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Sicurezza, Salvemini accelera: il punto in Prefettura

LECCE – A rispondere all’appello corale in tema sicurezza rilanciato all’indomani della rissa in zona stazione è direttamente il sindaco Carlo Salvemini. In un post fb scrive:

Concittadine e concittadini,

dopo l’ultimo episodio violento avvenuto ieri davanti alla stazione ferroviaria in tanti manifestate preoccupazione, rabbia, insofferenza e invocate interventi per garantire tranquillità, sicurezza e decoro.
Mi sento di ribadirvi che condivido il vostro stato d’animo. Abbiamo tutti diritto di vivere “liberi dalla paura” nelle nostre città e spetta anche al sindaco adoperarsi perché questo accada.
Serve il lavoro congiunto delle istituzioni, serve lavorare sulla riduzione del disagio sociale, serve investire sulla rigenerazione urbana per garantire servizi ovunque, serve affermare ogni giorno un cultura dei doveri oltre che quella dei diritti.

In questi mesi abbiamo lavorato molto in questa direzione.
A febbraio abbiamo sottoscritto in Prefettura un Patto per la sicurezza urbana che ha proprio il compito di “prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, attraverso servizi e interventi di prossimità, nonché attraverso l’installazione di sistemi di videosorveglianza”: siamo in attesa della firma del ministro Salvini per farlo partire.
A maggio abbiamo attivato il servizio di “polizia di prossimità” con lo scopo di garantire una presenza quotidiana di agenti per strada: siamo partiti dal quartiere Ferrovia e San Pio e da pochi giorni s’è spostato nel centro.

Non è quanto avrei voluto ma è ciò che oggi le nostre risorse umane ci consentono:
120 agenti preposti al controllo di un comune di 100.000 abitanti che si estende per 238 chilometri quadrati con vocazione turistica sono pochi.
Per questo è fondamentale il lavoro collaborativo che svolgiamo con Prefettura e Questura per rafforzare il sistema di polizia integrata sul territorio: il mio impegno è quello di garantire presto risultati più visibili e concreti consapevoli delle difficoltà nelle quali operano i responsabili del comparto sicurezza nel nostro Paese. Per questo chiederò che venga convocato un Comitato per l’Ordine e la sicurezza per fare il punto sulla situazione. E programmare interventi specifici lì dove è più urgente la presenza delle forze di polizia.

Ogni giorno ricevo segnalazioni di intervento da parte di cittadini singoli e organizzati che denunciano reati commessi nel proprio quartiere: prostituzione di strada, piazze di spaccio, parcheggiatori abusivi, bivacco molesto, deturpazione dello spazio pubblico, attentati incendiari, occupazioni abusive di alloggi popolari.
Essi attraversano la città senza distinzione e non possono essere attribuiti esclusivamente a migranti, come molti tentano di fare.
Per questa ragione vi esorto a non incorrere in semplificazioni pericolose che indicano nello straniero la responsabilità di una percezione di insicurezza: non per l’evocazione di un solidarismo umanitario (pur nobile) ma a difesa di una verità che se cancellata determina lacerazione profonde del nostro vincolo comunitario.
Oggi Lecce non è prigioniera della delinquenza dei migranti. Oggi Lecce deve fare i conti anche con episodi di delinquenza di migranti (oltre a quella degli italiani, leccesi e non).
Ai quali non vanno accordati sconti o trattamenti privilegiati:
quando si commettono reati non c’è differenza di passaporto.

Mostriamoci esigenti nel rispetto dei doveri da parte di tutti, giustamente.
Manifestiamo fiducia nel nostro concittadino, chiunque esso sia senza pregiudizi.
Ricordiamoci che abbiamo vissuto stagioni più pericolose per la sicurezza cittadina, quando Lecce era sotto la cappa della criminalità organizzata locale.

Tutti, io per per primo, vogliamo una città capace di trasmettere – a chi la vive, la visita, la abita – tranquillità.
Lavoriamo insieme per raggiungere questo obiettivo.
Io – insieme alla mia amministrazione – per garantire uomini mezzi progetti interventi capaci di assicurare decoro, sicurezza, legalità in tutta la città.
Voi – insieme all’amministrazione – per sentirvi parte di una comunità che difende i principi della costituzione, pretende il riconoscimento dei propri diritti, chiede di vivere in sicurezza.
Ma senza dimenticare i propri doveri.
Uno su tutti: quello di vivere senza pregiudizi.

Insieme ce la faremo”.

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