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Viterbo - Il sindaco siciliano Salvatore Martello presenta l'opera di Roberto Joppolo che verrà installata sull'isola il 20 giugno

“Il Mosaico dell’Umanità è un’opera di grande orgoglio per Lampedusa”

di Daniele Camilli
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Viterbo - Marco Sensi, Roberto Joppolo, Salvatore Martello, Vittorio Joppolo, Luigi Fabbri, Antonio Della Iaconi

Viterbo – Marco Sensi, Roberto Joppolo, Salvatore Martello, Vittorio Joppolo, Luigi Fabbri, Antonio Delli Iaconi

Viterbo - Il museo Roberto Joppolo

Viterbo – Il museo Roberto Joppolo

Viterbo - Roberto Joppolo e il Mosaico dell'Umanità

Viterbo – Roberto Joppolo e il Mosaico dell’Umanità

Viterbo - Roberto Joppolo e il Mosaico dell'Umanità

Viterbo – Roberto Joppolo e il Mosaico dell’Umanità

Viterbo - Il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello

Viterbo – Il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello

Viterbo - Roberto Joppolo

Viterbo – Roberto Joppolo

Viterbo – Una Croce ai confini dell’occidente. A Lampedusa. Porta d’ingresso per i profughi da nord Africa e al medio Oriente. “Il Mosaico dell’Umanità”, un’opera realizzata dall’artista viterbese Roberto Joppolo.


Fotogallery: Il Mosaico dell’Umanità e il museo Joppolo


Verrà installata davanti alla chiesa di San Gerlando, sull’isola siciliana, il 20 giugno, giornata mondiale del rifugiato. Ieri la presentazione dell’iniziativa, in conferenza stampa. Al museo Roberto Joppolo, in strada Palomba a Viterbo.

“Un’opera di grande orgoglio per tutti noi, per la nostra città”, ha detto il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello presente in conferenza stampa. Assieme a lui, lo scultore Roberto Joppolo, il figlio Vittorio, l’assessore alla cultura del comune di Viterbo Antonio Delli Iaconi, Marco Sensi, amministratore delegato delle Terme dei Papi, e don Luigi Fabbri, vicario generale del vescovo di Viterbo Lino Fumagalli.

“Lampedusa è simbolo di accoglienza – ha sottolineato Martello – e spero che il ‘Mosaico’ di Joppolo sia di buon auspicio per il mondo e per chi oggi vuole bloccare i flussi migratori. Un fatto naturale, che non può essere arrestato”. Ha poi aggiunto, “le barche che vengono affondate, anche dalla marina italiana, mettono a repentaglio la vita dei pescatori mentre svolgono la loro attività. Sarebbe opportuno conoscere i punti in cui le barche sono state affondate. Per evitare ulteriori tragedie”.

Il “Mosaico dell’Umanità” è un’opera realizzata da Roberto Joppolo in tre esemplari in ferro a forma di croce latina. È alta circa 3 metri ed è formata da tanti tasselli in ceramica policroma che rappresentano i volti dell’umanità convergenti verso la figura del Santo Padre, simbolo di pace, fraternità e accoglienza, e nella parte posteriore, verso San Francesco, maestro di fraternità universale. 

Tre copie, tutte realizzate da Joppolo. La prima è posizionata all’interno della sala del conclave di Palazzo dei Papi a Viterbo. La seconda verrà messa a San José in Costarica, unico Stato demilitarizzato al mondo. L’ultima a Lampedusa il 20 giugno. 

“L’opera – ha spiegato Vittorio Joppolo – mira a far capire che tutti facciamo parte di una ‘nuova’ umanità da costruire con la collaborazione di tutti racchiudendo quel messaggio di pace, solidarietà ed ecumenismo che tanto sta a cuore a Papa Francesco. Lampedusa rappresenta una terra di approdo e al tempo stesso il miraggio di speranza di nuova vita per coloro che sono costretti a fuggire dalle terre in cui sono nati”.



Roberto Joppolo non interviene. Fa il padrone di casa. A fine conferenza fa vedere il suo studio e le opere che caratterizzano il museo. E che da anni aspettano di essere portate a Viterbo, in uno spazio di proprietà comunale.  

“Siamo riconoscenti a questa grande famiglia di artisti – ha commentato Delli Iaconi -. La prossima amministrazione comunale ha un compito e un dovere importanti. Portare le opere di Roberto in città. Le strutture che possono ospitarle ci sono”.

Roberto Joppolo, classe 1939, ha esordito in pubblico nel 1965 riscuotendo subito un successo che lo accompagnerà finora. Nel 1983 gli è stata affidata la realizzazione del monumento a San Massimiliano Kolbe, opera esposta in piazza San Pietro a Roma in occasione della canonizzazione. Molte delle opere sono presenti all’interno della Basilica di San Francesco ad Assisi. Sua è anche la grande statua della “Virgo Prudentissima” in marmo bianco di Carrara installata sull’autostrada del Sole. Tra le altre, la Porta della luce della cattedrale di Viterbo.

“Lampedusa e la sua capacità di accogliere i migranti – ha commentato Marco Sensi – rappresentano la parte migliore del popolo italiano. Ed è per noi un privilegio poter contribuire al perfezionamento dell’iniziativa”. Le Terme dei Papi, “apprezzando l’opera e riconoscendone il grande significato di integrazione e condivisione tra i popoli”, ha infatti sostenuto il progetto dell’installazione del “Mosaico” a Lampedusa.  

Infine don Luigi Fabbri, vicario del vescovo. Tra il pubblico anche don Emanuele Germani, portavoce della curia. Don Luigi guarda tutti, prima di parlare. Poi inforca gli occhiali e senza mezzi termini dice. “Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fenomeno epocale delle migrazioni. Così come non possiamo non vedere i meccanismi generati da un’economia che uccide e determina solo diseguaglianze. Dobbiamo avere uno sguardo diverso, e per poterlo fare dobbiamo cambiare radicalmente il nostro linguaggio. Senza giudicare, né tantomeno discriminare”.

“Non ci sono clandestini, extracomunitari o rifugiati. Siamo tutti figli di una grande famiglia. La famiglia dell’essere umano, la famiglia dell’umanità. Dobbiamo avere il coraggio del dialogo e dell’alterità. Il coraggio della bellezza – conclude don Luigi – che sta nella molteplicità e nel rispetto di essa. Il ‘Mosaico’ che Roberto Joppolo propone. Perché, come ha detto San Paolo, sulla Croce è stato abbattuto il muro della separazione”. 

Parole sante. Come la Croce. Da luogo d’umiliazione, destinato al supplizio di oppressi, ribelli e schiavi, a simbolo di liberazione dalle catene dell’oppressione e della schiavitù. Un linguaggio di ribellione che da secoli racconta un destino di libertà radicale, senza compromessi né distinzioni. Ai confini dell’occidente. Per accogliere a braccia aperte il mondo nuovo che avanza. Sulle gambe di uomini e donne.

Daniele Camilli

 


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8 giugno, 2018

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