Decreto Dignità. È questa la normativa, emanata la scorsa estate, più precisamente nel mese di luglio, del Governo in carica che più ha fatto discutere, scatenando numerose e infinite polemiche. La questione più contestata è legata soprattutto al divieto di pubblicità su qualsiasi tipo e forma di gioco d’azzardo. Ogni contratto non sarà più valido entro un anno dall’entrata in vigore, quindi nell’anno 2019. Altrimenti il rischio è quello di incorrere in sanzioni pesanti. Infatti, è previsto il pagamento di un importo pari al 20% del valore complessivo della campagna pubblicitaria. La cifra potrebbe essere di quelle da capogiro. A far rispettare le regole, in assenza di un vero e proprio organo preposto e incaricato, dovrà essere l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Insomma, un radicale cambiamento che colpisce un mondo dorato, che continua a fare profitti e che sembra non conoscere crisi e difficoltà. Ed ecco che sono sorti molti dubbi e i primi a farsene portatori sono stati gli operatori del settore, che hanno sottolineato come sarà tutt’altro che semplice rendere invalidi alcune tipologie di accordi da un momento all’altro. Il rischio è quello di gravi perdite dal punto di vista economico, che può riguardare anche amministrazioni.
La più grande problematica che dovranno affrontare i consumatori sarà quella di distinguere tra gli operatori legali e quelli illegali. Il timore è quello di un possibile riemergere e riaffiorare dell’illegalità. È lo stesso Decreto Dignità d’altronde a parlare di un riordino e di un riassetto del settore giochi. L’obiettivo è senza alcun dubbio quello di non concedere ed eliminare la possibilità di dare spazio al gioco illegale. A regnare però sembrano soprattutto essere l’incertezza e la poca chiarezza, data anche dall’assenza di vere e proprie linee guida da seguire. Al Governo spetta il compito di riorganizzare il tutto e di dare maggiori certezze e un po’ di stabilità a questo mondo. Sei mesi è il lasso di tempo che l’esecutivo sembra essersi dato. Quindi, quantomeno per il momento, occorre avere pazienza e aspettare.
Business plan: potrebbe essere questa l’espressione attorno a cui potrebbe ruotare tutto. La proposta e l’idea è infatti quella di creare dei modelli a cui dovranno ispirarsi gli operatori dotati di concessione. Un esempio da seguire potrebbe essere il business plan pubblicato da parte della Uk Gambling Commission. Quest’ultima si è basata su cinque capisaldi: il potenziamento della tutela dei consumatori, l’elevazione e l’innalzamento degli standard in tutti i settori di gioco, la costruzione di partenariati e lo sviluppo della comprensione, la garanzia del fair play sulla lotteria nazionale e un miglioramento della regolamentazione.
Questo il commento del presidente della Commissione Wiliam Moyes: “Chiediamo a tutti i nostri interlocutori di condividere le loro opinioni su come noi e nostri partner possiamo avere il migliore impatto sui consumatori, che sono al centro del nostro lavoro. La tutela del consumatore e la sua fiducia sono elementi fondamentali per noi. Quindi per aumentare la qualità del rapporto con i consumatori vogliamo incoraggiare il settore ad essere sempre più innovativo per continuare a mantenere il gioco d’azzardo sicuro, equo e libero dal crimine”. Parole di cui non si può non tenere conto e che possono rappresentare una base da cui partire.
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
RSS