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Cronaca

Treviso Capitale del reportage con la prima edizione del Premio Goffredo Parise

Al Teatro Comunale di Treviso la premiazione per il Reportage Goffredo Parise. Tre sezioni e tre premi: per il Veneto vince "La rivoluzione Industriale" di Domenico Iannacone

TREVISO Grande successo per la prima edizione del Premio Goffredo Parise andato in scena oggi al teatro comunale di Treviso. L'iniziativa è ideata da Antonio Barzaghi, è sostenuta da Confcommercio Treviso, dal Comune di Salgareda, dalle aziende “le Rive” e “Maschio”, con i patrocini di: Ministero dei beni culturali, Provincia di Treviso, Touring Club Italiano. Sponsor.

Per la sezione reportage televisivo è risultato vincitore il reportage “L’uomo nero” di Lirio Abbate, Guy Chiappaventi e Flavia Filippi, trasmesso dall’emittente La 7 il 26 maggio 2017.

Guy Chiappaventi

Inviato speciale di La 7 è autore di numerosi documentari e reportage di cronaca e costume. Ha vinto il Premio “Ilaria Alpi” nel 1998. Tra i suoi documentari per La 7 “Mamma santissima” e “Nostra signora ‘ndrangheta” sul ruolo delle donne nella mafia e nella ‘ndrangheta, nonché “Il sindaco, il vescovo e il boss” sulla città di Gela e “Le lenzuola della mafia” sulla omosessualità nella camorra e nella mafia.

Lirio Abbate

Inizia la carriera di giornalista con il Giornale di Sicilia e poi con la redazione palermitana dell’ANSA nel 1997. Unico giornalista presente sul luogo al momento della cattura di Bernardo Provenzano nel 2006. Per 10 anni è corrispondente de La Stampa dalla Sicilia. Passa poi al giornalismo investigativo e dal 2007 comincia a ricevere minacce di morte. Riceve solidarietà anche solidarietà dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dal 2009 è inviato de L’Espresso. Nel 2012, con un’inchiesta giornalistica su l’Espresso, ha svelato due anni prima dell’azione giudiziaria la presenza a Roma di intrecci che poi sarebbero stati oggetto dell’indagine giudiziaria “Mafia capitale”. E’ autore di numerose inchieste su corruzione, malaffare e mafie. L’organizzazione internazionale Reporter senza frontiere nel 2014 lo ha inserito nella top dei 100 eroi dell’informazione nel mondo. Nel 2015 l’associazione Index on Censorship di Londra lo ha nominato tra le 17 persone al mondo che lottano per la libertà di espressione.

Il Presidente della Repubblica, con motu proprio, gli ha conferito nel 2015 l’onorificenza di ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana. E’ caporedattore, responsabile delle sezioni “inchieste e attualità” de L’Espresso ed è autore di numerose pubblicazioni. Ha vinto nel 2006 il Premio Ischia, nel 2007 il Premio internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli, nel 2007 il Premio Viareggio, nel 2008 il Premio Enzo Biagi per il giornalismo, la legalità, la democrazia. Questa la motivazione: “La ricostruzione della biografia di Massimo Carminati, l” uomo nero”, offre uno spaccato su molti aspetti della criminalità italiana negli ultimi decenni del secolo scorso, dalla strage di Bologna agli omicidi di Fausto e Iaio, a quello di Pecorelli, fino al colpo del caveau della banca del Palazzo di Giustizia di Roma e poi alla banda della Magliana, per confondersi poi con le trame di “Mafia capitale”. Una storia sorprendente e ricca di colpi di scena che fa luce su intrecci malavitosi mai definitivamente chiariti e puniti.

Il filmato di Abbate, Chiappaventi e Filippi (1H e 57 m, trasmessi da La 7 il 26 maggio scorso) si distingue per l’accuratezza dell’indagine, l’efficacia della ricostruzione e il sentimento civile che trasmette agli spettatori”. Per la sezione reportage su carta stampata è risultato vincitore il “Reportage in Mauritania” di Domenico Quirico, pubblicato sul quotidiano La Stampa l’11 giugno 2016 alle pagg 8 e9

Domenico Quirico

Reporter per La Stampa, caposervizio esteri. E’ stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Si è interessato fra l’altro degli avvenimenti sorti a partire dal 2010-2011 e noti come Primavera araba. Nell’agosto 2011 viene rapito in Libia e liberato dopo due giorni. Il 9 aprile del 2013, mentre si trova in Siria come inviato di guerra, di lui si perde ogni traccia. Viene liberato l’8 settembre, dopo 5 mesi di sequestro, grazie a un intervento dello Stato italiano. Nel 2015 con Il grande Califfato vince la sezione per la saggistica del Premio Brancati. E’ autore di numerose pubblicazioni.

