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27/12/2017 06:00:00

Top news 2017: le elezioni surreali a Trapani, quelle stoppate a Castelvetrano

Tra le top news del 2017 non poteva mancare la politica e le elezioni amministrative che si sono svolte a giugno in provincia di Trapani. Si è votato per il sindaco e i consigli comunali, tra gli altri, nei Comuni di Trapani, Erice e Petrosino. A Castelvetrano, a pochi giorni dal voto il Comune è stato sciolto per mafia annullando le elezioni. 

Castelvetrano - Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti, ha sciolto il Consiglio comunale di Castelvetrano, per accertati condizionamenti dell’attività amministrativa da parte della criminalità organizzata. La gestione dell’ente, già sciolto per motivi amministrativi, affidata per diciotto mesi a un’apposita commissione, bloccando le elezioni a pochi giorni dal voto. Erano quattro i candidati sindaci: Luciano Perricone, ex consigliere comunale di “Liberi e Indipendenti”, è espressione del gruppo Errante–Lo Sciuto.
Gianni Pompeo, ex sindaco fino ai primi mesi del 2012 e sostenitore di Errante, è ormai da tempo in netta contrapposizione con l’ex primo cittadino. Dopo la rottura, Pompeo passò al Pd, ed era a capo di una coalizione che comprendeva: “Castelvetrano Avvenire”, “Città Nuova” e “Obiettivo Città”. Erina Vivona, espressione del movimento “Andare Oltre”, fondato da Francesco Bongiorno (figlio dell’ex senatore Beppe Bongiorno), in tandem con la lista “Insieme si può” formata dell’ex consigliere Ninni Vaccara. Maurizio Abate con la sua lista “Aria Nuova – Cittadini in movimento”.

A Trapani la campagna elettorale per il rinnovo del governo della città ad un certo punto è diventata surreale. Prima il senatore di Forza Italia, Antonio D’Alì e candidato sindaco, è stato raggiunto da una richiesta di misura di prevenzione dell'obbligo di dimora presso il comune di residenza emessa dalla DDA di Palermo. Poi l'arresto, per corruzione, di Mimmo Fazio, per la vicenda Mare Monstrum. L'ex deputato regionale e candidato Sindaco, agli arresti assieme all'armatore Morace, nonchè il dirigente regionale Montalto. La vicenda riguarda la corruzione per l'assegnazione dei fondi per i collegamenti con le isole minori nella quale è rimasta coinvolto il sottosegretario Simona Vicari.

D'Alì parla di persecuzione giudiziaria e di attacco alla dignità personale, ma posege fno all'elezioni.
A Trapani in campo per la candidatura a sindaco Antonio D'Alì, senatore in carica dal 1994, batte bandiera di Forza Italia. La sua candidatura ha preso forma lentamente, qui d'Alì si gioca la carriera politica, il suo sogno è stato sempre quello di chiudere gli anni dedicati alla politica amministrando la sua città.

Fazio è stato sottoposto venti giorni agli arresti domiciliari, tra le accuse quella di corruzione. A Fazio la revoca degli arresti domiciliari è stata concessa ad appena una settimana dal voto.

Ecco quali erano i candidati a Trapani. Mimmo Fazio candidato di cinque liste civiche, ex sindaco della città prima di Vito Damiano. Ha amministrato per dieci anni e sei mesi. Cinque le liste: Uniti per il Futuro, Progetto per Trapani, IO ci sono, Lista Fazio, Trapani Tua-Udc. Incassa l'appoggio di Mimmo Turano a cui fa riferimento la lista Trapani Tua. Tre gli assessori designati Anne Marie Collart Morace, Margherita Ciotta e l’onorevole Mimmo Turano.
Il candidato scelto e messo in campo dal PD è Pietro Savona.  Savona, lontano dalla politica attiva per ben dieci anni, decide di accettare la candidatura e di provare a traghettare il partito verso il governo della città. Tre le liste in appoggio di Savona: PD, Trapani Svegliati, Cittadini per Trapani. Tre gli assessori indicati: Ninni Polizzi, Carlo Foderà, Ignazia Bartholini.
La campagna elettorale dei dem è stata improntata al cambiamento della città di Trapani amministrata per lunghi venti anni da personaggi determinati, per lo più, dal centro destra. Poi l'asse del candidato si è spostato sui problemi giudiziari degli altri due candidati, d'Alì e Fazio. Savona si è lanciato anche ad un eventuale ballottaggio dove è chiaro per lui non fare apparentamenti con nessuno dei due citati candidati.

Giuseppe Marascia, è il candidato della lista civica A Misura d'Uomo. Un movimento che fa capo anche a Natale Salvo, blogger.
Marascia ha una sola lista che prende il nome del movimento e ha indicato tre assessori: il senatore in carica Fabrizio Bocchino, Anna Maria Campo e l’architetto Roberto Rao.
Per Marascia il destino di questa tornata elettorale è stato segnato fin dall'inizio, per Marascia al ballottaggio andranno d'Alì e Fazio, le vicende giudiziarie non hanno scalfito l'immagine dei due politici, almeno agli occhi della città.
Il movimento Cinque Stelle ha puntato su Marcello Maltese, una sola lista a sostegno, del resto i grillini non si apparentano con nessuno.
Una campagna elettorale partita in sordina e poi man mano ha avuto una rimonta. Beppe Grillo a Trapani ha riempito la piazza, non è stata semplice curiosità. Maltese ha avuto uno sprint finale non da poco e si attesterà certamente ad una buona percentuale.

