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Genitori tarantini a Di Maio: “Lei non è gradito in questa città”

TARANTO – “Taranto, la vittima del “delitto perfetto” a cui lei stesso ha destinato il colpo mortale con una semplice firma in calce ad un contratto che poteva, a parere dell’Avvocatura di Stato e nostro, essere tranquillamente rescisso. Neanche Alfred Hitchcock avrebbe saputo fare meglio”. In vista della visita del Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio, i Genitori tarantini gli scrivono di restarsene a Roma.

A firmare sono anche altre associazioni: Comitato Quartiere Tamburi, Associazione TarantoRicercaFuturo, Comitato Art. 32 Diritto alla Salute – Statte. “L’altissima percentuale di voti presi a Taranto dal Movimento, di cui lei è il Capo politico, non raggiunge neppure quel 54% in più di incidenza di tumori che colpiscono i piccoli tarantini nella fascia di età 0-14 anni, rispetto ai coetanei del resto della Puglia (e, diremmo, dell’intera Italia). Un insopportabile numero di questi piccoli non è arrivato e mai arriverà ad esprimere il suo primo voto elettorale.
Lo scorso giugno ci accolse al MISE. Tra gli interventi delle associazioni tarantine da lei convocate, ascoltò, riteniamo con attenzione, la storia di Lollo Zaratta. Sembrava anche essersi commosso al pari di noi tutti. Esistono, signor Di Maio, lacrime di dolore e lacrime politiche? Se sì, a quale categoria appartengono le sue lacrime?
Siamo stanchi della falsa commozione. Non cadiamo più in ginocchio come questuanti davanti a vane promesse elettorali. Sono i fatti che parlano per Lei. E saranno quelli che presto vedremo compiere. Vorremmo essere smentiti, ma lei, in pieno stile vecchia politica, si adopererà per rendere vana anche l’azione del GIP di Taranto, dott. Benedetto Ruberto. Lei ci smentisca, signor Ministro.
Attendiamo, fiduciosi, il parere della Consulta riguardo l’incostituzionalità dei vergognosi decreti salva-ILVA.
Ogni sua azione e/o quella del suo governo mirata ad inficiare tale provvedimento del GIP sarà da noi denunciata con forza.
In quella fabbrica non sussistono quelle condizioni di sicurezza, salute e salubrità dell’ambiente garantite dalla Costituzione italiana a tutti i lavoratori. Anche i deputati e i senatori di questa terra eletti nelle vostre file hanno venduto l’anima assoggettandosi all’inconsistente ruolo di zerbini al servizio di una politica più attenta alle logiche del profitto che alla salute e agli interessi dei cittadini. Per tali ragioni, noi tarantini firmatari di questa lettera consideriamo la sua comparsa a Taranto un mero tentativo di conquistare qualche titolo di quotidiano o telegiornale per ricostruirsi ali di cera e tentare di salvarsi dalla caduta libera nella quale è incappato. Già una volta, però, lei si è avvicinato al sole; non le sarà data un’altra simile possibilità. Non dai tarantini. Lei non è gradito nella nostra città. Resti a Roma, dunque, e ritrovi il coraggio di cambiare le cose per il bene dei nostri figli. Fino a quel momento Lei non sarà considerato nostro degno interlocutore”.

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