LECCE – Le nuove mafie non affiliano, ma controllano. Non più rituali, ma comportamenti. Nel corso di questi anni la mafia è cambiata molto e nelle aule dei tribunali la questione si traduce nell’applicabilità o meno del 416 bis: rientrano in questo solo le grandi mafie o anche i gruppi di poche persone che assoggettano un territorio anche piccolo e che controllano parcheggi, che chiedono il pizzo ai giostrai? Sono mafia piccoli gruppi di persone che incutono paura spendendo il nome dei grandi capi?Il metodo mafioso può essere considerato mafia?
Sono interrogativi ai quali si è cercato di da dare una risposta nel convegno organizzato nelle officine Cantelmo dall’ordine degli avvocati, dalla scuola superiore di Magistratura e dalla fondazione Vittorio Aymone.
Tra i relatori anche il gip del tribunale di Lecce Giovanni Gallo e Gaetano Insolera, professore di diritto penale nell’università di Bologna.
Un’analisi delle nuove realtà associative e satellitari alla luce anche delle sentenze sulle operazioni che hanno riguardato il Salento: Eclissi, o Augusta. “Nel salento la mafia c’è -dice il procuratore generale Antonio Maruccia- anche se i capi storici sono in carcere”.