Viterbo – (raff.stro.) – Il gip di Viterbo ha detto sì al giudizio immediato per Denis Illarionov, accogliendo la richiesta della procura. E l’inizio del processo a carico del 24enne segnalato dall’Fbi come potenziale terrorista internazionale è stato fissato per la seconda metà di ottobre. Sia per quanto riguarda l’accusa di strage che per l’attentato (fortunatamente mancato) alla macchina di santa Rosa. Ed entrambi i procedimenti, per i quali non è esclusa la riunificazione, finiranno davanti alla corte d’assise del tribunale di Viterbo. Ma la difesa ha ancora tempo per poter chiede il giudizio abbreviato (ovvero, senza il dibattimento) o il patteggiamento. “Stiamo ancora valutando – sottolinea l’avvocato Vincenzo Comi – la possibilità di ricorrere a riti alternativi”, che in caso di condanna consentiranno a Illarionov uno sconto di un terzo della pena.
Il difensore: “Le nostre indagini e un nuovo interrogatorio, poi la scelta del rito”
“Non abbiamo ancora sciolto la riserva sul rito – spiega il difensore Comi -. Lo faremo all’esito delle nostre indagini, perché anche noi stiamo raccogliendo elementi di prova per poter controbilanciare le tesi della procura. I nostri accertamenti sono anche di natura tecnica, perché tanti elementi di prova raccolti fino ad ora sono legati proprio a valutazioni di ordine tecnico. Per il momento possiamo solo definire proficuo, sia per l’indagato che per gli inquirenti, l’interrogatorio davanti al gip a cui Illarionov si è sottoposto subito dopo l’ordinanza d’arresto del 30 luglio”. Quella relativa all’attentato alla macchina di santa Rosa, e che la difesa ha scelto di non impugnare al tribunale del Riesame. “Probabilmente tra fine agosto e inizio settembre – conclude il legale – l’assistito chiederà di essere nuovamente ascoltato dagli inquirenti”.
La segnalazione dell’Fbi
È febbraio quando l’Fbi segnala all’antiterrorismo italiano il profilo social papa_maialetto_xvi. Su Reddit aveva inneggiato a Sayfullo Saipov, l’estremista islamico che lo scorso Halloween con un pickup ha seminato morte su una pista ciclabile di New York. Prima l’identificazione e poi l’entrata in azione dei poliziotti della Digos di Viterbo. Perché Illarionov, italiano di origini lettoni, da anni vive a Bagnaia. Quando gli agenti diretti da Monia Morelli gli piombano in casa gli trovano esplosivi e ordigni. Pistole, fucili e tirapugni.
Post shock sui social
Sui social, frasi shock: “È ora di ammazzare i bambini dell’asilo”. Foto in cui impugna una pistola o mentre stringe ordigni esplosivi. Commenti e immagini blasfeme. Vignette che ritraggono minori fatti saltare in aria. Video che mostrano come fare-in-casa razzi dell’Isis, con le immagini che si intrecciano ai razzi fatti saltare in aria in città della Siria o dell’Iraq al grido di “Allah Akbar”. Post in cui esalta gli autori di stragi compiute negli Stati Uniti.
L’attentato alla macchina di santa Rosa
Finito in carcere il 12 marzo per fabbricazione e detenzione di materie esplodenti, dopo aver detto al suo compagno di cella di aver “intenzione di fare una strage di bambini”, di “ispirarsi al noto omicida Igor il Russo” e di aver “individuato gli obiettivi da colpire”, il capo d’accusa è stato riqualificato e aggravato in strage. Intanto i poliziotti della Digos hanno proseguito le indagini. E mentre passavano al vaglio cinquemila gigabyte di materiale informatico, si sono imbattuti in dei messaggi inquietanti e inequivocabili. Illarionov sarebbe il ragazzo che il 3 settembre del 2015 ha fatto esplodere un ordigno incendiario artigianale durante il trasporto della macchina di santa Rosa, e che fino ad allora era riuscito a farla franca. Da qui la nuova ordinanza d’arresto, per violazione della legge sulle armi.
Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
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