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Bagnoregio - Il reading teatrale si terrà l'8 aprile alle 17 all'auditorium Taborri

Va in scena “Li ciorne che abiammo lasciato una storia”

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Bagnoregio

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Bagnoregio – Riceviamo e pubblichiamo – Va in scena  “Li ciorne che abiammo lasciato una storia”.

Tutto pronto per il reading teatrale sui Ragazzi del ’99 nella Grande Guerra di e con Aldo Milea, fondatore del teatro Spazio Corsaro di Chia, Saverio Senni, docente dell’Università della Tuscia.

Si terrà all’auditorium Vittorio Taborra domenica 8 aprile alle 17, l’ingresso è gratuito.

Lo spettacolo, promosso dal centro anziani Ancescao di Bagnoregio, evoca una nota pagina della storia d’Italia, che ha riguardato oltre 260mila ragazzi nati nel 1899, attraverso il racconto di uno di questi, Vincenzo Rabito, bracciante inafabeto siciliano autore di una straordinaria memoria autobiografica pubblicata da Einaudi nel 2007 con il titolo di Terra Matta.

La chiamata alle armi, l’addestramento, il fronte e le vicende dell’immediato dopoguerra echeggiano vive della forza del racconto di un protagonista autentico ed ingenuo, acuto e profondo.

Vincenzo Rabito restituisce, con un linguaggio a dire poco originale e personale, una testimonianza della Grande Guerra viva, forte e senza reticenze, da un punto d’osservazione umile e popolare, come quello vissuto da tanti Ragazzi del ’99, sottratti improvvisamente ai loro affetti per difendere un’Italia unita ancora giovane.

La monumentale memoria lasciataci da Vincenzo Rabito e conservata presso l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, ha destato un enorme interesse fra gli storici, i linguisti, gli antropologi, tantissimi appassionati di storia pubblica e gente comune. Dopo l’inatteso successo di vendite del libro, Costanza Quadriglio nel 2012, insieme alla storica Chiara Ottaviano, ne ha tratto un documentario, Terramatta, presentato con grande successo al Festival del Cinema di Venezia.

Il racconto di vita di Rabito copre gli anni dal 1910 al 1970. E’ il racconto di un secolo, visto da “un ultimo ma non un vinto” come qualcuno lo ha definito.

Ma al di là dei contenuti è la particolare sonorità linguistica del suo racconto che ha lasciato estasiati moltissimi lettori, tra cui anche Andrea Camilleri che l’ha definita una delle più grandi scritture popolari mai apparse in Italia.

Allo spettacolo seguiranno dei canti di guerra proposti da Gabriella Barzotti e un contributo del professore Emiliano Macchioni sulle donne nella Grande Guerra.

Saverio Senni
Dafne
Università degli Studi della Tuscia


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7 aprile, 2018

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