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La povertà galoppa in Puglia più che altrove: +7% in un solo anno

BARI- In Puglia la povertà galoppa più che altrove. Più che nelle altre regioni del Sud. In un anno, si è registrato il maggiore incremento di povertà relativa, pur restando al di sotto dell’incidenza del Mezzogiorno. Significa, in sostanza, che tra il 2016 e il 2017 si è avuto un peggioramento di 7 punti percentuali, due in più rispetto allo sbalzo in negativo dell’intero Mezzogiorno.

È l’amara realtà certificata dalla stessa Regione Puglia e che emerge dalla lettura del Piano di contrasto alla povertà adottato nelle scorse settimane dalla giunta Emiliano. Entrando nei dettagli, il dato diventa ancora più evidente: nel 2016, l’incidenza della povertà relativa era pari al 14,5 per cento in Puglia, nel 2017 è salita al 21,6 per cento. Cioè, si è passati in appena 12 mesi da 14 a quasi 22 cittadini su 100 al di sotto della soglia di povertà, individuata sulla base della spesa familiare rilevata dall’indagine annuale sui consumi.

“Seppure si registri una incidenza più elevata in Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia – è scritto nel piano regionale- nessuna di queste regioni fa registrare un incremento così elevato nell’arco di un solo anno”. Più in difficoltà sono le famiglie con quattro o più componenti e soprattutto quelle più giovani, in special modo quelle sotto i 35 anni. Meno peggio la situazione tra i pensionati.

Certo, c’è da dire che i livelli di spesa media in Puglia sono più alti rispetto al resto del Mezzogiorno (2.171 euro), ma inferiori di 350 euro rispetto al resto d’Italia. Spaventosa è la “grave deprivazione materiale” che si registra in Puglia: l’incidenza è pari al 26,9 per cento, nettamente superiore alla media nazionale dell’11,5 per cento e inferiore solo al valore della Sicilia tra le regioni meridionali. Tradotto: 27 cittadini su 100 non riescono ad esempio a riscaldare la loro abitazione, a sostenere una spesa imprevista, pagare l’arretrato delle bollette, permettersi una settimana di ferie o una tv o un pasto proteico almeno una volta ogni due giorni.

Abissi di difficoltà che nei giorni scorsi anche le associazioni leccesi hanno riportato a galla, in un incontro con l’amministrazione comunale. Il lavoro da fare resta tantissimo.

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