La campagna elettorale a Trapani è stata caratterizzata da eventi giudiziari di cui la città chiamata al voto avrebbe fatto volentieri a meno. Il risultato delle urne poi ha stravolto il tessuto politico non solo trapanese ma anche provinciale. La sconfitta del senatore Antonio d'Alì ha cambiato il termometro della situazione trapanese. Da più parti era scontata la sua vittoria già al primo turno, poi si ventilava un ballottaggio con il suo maggior competitor Mimmo Fazio per il quale la Procura fa ricorso contro la sua scarcerazione.

Antonio D'Alì arriva terzo, una sua lista “X la Grande Città” non arriva nemmeno al 5%, una debacle che ha creato rumors. Trapani tornerà alle urne per il ballottaggio il prossimo 25 giugno, a contendersi la carica di Primo Cittadino Piero Savona del PD e Mimmo Fazio.

il candidato a sindaco di Trapani, Girolamo Fazio, decade dal ballottaggio del 25 giugno: non ha presentato entro il termine ultimo previsto dalla legge – la lista degli assessori. Il suo avversario, Pietro Savona, non ha uno sfidante ma per essere eletto avrà bisogno di un’affluenza alle urne che superi il 50% e del 25% di consensi del corpo elettorale. Martedì Fazio aveva invitato gli elettori a non votarlo e poi si era dimesso da deputato regionale; è indagato per corruzione e traffico d’influenze. A Trapani gli scritti nelle liste elettorali sono 60.023 e per essere eletto Savona dovrà ottenere 15.006 preferenze. Sulla sua strada, dunque, c‘è un doppio sbarramento: superamento del 50% dell’affluenza e del 25% dei consensi. 

A Trapani per il turno di ballottaggio alle amministrative in corsa c'era un solo candidato a sindaco, Piero Savona (Pd), dopo che il suo avversario, Mimmo Fazio (centrodestra), è stato estromesso dal ballottaggio per non avere volontariamente designato gli assessori. Gli elettori, indirettamente, sceglieranno tra un sindaco e un commissario che sarà nominato dalla Regione nel caso in cui non si dovesse raggiungere il quorum del 50% più uno degli elettori. Savona dovrà inoltre ottenere almeno il 25% delle preferenze di tutti gli aventi diritto al voto. In caso contrario decadranno anche i consiglieri eletti al primo turno nelle liste. La decisione di Fazio di ritirarsi dal ballottaggio è legata all'inchiesta giudiziaria che ha portato il 18 maggio scorso al suo arresto con l'accusa di corruzione. L'ex sindaco di centrodestra, al quale era stata revocata la misura dei domiciliari il 3 giugno scorso, pur risultando il candidato più votato al primo turno, aveva deciso di ritirarsi ma senza formalizzare ufficialmente la sua decisione. In quest'ultimo caso sarebbe andato infatti al ballottaggio il senatore di Forza Italia Antonio D'Alì, suo acerrimo rivale dopo un lungo sodalizio politico. Anche D'Alì durante la campagna elettorale aveva avuto guai giudiziari: gli era stata infatti notificata una richiesta di soggiorno obbligato dalla Procura di Palermo per "pericolosità sociale" dopo l'assoluzione dall'accusa di concorso in associazione mafiosa.

I dati definitivi dell'affluenza: 26,75%, appena un quarto degli aventi diritto. Servivano esattamente il doppio degli elettori. Nella surreale e difficilissima campagna elettorale di Trapani, i cittadini hanno scelto di non votare, rifiutando, di fatto, la proposta di Piero Savona.

Ad Erice  è stata eletta sindaca al primo turno  Daniela Toscano: "E' un grande onore per me, dopo una campagna elettorale abbastanza lunga, dato che ho fatto anche le primarie. Ma sono contenta, perché ero un'amministratrice uscente e i cittadini ericini hanno voluto premiare la continuità". 

"Daniela Toscano sindaco di Erice, per me un'esperienza comunque utile... ho dato il mio contributo per dare ad Erice il primo sindaco donna! Buon lavoro ai consiglieri del Pd!" è il commento di Valentina Villabuona, candidata, non eletta, per il Pd ad Erice in consiglio comunale. Concetta Montalto 692 voti; Luigi Nacci 3334 voti; Maurizio Oddo 1741 voti; Maurizio Sinatra 1519 voti; Daniela Toscano 5812 voti;Daniela Virgilio 758 voti.

La città di Petrosino ha scelto la continuità amministrativa del sindaco uscente, Gaspare Giacalone. Una campagna elettorale forte, con toni accesi e accusatori, la cittadinanza non ha avuto dubbi ad accordare fiducia a chi, negli ultimi cinque anni, li ha amministrati. Il suo maggiore competitor è stato un ragazzo giovane, dinamico e capace, con delle potenzialità ottime, Vincenzo D'Alberti. D'Alberti era affiancato da una serie di partiti che trasversalmente andavano dal centro destra al centro sinistra, partiti che numericamente su Petrosino sono stati ininfluenti, eppure a Petrosino i big della politica ci sono stati tutti, perfino eurodeputati. Gaspare Giacalone vince con 2837 preferenze (57,87%), Vincenzo D'Alberti lo segue con 1993 (40,66%), in ultimo il terzo candidato Vito Messina con 72 voti (1,47%). 

 



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