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Attualità | 21 agosto 2018, 09:33

Torino, la Festa del Sacrificio dedicata alle vittime di Genova. Giusta: "Musulmani parte integrante della società" (VIDEO)

Questa mattina a Parco Dora, tradizionale sede celebrativa di tutte le festività musulmane a Torino, migliaia di persone per la preghiera e il discorso dell'Imam Haouas

Torino, la Festa del Sacrificio dedicata alle vittime di Genova. Giusta: "Musulmani parte integrante della società" (VIDEO)

Sono partite ufficialmente questa mattina, sotto la grande tettoia post-industriale di Parco Dora, le celebrazioni di una delle più importanti festività per la comunità musulmana, la Festa del Sacrificio (Eid Al-Adha).

All'evento, come al solito molto atteso, hanno partecipato tra le diecimila e le quindicimila (secondo le stime di polizia e organizzatori) persone, provenienti da tutto il Piemonte e non solo: oltre ai fedeli, l'invito era infatti rivolto anche a personalità delle istituzioni e a cittadini di altre confessioni. 

Dopo il rito religioso delle 8.30, il discorso dell'Imam della Moschea della Pace di Corso Giulio Cesare Ahmed Haouas (scelto quest'anno dal Coordinamento delle Moschee di Torino) si è focalizzato sul comportamento che i musulmani dovrebbero tenere per restituire l'accoglienza avuta dall'Italia; Haouas ha poi dedicato una preghiera alle vittime e alla città di Genova. Alla vigilia, anche il portavoce dell'Associazione Islamica delle Alpi Brahim Baya aveva annunciato l'intenzione di “pregare per la pace, la sicurezza e per le vittime di Genova”. 

In rappresentanza della Città di Torino ha partecipato l'Assessore ai Diritti Marco Giusta. "È bene ripeterlo, chiaro e forte - ha dichiarato -, musulmani e musulmane sono parte integrante della nostra società, come i cattolici, i valdesi, gli ebrei, gli atei e persone appartenenti a tutte le altre fedi e spiritualità. Ed è bene ripeterlo perché c’è chi nega questa semplice realtà. Se lo fa non è perché è cieco, lo fa perché ha un’altra idea di società, una società immobile, che non cambia, che ha sempre le stesse strutture di potere. Il bianco un gradino sopra chi bianco non è. L’uomo un gradino sopra la donna, e tutti due gradini sopra musulmani, migranti, minoranze in ogni possibile accezione. È un pensiero che mi fa paura, che mi mette tristezza. Ma, come disse una volta Hasan al-Basrî, la tristezza prolungata in questo mondo genera le buone azioni”.

E ha concluso: "Queste buone azioni dobbiamo costruirle. Ieri è la somma di quanto fatto finora, oggi è una situazione ancora fluida in cui cittadine e cittadini musulmani lottano per veder riconosciuto il loro diritto a professare in pace la loro religione. E domani? Io credo che la risposta dipenderà da quanto abbiamo intenzione di lottare per una società in cui vincono rispetto e ascolto. Ascolto e rispetto per le scelte di fede, rispetto per uomini e donne, per le scelte di vita, per gli orientamenti sessuali".

Tutta l'importanza di una giornata come questa è sintetizzabile nelle parole di Mohamed Hamad, giovane attivista presente tra la folla: "Trovo molto bello che la comunità islamica riesca ad unirsi In un momento di difficoltà politica come quello che stiamo attraversando, significa che Torino sta perseguendo la strada giusta verso l'integrazione delle comunità straniere di religione islamica", ha affermato.

Marco Berton

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