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Santa Rosa 2018 - Raffaele Ascenzi racconta il suo trasporto - Le emozioni dei protagonisti sul percorso di Gloria

“Un colpo al cuore le girate per mia sorella”

di Paola Pierdomenico
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Raffaele Ascenzi

Raffaele Ascenzi

Viterbo - Santa Rosa 2108 - Il trasporto di Gloria

Viterbo – Santa Rosa 2018 – Il trasporto di Gloria

Viterbo - Santa Rosa 2108 - Il trasporto di Gloria

Viterbo – Santa Rosa 2018 – Il trasporto di Gloria

Viterbo - Santa Rosa 2108 - Il trasporto di Gloria

Viterbo – Santa Rosa 2018 – Il trasporto di Gloria

Viterbo - Santa Rosa 2108 - Il trasporto di Gloria

Viterbo – Santa Rosa 2018 – Il trasporto di Gloria

Viterbo - Santa Rosa 2108 - Il trasporto di Gloria

Viterbo – Santa Rosa 2018 – Il trasporto di Gloria

Viterbo - Santa Rosa 2108 - Il trasporto di Gloria

Viterbo – Santa Rosa 2018 – Il trasporto di Gloria

Viterbo - Santa Rosa 2108 - Il trasporto di Gloria

Viterbo – Santa Rosa 2018 – Il trasporto di Gloria

Viterbo - Santa Rosa 2108 - Il trasporto di Gloria

Viterbo – Santa Rosa 2018 – Il trasporto di Gloria

Viterbo - Santa Rosa 2108 - Il trasporto di Gloria

Viterbo – Santa Rosa 2018 – Il trasporto di Gloria

Viterbo - Santa Rosa 2108 - Il trasporto di Gloria

Viterbo – Santa Rosa 2018 – Il trasporto di Gloria

Viterbo – Ascenzi: “La girata per mia sorella è stata un colpo al cuore”.  Rossi: “Un unico cuore che batte allo stesso ritmo”. Mecarini: I facchini hanno dimostrato di avere santa Rosa nel cuore e non solo sulle spalle”, Celestini: “I facchini sono stati una schioppettata”. Fiorillo: “Il trasporto più bello che abbia mai visto”. Le emozioni dei protagonisti sul percorso del trasporto della macchina di santa Rosa. Gloria ha tolto il fiato. Come ogni anno, più di ogni anno.


Gallery: L’emozionante trasporto di Gloria 


Per Raffaele Ascenzi è stato un trasporto speciale: “Ha rispecchiato l’armonia che si vive all’interno del Sodalizio e del gruppo si costruzione e progettazione. La macchina è stata tutto questo”. Quest’anno c’erano più luci  per “illuminare i timpani che in genere erano un po’ bui. Probabilmente il prossimo anno si potrà fare qualcosa dal punto di vista illumino-tecnico, ma ho in mente delle modifiche sostanziali. E’ una cosa molto difficile perché è un quadro finito per me, ma a grande richiesta, anche del mio cuore, la vedremo in maniera diversa”.

L’emozione più grande è stata “senz’altro la girata dedicata a mia sorella, un colpo al cuore, forse la girata più bella dei miei trenta anni nel sodalizio. La girata non finiva più e mi è arrivato tutto dentro”.

Sulla macchina c’è il nome della sorella Nicoletta, nel punto in cui viene posizionata la fiaccola: “Lei è sempre stata la macchina di santa Rosa e la ricordo così. Ho chiesto a tutti i ragazzi prima del trasporto di sollevarmi da questo peso, perché io da solo non ce l’avrei fatta. Ho sentito questo peso sollevarsi dalle spalle e una buona quantità di chili mi è stata tolta da loro. Alla fine, l’ho vissuta con mola tranquillità”.

Concentrato, esigente e sempre pronto a dare la carica, il capofacchino Sandro Rossi davanti alla macchina ha dato il meglio di sé tirando fuori il meglio dei facchini. “Il trasporto è andato benissimo. Siamo andati veloci e alle 23,05 siamo arrivati sotto. Ci siamo un po’ dilungati a piazza del Comune, poi prima il ministro Salvini e poi il presidente della Lazio Lotito col prefetto hanno fatto un passo insieme a noi.

