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Attualità | 31 ottobre 2018, 16:32

Rapporto migranti, Nosiglia: "Sbarchi molto diminuiti, ma è il linguaggio usato che crea timori e diffidenza"

L'edizione 2018 dello studio Caritas e Migrantes mostra come su 4268 notizie date nei maggiori TG sul tema immigrazione, il 78% dava connotazione negativa. L'arcivescovo di Torino: "La realtà è diversa, non c'è invasione e ci sono molti esempi di integrazione"

Rapporto migranti, Nosiglia: "Sbarchi molto diminuiti, ma è il linguaggio usato che crea timori e diffidenza"

Il tema dell'immigrazione e degli stranieri non è soltanto un problema politico, ma anche culturale. In particolare di linguaggio. Lo dimostra l'edizione 2018 del Rapporto sull'immigrazione di Caritas e Migrantes. Su 4268 notizie date dai TG principali, nel 2017, ben il 78% aveva connotazioni negative su sicurezza e irregolarità. Finendo per distorcere una realtà che è, nei fatti, diversa.

A puntare il dito è anche l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia: "Gli arrivi sono diminuiti dell'80%, eppure se ne parla sempre di più e quasi sempre con accezioni malevole. Quante voci, minacce, provocazioni abbiamo ascoltato negli ultimi tempi a proposito di immigrati, rifugiati e organizzazioni non governative, dipinti come il nemico contro cui scaricare tutte le ansie e le paure contemporanee. Quante volte la solidarietà è stata messa in discussione e con lei tutti coloro che fino a ieri pensavano di operare per il bene comune. Bene comune e solidarietà, che è opportuno ricordare, stanno alla base della buona politica e della Costituzione del nostro Paese".

E se i numeri dimostrano come l'attenzione dei media si sia concentrata sui flussi migratori ("Dando l’impressione che ci fosse una vera e propria invasione di massa", dice Nosiglia), l'aspetto più pericoloso è un altro, secondo l'arcivescovo: "Il 34% delle dei servizi è stato dedicato e viene anche oggi dedicato a mettere in evidenza la relazione tra immigrati e criminali e sicurezza. Sulla accoglienza e i vari aspetti anche positivi della immigrazione solo l’11% e in circostanze occasionali è stato oggetto di notizie. Ci troviamo di fronte a una emergenza culturale che richiede un intervento strutturato e di lungo periodo. E’ necessario mettere in campo tutte le risorse educative capaci di stimolare un adeguato approfondimento rispetto a temi cruciali e di
accompagnare le nostre comunità verso l’acquisizione di una nuova grammatica della comunicazione che sia aderente ai fatti e rispettosa delle persone”.

E Nosiglia ricorda che lo stesso concetto è stato ribadito anche da Papà Francesco: “Quanti fomentano la paura nei confronti dei migranti, magari a fini politici, anziché costruire la pace, seminano violenza, discriminazione razziale e xenofobia, che sono fonte di grande preoccupazione per tutti coloro che hanno a cuore la tutela di ogni essere umano”. "Esiste una retorica - è l'affondo di Nosiglia - in molti Paesi di destinazione, che enfatizza i rischi per la sicurezza nazionale o l’onere dell’accoglienza dei nuovi arrivati, disprezzando così la dignità umana che si deve riconoscere a tutti, in quanto figli e figlie di Dio”.

Serve di questo un linguaggio nuovo. "Le parole sono segni che ci condizionano. Se rapportate a una dimensione reale, le parole possono cambiare dal negativo e critico al positivo e incoraggiante. Essere cristiani vuole dire avere Fede nella Parola di Gesù, che non semina odio, che non insegna ad avere timore dell’altro. Nella nostra Diocesi negli ultimi anni abbiamo accompagnato le nostre comunità parrocchiali in iniziative di conoscenza dei migranti, di accoglienza. Abbiamo superato la parola con gesti concreti, con la conoscenza reale delle persone di cui leggiamo o sentiamo parlare. Non è facile ma si tratta di piccoli segni concreti diffusi sul territorio".

E ancora: "Situazioni di abbandono, di promiscuità che non possono essere cancellate con la forza, ma vanno affrontate in modo pragmatico e propositivo", conclude Nosiglia, ribadendo come "anche il modello Ex Moi si sta rivelando vincente ed esige che sia portato avanti promuovendo un adeguato accompagnamento delle persone coinvolte, in concreti percorsi di formazione e di autonomia, basati su quelle garanzie necessarie a promuovere il loro graduale inserimento nella società con diritti e doveri propri di ogni cittadino".

Un pensiero, infine, alle recenti posizioni del governo Lega e Cinque Stelle: "Questo è un tempo di fatica: il recente Decreto Sicurezza mette insieme temi come immigrazione, richiedenti asilo, sicurezza e terrorismo. Chi si occupa di immigrazione sa che il grosso scoglio non è tanto la prima accoglienza, ma il lavoro, la casa e la salute. Oggi c’è incertezza sul futuro dell’accoglienza, e su questo è necessario continuare a confrontarsi sapendo che per i cristiani l’accoglienza è un tratto inderogabile della loro identità".

Massimiliano Sciullo

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