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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Il grande caos nel centrodestra

Dallo strappo sul nome del candidato premier alla querelle sui "riciclati": ecco perché a pochi mesi dalle urne tra Salvini e Berlusconi è di nuovo scontro aperto

C’era una volta il centrodestra unito e stretto attorno al suo leader, contrapposto ad una sinistra divisa e litigiosa. Il quadro politico della Terza Repubblica ci restituisce una realtà molto più rarefatta. Se la sinistra continua ad essere divisa, la novità è che si litiga - e molto - anche a destra. A tenere banco sono ancora le schermaglie tra Salvini e l’ex Cav, con il leader della Lega a vestire di nuovo i panni del "rottamatore". Il primo casus belli - scoppiato mercoledì scorso - è la decisione di Forza Italia di non schierarsi a favore della legge Molteni che cancella lo sconto di pena per i reati gravissimi. La reazione di Matteo Salvini non si è fatta attendere.

"Sospendiamo qualsiasi tavolo e incontro con Silvio Berlusconi finché non avremo spiegazioni ufficiali", ha tuonato Salvini parlando di "vergogna" e  di "ennesimo affronto alle donne e a tutte le vittime di violenza". Non passano 48 ore che il leader del Carroccio torna di nuovo alla carica. Intervistato da Repubblica, questa volta Salvini se la prende con la presunta volontà di Forza Italia di imbarcare "reduci e riciclati". L’altro Matteo è categorico: "Ma quale visione comune possiamo avere con questa gente? Se non diciamo subito dei no, e senza un programma chiaro e condiviso, io non firmo alcun patto".

Salvini vs Berlusconi: lo scontro sul post voto

Il terzo nodo è l’appoggio a un Gentiloni bis in caso di stallo post elezioni annunciato dal leader azzurro durante la presentazione del libro di Bruno Vespa. In caso non si riuscisse a formare un esecutivo - aveva detto Berlusconi - sarebbe giusto "proseguire con questo governo, per consentire alle forze politiche una campagna elettorale non brevissima" che possa durare "almeno tre mesi". Una eventualità su cui Salvini è netto: "Non daremo mai un appoggio a Gentiloni, a Renzi, a Monti, Draghi e simili", ha ricordato il leader della Lega.

"Berlusconi non è candidabile"

L’ultimo strappo sul nome del candidato premier. Per la Lega infatti Berlusconi "non è candidabile" e dunque non può proporsi come contendente per la leadership. "Se vince il Movimento 5 Stelle il premier è Di Maio, se vince il Pd è Renzi, se vince il centrodestra e la Lega prende un voto in più rispetto agli altri alleati è chiaro che sono io il premier", ha detto Matteo Salvini a Radio 1 Rai. Anche perché "Berlusconi non è candidabile quindi non può essere premier". Insomma, se la data del voto è sempre più vicina, sul patto di coalizione la destra fa un passo avanti e due indietro.

A ‘Repubblica’ Salvini ha infatti anche precisato che al momento non c'è nessun accordo. "Silvio? Non mi ha chiamato, lo sentirò, magari ci faremo gli auguri di Natale. Ma oltre questo non andiamo". In un editoriale pubblicato oggi su "Il Giorno" , dopo aver sottolineato che "è sopratutto Salvini a beccare Berlusconi", Bruno Vespa dà una propria lettura della vicenda: "I motivi di inquietudine di Salvini un fondamento tuttavia lo hanno", scrive il giornalista. Il primo è la rimonta di Forza Italia potrebbe crescere ancora. Se Salvini "si era illuso di poter fare man bassa dei collegi vincenti", di qui a breve le cose potrebbero cambiare.  "Il secondo motivo d’inquietudine per Salvini è il dopo elezioni - scrive Vespa - Il centrodestra potrà avvicinarsi molto al 40 per cento dei voti, ma non è facile aggiungervi una combinazione di seggi che gli garantisca la maggioranza assoluta". Sta di fatto che a pochi mesi dal voto nel centrodestra regna ancora il caos. E con le urne che si avvicinano, la grande coalizione - o il grande inciucio - resta pur sempre l'orizzonte più probabile. 

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