Abbiamo fatto l’ultimo pezzo dove si restringe il Corso, poi la sosta a sant’Egidio e a piazza del Teatro. Infine la salita… che è meravigliosamente bella. In un attimo si arriva su da capo senza rendercene conto.

E’ un miracolo che tutti gli anni accade e non mi chiedete come. I ragazzi sono meravigliosi e stupendi che si lasciano trasportare dal loro capofacchino. In questi attimi in cui sono carchi farebbero di tutto per me e quando ho chiesto alle leve e alle corde di tirare, sentivo che davano il massimo e i colpi dei piedi sui sampietrini per quanta forza ci mettevano.

Questa è una soddisfazione, per me, per il Sodalizio e la città di Viterbo. Questo attaccamento all’unisono deve continuare. E’ indescrivibile e difficile da far capire. Non è facile ai giorni d’oggi vedere 220 persone che, al boschetto, si stringono l’una con l’altra. Vedere un unico cuore che batte allo stesso ritmo è una cosa impressionante che mette suggestione. Quando riesci ad accendere questa macchina con questa benzina puoi chiedere quello che vuoi. Questa è una squadra a cui puoi chiedere quello che vuoi”.

Parlando delle girate: “La dedica è ai facchini scomparsi che hanno vissuto fino a poco tempo fa insieme a noi e alla sorella di Raffaele che era legata a lui fin da quando è entrato nel Sodalizio. Sono convinto che avrebbe voluto fare la facchina, ma forse, per questione di forza, non ci è mai riuscita. Era unita a Raffaele per questo sentimento verso Santa Rosa ed erano un’unica essenza. La sua mancanza ci ha fatto un po’ male e ci ha fatto rattristare”. Poi ha ammesso: “Sono passati 12 anni e penso che un capofacchino meglio di me si presenti. E’ l’auspicio per questo Sodalizio,qualcuno che faccia meglio di quello che ho saputo fare io”.

Il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini, sul sagrato, si è lasciato andare a lunghi abbracci coi facchini e i costruttori: “E’ una grande gioia, ma c’è anche un po’ di malinconia per la fine della festa e per il fatto che bisognerà attendere 365 giorni per la prossima, a meno che non ci sia un trasporto eccezionale durante l’anno. I facchini sono stati strepitosi, il capofacchino encomiabile, e  tutti, dalle guide, agli addetti fino allo staff medico… Semo tutti d’un sentimento, davvero. Da ognuno, grande slancio e gioia senza sbavature. Sono soddisfatto, hanno faticato specie nella doppia girata o al Corso, ma sono preparati, atleti e tutti con santa Rosa nel cuore e non solo sulle spalle. Tanta gioia, i facchini il Sodalizio Viterbo e l’augurio che questa festa avesse ancora più clamore perché se lo merita”.

Sulla presenza di Salvini: “Non è mai successo che il ministro degli Interni stesse davanti alla guida della macchina. Con Salvini davanti è andata molto più forte. Un trasporto impeccabile. Grande pathos e grande partecipazione popolare”.

Da viterbese doc, Giovanni Arena,al suo primo trasporto da sindaco, ha mostrato grande attaccamento alla festa: “Nel corso degli anni – dice Arena – ho fatto tanti trasporti da amministratore. Questo, però, mi ha fatto tremare le gambe e mia ha riempito il cuore di gioia per aver avuto l’onore di rappresentare la città ed essere vicino ai facchini, al loro sforzo e al loro esempio di fedeltà alla santa.

Mi sono ricordato che, nel 1967, quando era sindaco mio padre, purtroppo ci fu il blocco del Volo d’Angeli in via Cavour. Un episodio triste per la storia della macchina. C’ho ripensato senza però soffermarmi su questo, ma sul fatto che lui ha provato le mie stesse emozioni. Questo ha dato un senso ancora più grande a quello che sto facendo.

Dedico la serata al ringraziamento che faccio a santa Rosa per avermi dato questa grande opportunità e avermi fatto vivere questa grande emozione da viterbese e amministratore che ama veramente questa città”.

