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Eventi | 01 novembre 2018, 15:32

Un secolo di pace in mostra al Centro Studi Sereno Regis di Torino

Apre domani “100 anni di pace”, con le storie di non violenza che hanno cambiato la società umana nonostante la guerra. Fotografie e testimonianze fino al 2 dicembre

Un secolo di pace in mostra al Centro Studi Sereno Regis di Torino

C’è una storia poco raccontata, ma che è parte integrante degli ultimi 100 anni dell’umanità. Una storia fatta di atti non violenti, resistenza, lotta senza cercare la distruzione fisica del nemico. È la storia di “100 anni di pace”, come è il titolo della mostra che aprirà domani, venerdì 2 novembre, al Centro Studi Sereno Regis.

Un concetto che stride con gli avvenimenti dell’ultimo secolo, segnati da due guerre mondiali, campi di concentramento, pulizie etniche. Eppure, a ben vedere, quegli atti di non violenza offuscati dalle bombe e dai proiettili hanno permesso alla società umana di progredire. C’è la storia di Rosa Parks, ad esempio, raccontata da una studentessa del Liceo “Germana Erba”, che ha aperto la conferenza stampa di presentazione della mostra, ospitata da Freedhome (via Milano 2).

Ma c’è anche una storia più torinese e italiana, con il viso e le parole di Bruno Segre, l’avvocato centenario che si è presentato di persona per raccontarla. Grazie a lui, e al movimento di cui Aldo Capitini (scomparso esattamente 50 anni fa) fu il promotore, l’Italia superò la leva obbligatoria per riconoscere l’obiezione di coscienza attraverso il servizio civile. Una condizione che oggi è di nuovo in discussione. “Capitini – ha detto Segre – tradusse la concezione della non violenza gandhiana in una dottrina, che si esprimeva nel rifiuto del servizio militare”.

La mostra, aperta fino al 2 dicembre, è divisa in tre sezioni: l’opposizione alla guerra e il superamento dell’idea di nemico; le lotte non violente in diverse parti del mondo; la pace nei confronti della natura. Ma all’interno si scorgono altri due percorsi. “Da un lato un’idea per affrontare i conflitti in maniera diversa – ha spiegato Angela Dogliotti, una dei curatori – e dall’altro l’impegno a cambiare paradigma nei confronti della natura”. “Non è un caso – ha aggiunto Elena Camino, altra curatrice – che inauguriamo la mostra in questi giorni. Il 4 novembre, per noi, significa festeggiare il fatto che la guerra è finita”. Oltre alla Festa delle forze armate, infatti, segna anche la fine della Grande Guerra per l’Italia. A curare la mostra sono stati anche Dario Cambiano e Paolo Candelari.

Fotografie, illustrazioni, manifesti ma soprattutto storie non violente, dalle battaglie di Greenpeace alla manifestazione che Pro Natura tenne a Torino nel 1970, compongono il percorso espositivo, presso la Sala Poli del centro studi di via Garibaldi. L’allestimento è stato curato da Paola Bizzarri, già collaboratrice di Nanni Moretti, che con il suo film “Habemus Papam” ha vinto Nastro d’argento nel 2011 e il David di Donatello nel 2012 per la migliore scenografia. “100 anni di pace” sarà accompagnata da una serie di eventi collaterali.

Tra questi, la proiezione del doc “Etty Hillsum: cuore pensante della baracca” di Werner Wieck e Andrea Andriotto (2004), in progamma il 6 novembre, introdotta dalla direttrice della Fondazione Vera Nocentini, Marcella Filippa. Oppure lo spettacolo “Voci tra la terra e il cielo”, di e con Paolema Guglielmetti e Michele Osella, prevista per il 12 novembre.

“Ci vuole una resistenza quotidiana – ha commentato Francesca Leon, assessora alla cultura del Comune di Torino – che ci permette di stigmatizzare quello che ci succede intorno”. La mostra è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Crt e con i fondi Otto per Mille alla Chiesa Valdese. Sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.30, giovedì e venerdì anche dalle 17 alle 20 e nel fine settimana dalle 10 alle 19. L’ingresso è libero.

Per informazioni: serenoregis.org

Paolo Morelli

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