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Genova - Accelerazione della procura nell’inchiesta sui presunti reclutatori di miliziani

Mercenari filorussi nella guerra in Ucraina, arrestati sei neofascisti

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Operazione dei Ros - Mercenari italiani filorussi in Ucraina

Operazione del Ros – Mercenari italiani filorussi in Ucraina

Operazione dei Ros - Mercenari italiani filorussi in Ucraina

Operazione del Ros – Mercenari italiani filorussi in Ucraina

Operazione dei Ros - Mercenari italiani filorussi in Ucraina

Operazione del Ros – Mercenari italiani filorussi in Ucraina

Genova – Mercenari filorussi nella guerra in Ucraina, arrestati sei neofascisti. 

Accelerazione della procura di Genova nell’inchiesta sui presunti reclutatori di miliziani, mentre sui social circolano le foto che proverebbero la presenza del gruppo di estrema destra nel Donbass.

In un’operazione coordinata dalla procura di Genova sono state arrestate sei persone a Milano e nelle province di Avellino e Parma, colpite da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip di Genova per reati di reclutamento di mercenari e di combattimento in un conflitto armato estero.

Sono state eseguite, inoltre, perquisizioni nei confronti di altri sette indagati. Dall’inchiesta si è risaliti ad una struttura organizzata dedita al reclutamento e finanziamento di mercenari destinati a integrare le fila delle milizie separatiste filorusse nella regione del Donbass, tuttora teatro di scontri armati con le truppe del governo di Kiev.

Il nodo sarebbe la differenza tra il ruolo di mercenario, che è fuorilegge in Italia come stabilisce la convenzione Onu del 1989 ratificata nel 1995, e quello di contractor, sulla carta un professionista privato della sicurezza che è pagato per i suoi servizi senza partecipare attivamente ai conflitti.

 

Solo pochi giorni, il 26 luglio, Andrea Palmeri, storico capo degli ultrà della Lucchese, scriveva sul suo profilo Facebook: “Alcuni giorni fa, amici mentre scavavano una trincea hanno trovato una gavetta di un nostro ragazzo dell’Armir, Domicolo Nicola, 90º reggimento fanteria Salerno, numero matricola 12097”. Sarebbe la dimostrazione della presenza di mercenari italiani in Ucraina. 

“I reati contestati scaturiscono dalla violazione della convenzione internazionale contro il reclutamento, l’utilizzazione, il finanziamento e l’istruzione di mercenari, adottata dall’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York il 4 dicembre 1989 e ratificata dall’Italia con la legge nr. 210 del 1995”, si legge nelle carte prodotte dai Ros e dalla procura di Genova.

Pare tra l’altro che i sei arrestati di oggi sarebbero ancora in contatto con un sodalizio attivo che pubblicamente agiva nell’assistenza umanitaria verso le popolazioni del Donbass, vittime della guerra civile scoppiata nel 2014.

Da sottolineare, nelle indagini è stato scoperto come vi fossero anche soggetti che, inizialmente partiti alla volta dell’Ucraina con prospettive di lavoro come contractor, “una volta giunti in teatro di guerra avevano deciso di non arruolarsi nelle formazioni paramilitari filorusse. Un altro connazionale, invece, dopo una prima fase di ambientamento, aveva rinunciato ed era rientrato in Italia”.

I sospetti degli investigatori sarebbero cresciuti per una serie di foto che sono state pubblicate in periodi più o meno recenti dai diversi combattenti. Si mostrano con armi in pugno insieme ai militari foraggiati da Vladimir Putin. E poi ci sono numerosi viaggi compiuti negli ultimi anni.

Gli accertamenti sono partiti dalle perquisizioni di due giovani dai variegati percorsi tra Forza Nuova, CasaPound e gruppi skinhead, autori di scritte inneggianti al nazismo nello Spezzino. Mappando contatti e progressive ramificazioni, i carabinieri del Ros si sono imbattuti, come riportato dal Secolo XIX, in una serie di movimenti di neofascisti circoscrivendo i presunti mercenari. Nell’opinione di chi indaga hanno ricevuto un compenso per stare al fronte e sono considerati pericolosi per la dimestichezza che hanno con le armi mixata alla solidità dei rapporti internazionali. Da qui la necessità dei pm di velocizzare l’inchiesta. Secondo i magistrati l’attività di mercenari italiani è tuttora in corso: nell’ultimo triennio avrebbero lottato al fianco delle milizie filorusse.

 

 


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1 agosto, 2018

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