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Montalto di Castro - Violenza sessuale su minori - Rinviati a giudizio dal gup Paola Petti del tribunale di Civitavecchia due operai - A dicembre la prima udienza

Dodicenne vittima di abusi, in due a processo dopo cinque anni

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Il tribunale di Civitavecchia

Il tribunale di Civitavecchia

L'avvocato Matteo Moriggi

L’avvocato Matteo Moriggi

Montalto di Castro – (sil.co.) – Violentata da due pedofili a 12 anni, al via il prossimo 18 dicembre davanti al collegio del tribunale di Civitavecchia il processo a due romeni accusati di avere abusato della figlia di un connazionale.

La coppia, due operai che per un certo periodo avrebbero fatto perdere le proprie tracce, è stata rinviata a giudizio giovedì 25 ottobre dal giudice per le indagini preliminari Paola Petti. Nel frattempo sono passati cinque anni dai presunti abusi e la vittima è oggi una ragazza di 17 anni. 

La minore è figlia di un imprenditore d’origine romena residente con la famiglia sul litorale, nel territorio del comune di Montalto di Castro. I genitori, che dopo avere sporto denuncia si sono anche costituiti parte civile, sono assistiti dall’avvocato Matteo Moriggi del foro di Viterbo. 

Era il 2013 quando la piccola si sarebbe confidata per la prima volta con un’amica, raccontando di essere vittima di attenzioni a sfondo sessuale da parte dei due imputati, con i quali sarebbe venuta in contatto in quanto avrebbero lavorato occasionalmente per il padre e preso parte a occasioni di famiglia.

I presunti pedofili devono rispondere, di fronte al tribunale in composizione collegiale, di violenza e atti sessuali aggravati dalla minore età della vittima in concorso.

“Ci sono voluti cinque anni, una richiesta di archiviazione, un’opposizione, un doppio incidente probatorio e una perizia psicologica perché la minore venisse creduta”, ricorda Moriggi. “Una battaglia legale che solo la tenacia dei familiari ha potuto portare avanti – sottolinea il legale – nonostante i momenti di amarezza e scoraggiamento,  a fronte di decine e decine di udienze. Ma i genitori non hanno smesso un minuto di credere alla figlia, senza tralasciare nulla perché potesse avere giustizia”.

Una vicenda travagliata. Gli indagati finirono sotto inchiesta per violenza sessuale e anche per sfruttamento della prostituzione minorile perché, secondo l’accusa, oltre ad approfittare della minore, l’avrebbero anche ceduta a pagamento ad altri uomini. Il fascicolo fu quindi assegnato alla Dda di Roma, competente per quest’ultimo reato. La procura distrettuale antimafia non avrebbe però trovato riscontri all’ipotesi di sfruttamento della prostituzione minorile, chiedendo l’archiviazione, cui si sono opposti i genitori.

Il caso è stato riaperto, per la sola accusa di violenza sessuale su minore, presso il tribunale di Civitavecchia. Si è così arrivati all’inizio del 2017 quando, per cristallizzare i ricordi della vittima, è stato disposto l’incidente probatorio sulla minore che, nel frattempo sedicenne, avrebbe confermato ad uno ad uno tutti gli abusi.  

Infine un ulteriore passaggio. Il tribunale ha disposto, sempre in sede di incidente probatorio, anche una perizia psicologica per stabilire l’attendibilità della presunta parte offesa e se fosse in grado di testimoniare. L’ultimo atto di una vicenda infinita che, alla vigilia di Natale dell’anno scorso, ha dato ragione a quelle prime confidenze fatte cinque anni fa dalla dodicenne a un’amica e poi ai genitori.


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2 novembre, 2018

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