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Vallerano - Nelle quattro domeniche di ottobre alle 11,30

Apertura straordinaria della chiesa Madonna della Pieve

di Massimo Fornicoli
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Vallerano - La chiesa medievale in stile romanico della Madonna della Pieve

Vallerano – La chiesa medievale in stile romanico della Madonna della Pieve

Vallerano - La chiesa medievale in stile romanico della Madonna della Pieve

Vallerano – La chiesa medievale in stile romanico della Madonna della Pieve

Vallerano - La chiesa medievale in stile romanico della Madonna della Pieve

Vallerano – La chiesa medievale in stile romanico della Madonna della Pieve

Vallerano - La chiesa medievale in stile romanico della Madonna della Pieve

Vallerano – La chiesa medievale in stile romanico della Madonna della Pieve

Vallerano – Dopo il successo del concerto tenuto dal coro svedese Hogsbo, proprio nella chiesa romanica della Madonna della Pieve a Vallerano, organizzato dal Gruppo archeologico Francesco Orioli che si prodiga a mettere in evidenza il territorio e i suoi preziosi reperti archeologici, in primis gli insediamenti rupestri di tipo benedettino e i monumenti nonché i personaggi che qui sono nati e/o hanno reso famoso questo paese della Tuscia, tra questi proprio Francesco Orioli, le numerose richieste pervenute ci hanno convinti ad aprire ai visitatori nelle quattro domeniche di ottobre alle 11,30 la più antica chiesa dei dintorni.

Situata all’entrata di Vallerano, sulla strada provinciale Canepinese, a circa un chilometro dal centro storico, un primo corpo a navata unica con abside semicircolare rivolto ad oriente, un secondo corpo, anch’esso absidato, è inserito sul lato settentrionale del corpo principale.

Il corpo principale presenta un’elegante muratura in conci di tufo bugnati, disposti in assise regolari; nel corpo a settentrione, benché molto regolare nei corsi, la muratura non ha il bugnato.

La facciata si apre un solo portale con stipiti ed architrave in peperino decorati con motivo ad ovulo e freccia affiancato da una cornice a rocchetti ; esso è sormontato da una nicchia quadrata, e sopra a questa, da una finestra rettangolare.

Nel 1970 la società archeologica viterbese “Pro Ferento” segnalò l’identificazione di una tomba a camera etrusca e che già nel 1965 nella stessa area erano stati rinvenuti due testine marmoree, tratti di muratura e numerosi frammenti fittili.

Sull’angolo a nord-est si eleva un campanile a vela con bifora. Il sottogronda è decorato con un motivo ad ovulo compreso tra listelli che segue l’intero perimetro interrompendosi a pochi metri, questa particolarità, porta a presupporre la presenza di una torre campanaria proprio in facciata. L’interno ha copertura a capriate a vista.

Nel pavimento lastre di peperino sono a chiusura di sepolture comuni dei frati francescani che tennero la chiesa ed un annesso convento dal XVII secolo; l’unica ancora in situ presenta un iscrizione con data: SEP. / PRO / FRATRIBVS / SANT. FRANC. /MCDXXV.

Decorazioni ad affresco arricchiscono l’interno: nell’abside, in condizioni molto precarie, compare una Teofania con il Cristo affiancato da quattro figure di santi; correlazioni stilistiche ed iconografiche inseriscono quest’opera nell’ambito della tradizione della scuola romana del XII secolo .

Nella navata centrale si notano due raffigurazioni della Crocifissione, una nel corpo laterale databile al XVI secolo e l’altra nel medesimo arcone, facente parte di un ciclo e interrotta dall’inserimento dell’altare maggiore nei primi anni del ‘600, attribuibile a scuola viterbese del XV secolo.

Nella navata centrale, oltre all’altare maggiore, è stato inserito un secondo altare che presenta i medesimi elementi “protobarocchi” e reca la data 1613.

Massimo Fornicoli


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1 ottobre, 2017

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