono impossibilitati a vaccinarsi. 

Le possibili divergenze

Ci sono ovviamente molti ostacoli ad un ipotetico governo M5s-Lega. A cominciare dal reddito di cittadinanza che è il vero punto qualificante del programma del M5s. Salvini ha più volte criticato questa proposta. Qualche tempo fa a Coffe Break, su La7, ha detto: "Preferisco tagliare le tasse a chi dà lavoro, non pagare la gente per non lavorare". Va detto che il centrodestra ha più volte parlato di un reddito di dignità per le fasce più deboli, ma poi la proposta è stata quasi lasciata cadere. Altro punto di scontro potrebbe essere il fisco: Salvini insiste con la Flat tax, i 5 Stelle hanno in mente una riforma dell’Irpef più organica, con detrazioni maggiori per i redditi bassi.

Perché è difficile un'allenza tra Lega e M5s

Ma al di là dei singoli punti l’ostacolo maggiore è di natura politica: per i 5 Stelle sarebbe difficile spiegare ai propri elettori (provenienti in buona misura anche da sinistra) un’alleanza con la Lega di Salvini.

Sui temi dei diritti e dei migranti il M5s si è abilmente destreggiato tra destra e sinistra, ammiccando agli elettorati di entrambi gli schieramenti: un’allenza con la Lega costringerebbe i penstastellati a dire da che parte stanno, col rischio molto elevato di perdere consensi da una parte o dall’altra. Né va dimenticato che il M5s ha sempre visto le alleanze con il fumo negli occhi. Proprio il rifiuto a stringere accordi parlamentari ha fatto sì che il M5s venisse percepito dagli italiani come un partito, anzi un movimento, a sé stante che non si piega alle logiche della "vecchia politica": sai che scandalo se ad inciuciare fossero Salvini e Di Maio. 

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