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Tribunale - Capranica - Proiezione chiesta dall'accusa - In aula la ginecologa che ha visitato le bambine

Sorelle vittime di pedofilia, in aula il video dell’interrogatorio protetto

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L'avvocato Carlo Taormina

L’avvocato Carlo Taormina

 

L'avvocato Fausto Barili

L’avvocato Fausto Barili

 

La pm Paola Conti

La pm Paola Conti – Titolare dell’inchiesta

 

Vincenzo Petroni

Vincenzo Petroni – Con l’avvocato Noemi Palermo, difensore dell’imprenditore

Capranica – Sorelline vittime di pedofilia, il pubblico ministero Paola Conti chiede di visionare in aula il video dell’interrogatorio protetto delle bimbe in questura che, secondo l’accusa, inchioderebbe gli imputati.

La difesa si oppone alla proiezione, perchè successivamente la versione delle piccole è stata cristallizzata nell’incidente probatorio. Effettuato però a distanza di circa sette mesi dall’allontamento dalla famiglia, mentre le piccole erano già da tempo in un luogo protetto. Il collegio presieduto dal giudice Silvia Mattei si riserva.

È l’ultima udienza del processo a porte chiuse ai genitori e a un imprenditore 47enne di Capranica, accusati di violenza sessuale su due sorelline di 6 e 8 anni d’origine romena. Abusi che sarebbero stati fotografati e ripresi con la telecamera nel maggio di quattro anni fa.

Tra i testimoni la dottoressa Luana Pontani, la ginecologa di Belcolle che ha visitato le vittime in ospedale, stilando il referto che confermerebbe gli abusi, prova regina della procura contro gli imputati.

Sollecitata dai difensori dell’imprenditore, Vincenzo Petroni e Noemi Palermo, il medico, avrebbe confermato le deduzioni, pur ammettendo che altre cause, oltre alla violenza sessuale, potrebbero giustificare le conclusioni.

Casi analoghi le sarebbero capitati solo sporadicamente e mai finora due sorelle.

Nel frattempo è emerso che la macchina fotografica sequestrata all’imputato, corrispondente a quella descritta dalle sorelle, sarebbe stata rinvenuta non a casa del 47enne, bensì in un magazzino dell’abitazione dei genitori. Sottoposta a perizia, non avrebbe contenuto immagini o filmati di natura pedopornografico, né altro raffigurante le bambine.

Le piccole, come si ricorderà, avrebbero raccontato, nel contesto dei presunti abusi subiti, anche di travestimenti da personaggi delle favole che sarebbero stati immortalati da un uomo, mentre si trovavano su un letto matrimoniale alla presenza dei genitori.

Il padre è indagato anche per maltrattamenti in famiglia, nei confronti del figlio adolescente e della moglie, non vedente.

Era il 2014. Dietro la cinepresa, stando alle indagini, ci sarebbe stato l’imprenditore, datore di lavoro del papà delle piccole. Davanti invece il padre e la madre.

Le bambine, ascoltate durante l’incidente probatorio, sono risultate parzialmente credibili. In aula parlarono col contagocce tra tanti “non ricordo”, e la psicologa Laura Ballarè non fu in grado di dire se avessero effettivamente rimosso o non volessero ricordare.

Le presunte vittime, nel frattempo, hanno ottenuto dal tribunale per i minorenni di Roma il permesso di tornare a vivere con la famiglia d’origine, dopo un periodo trascorso presso una struttura protetta gestita dalle suore. 

Secondo i difensori di parte civile Barili e Taormina e secondo la procura, le violenze emergerebbero con drammatica evidenza dai referti medici delle visite ginecologiche, cui le sorelle sono state però sottoposte dopo diversi mesi.

Il processo riprenderà il 19 giugno.

Silvana Cortignani


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17 maggio, 2018

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