Un susseguirsi di emozioni anche per il sindaco di Sassari Nicola Sanna e il consigliere delegato al comune di Palmi Giuseppe Magazù che fanno parte della rete della macchine a spalla: “Una grande vita di popolo. Le sensazioni sono fortissime e il cuore palpita di continuo – dicono -. Guardarla e vedere i facchini così ordinati e legati alla propria tradizione riempie il cuore. Queste tradizioni uniscono perché mantengono saldi i valori della città. Questa rete deve mantenersi nel tempo e deve essere sempre di più rafforzata”.

Tornano sotto la macchina anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, l’ex miss Italia Alice Sabatini e arriva il presidente della Lazio Claudio Lotito.

A piazza del Comune si entusiasma Lorenzo Celestini: “E’ un trasporto eccezionale e un passo in via Cavour favoloso, come si dice a Viterbo, i facchini sono stati una schioppettata. Bravi e preparati.

Questa novità delle luci, poi… sembra di stare nel passato e l’architetto è stato bravo”. Sulla doppia girata e la grinta di Rossi: “Mi hanno tremato un po’ le vene anche per le motivazioni dei due giri, giuste e importanti perché rivolte a chi non c’è più”. Impossibile non pensare a Nello: “Ci sta a guarda’. Oggi – rivela Celestini – tramite Febbraro, l’altro amico scomparso, gli ho detto di salutarmelo. Lui sicuramente è presente, sta qui e mi sembra di sentirlo, ‘Forza raga’, ‘nnamo che è tardi’. C’è sempre“.

Il costruttore Vincenzo Fiorillo parla con occhi soddisfatti: “Gloria ha risposto alla grande e con una formazione del genere non c’erano dubbi. I facchini hanno dato dimostrazione di grande abilità, anche in un tratto difficile come quello del Corso. Per loro, non ci sono ostacoli, il trasporto finora è stato eccezionale”. Riferendosi a Salvini: “Il ministro è una persona eccezionale che dimostra amicizia anche se lo incontri per la prima volta. Nell’essere felice che è qui, faccio una battuta, dicendo che c’ha creato dei problemi, perché effettivamente la folla lo acclama. Questo fa onore a lui e anche a noi perché è venuto a vedere la macchina di santa Rosa”.

Mirko Fiorillo, a fine trasporto, guarda Gloria: “E’ andata alla grande, è stato forse uno dei migliori trasporti che ho visto. Capofacchino e guide fantastici, così come i facchini. Tutto impeccabile, specie al Corso dove ha sfiorato i palazzi

E’ dal 20 agosto che stiamo dietro alla macchina: l’abbiamo pulita, revisionata, spolverata e controllata. La pioggia del 2 settembre ci ha fatto un po’ temere per l’accensione della fiaccola viva, però, è andata bene e comunque eravamo organizzati anche per quello”.

Il legame della sua famiglia con la santa è forte da anni: “Già da quando mio padre era dietro le quinte di Armonia celeste di Sensi e collaborava alle fasi di verniciatura, via via fino a diventare costruttori. Partiamo dalla gavetta e per noi è un orgoglio maggiore. La parte più emozionante è il primo “sollevate e fermi!” dove scarico tutta la tensione accumulata nei giorni precedenti. Dedico questo trasporto alle mie tre donne: mia mamma, mia figlia e mia moglie”.

A sostenere i facchini sotto la macchina non poteva mancare don Alfredo Cento: “E’ un clima ogni anno più bello e i ragazzi si sono superati nel canto “Mira al tuo popolo” alla Trinità. Dedico questa serata ai miei nuovi parrocchiani di Castiglione in Teverina”.

E poi c’è chi per la prima volta ha provato l’emozione di portare la divisa bianca del facchino. A Fabio Fasanari di 22 anni gli occhi brillano di gioia. “E’ bellissimo, bisognerebbe viverlo per sapere cosa si prova. Forse realizzerò domani. Ho sempre seguito la macchina da piazza del Comune, ma da sotto è un’altra cosa. Ho deciso di fare il facchino, perché facevo il minifacchino e mio padre è facchino. Quindi in famiglia la sento molto. Aspiro a diventare ciuffo, ora sto alle corde e la strada e lunga. Dedico questo trasporto a mio padre, per tante cose. Sono contento di portarla con lui“.

Paola Pierdomenico


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4 settembre, 2018

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