Questa la motivazione: “Domenico Quirico, nel solco della grande tradizione dei reportage giornalistici ha esplorato i territori della disperazione africana da dove si muovono le schiere dei migranti per dare conto con puntuale documentazione ed appassionata partecipazione delle condizioni di vita alle quali sono condannati. Quirico usa la parola per evocare personaggi e paesaggi, per restituirci odori, suoni e colori, con precisione inequivocabile e con una sorprendente ricchezza di particolari.”

Per la sezione valori del Veneto è risultato vincitore il reportage “La rivoluzione industriale” di Domenico Iannacone e Luca Cambi, trasmesso da Rai 3 il 14 novembre 2016

Domenico Iannacone

nizia la propria carriera su testate regionali del Molise e sull’emittente Teleregione Molise. Nel 2001 entra in Rai e diventa inviato per le trasmissioni di Rai 3 Ballarò e poi Wiva l’Italia di Riccardo Iacona.

Dal 2007 è tra gli autori del programma Presadiretta in onda su Rai 3. Autore di documentari di forte impatto sociale e di inchieste, vince 3 volte il Premio Ilaria Alpi, nel 2008, 2010 e 2011. Nel 2013 con “ I dieci comandamenti” su Rai 3 si cimenta per la prima volta nella conduzione. Il programma, e una sua inchiesta all’interno, gli valgono altre 2 volte il Premio Alpi e il Premio Ideona come migliore tv d’autore dell’anno. Per il reportage “Lontano dagli occhi” speciale de I dieci comandamenti nel 2016 ha vinto 3 prestigiosi premi internazionali: a Berlino, Los Angeles e Montecarlo.

Questa la motivazione: “I drammi umani e professionali di una classe di imprenditori investiti da una crisi che li ha duramente colpiti abbandonandoli in una disperazione senza conforto: partendo dalle migliaia di casi registrati dai centri di ascolto dell’Ospedale di Alto Vicentino le richieste di aiuto di chi non sa come reagire a difficoltà sempre più gravi né sa accettare la vergogna del proprio fallimento. Dall’altra parte la storia esemplare della tessitura Bonotto, che alla crisi ha reagito investendo soprattutto sulla qualità del prodotto e sull’impegno dei lavoratori per costruire un futuro diverso. Domenico Jannacone e Luca Cambi hanno costruito un documentario serio e puntuale (55 minuti, trasmessi su Rai 3 il 14 novembre 2016) che illumina e spiega le questioni aperte dalla crisi degli ultimi anni, non solo denunciando le debolezze di un sistema, ma anche indicando le vie di uscita”.

LA GIURIA E IL PREMIO

Di alto livello la Giuria, che ha selezionato a fine settembre nella casetta di Parise i tre vincitori da un gruppo di oltre 50 lavori arrivati da tutta Italia: Corrado Augias, Cesare De Michelis, Riccardo Iacona, Franco Iseppi (Presidente del Touring Club Italiano), Paolo Mieli con la segreteria di Antonio Barzaghi e la presidenza di Giosetta Fioroni.

E’ un premio- come lo ha definito il presidente della Giuria Cesare De Michelis- “glocal”, che parte dalle radici per varcarne i confini, per acquisire nuova consapevolezza delle tradizioni che “non vanno salvate con barricate, ma salvaguardate con innesti, coltivazioni, nuovi incroci...”
“E da questo nuovo incrocio di letteratura, imprese e territorio l’auspicio” – ha affermato il presidente di Confcommercio Renato Salvadori- “è di partire da un premio per narrare i valori del Veneto e del territorio oltre i confini, rilanciando il ruolo del giornalismo e garantendo all’iniziativa continuità nel tempo. Perché solo con la continuità si assicura il successo”.

Ad ognuno dei tre vincitori viene assegnato un premio in denaro del valore di 5000 euro ed un’opera in cristallo realizzata appositamente dal Maestro Marco Varisco. La cerimonia ha visto un vero e proprio spettacolo con letture degli articoli le e proiezioni di filmati vincitori, oltre ad una significativa conversazione con lo scrittore Tommaso Tommaseo Ponzetta, con riflessioni sul valore del territorio, sulle epoche che cambiano, sul senso del reportage.

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