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Viterbo - In via Bonaventura Tecchi - Una delle parrocchie più grandi della città

La chiesa di Villanova circondata da pozzanghere e monnezza

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Viterbo - Il quartiere Villanova

Viterbo – Il quartiere Villanova

Viterbo - La chiesa di Villanova

Viterbo – La chiesa di Villanova

Viterbo - La bandiera del Vaticano al quartiere Villanova

Viterbo – La bandiera del Vaticano al quartiere Villanova

Don Emanuele Germani

Don Emanuele Germani

Viterbo - Lo stadio parrocchiale di Villanova

Viterbo – Lo stadio parrocchiale di Villanova

Viterbo - Il quartiere Villanova

Viterbo – Il quartiere Villanova

Viterbo - Il quartiere Villanova

Viterbo – Il quartiere Villanova

Viterbo - Il quartiere Villanova

Viterbo – Il quartiere Villanova

Viterbo - Il quartiere Villanova

Viterbo – Il quartiere Villanova

Viterbo – (dan.ca.) – Sul ponte sventola bandiera gialla. L’impalcatura sta a Villanova, Viterbo. In via Bonaventura Tecchi. Attorno, uno dei complessi parrocchiali più grandi della città, con tanto di stadio e d’oratorio. La bandiera è infatti quella del Vaticano, sventola in cima a una costruzione tirata su di recente. A lato, la chiesa dei Santi Ilario e Valentino, circondata in questi giorni da acque tutt’altro che benedette.


Fotogallery: La parrocchia di Villanova circondata da pozzanghere e monnezza


Sono quelle delle pozzanghere, grosse come un laghetto da pesca, che quando piove si formano nel parcheggio dell’oratorio, e davanti alla chiesa di don Emanuele Germani, giovane prete poco più che trentenne. A Villanova, quartiere a nord di Viterbo, con il liceo Orioli e il cimitero San Lazzaro a far da porta, e la Cassia da confine. Simbolo, assieme a Santa Barbara lungo la Teverina, d’una città residenziale fuori le mura finita però coll’essere schiacciata a settentrione dall’espansione edilizia degli anni ottanta e novanta.

Domenica mattina, in via Bonaventura Tecchi è tutta una pozza d’acqua. Si fa fatica a non uscirne con le scarpe fradice. Lungo la strada, affianco alla chiesa, roba buttata in giro, bottiglie, erbacce che non dovrebbero esserci e il cane che s’è scordato un pezzo. La confusione delle macchine fuori la chiesa, una delle parrocchie più grandi in uno dei quartieri più popolosi, completano il quadro.

“Strade sporche, situazione di abbandono – si lamentano le persone che vanno alla messa delle dieci e mezza -. Qui non viene nessuno da tempo a dare una pulita attorno alla chiesa dove però vengono svolte attività sociali importanti durante tutta la settimana”.

Don Emanuele Germani è diventato in poco tempo il prete della rinascita di un quartiere che negli anni scorsi era stato invece messo ai margini della vita cittadina. Giovane sacerdote di Latera, è anche portavoce del vescovo Lino Fumagalli. Poco fa ha ristrutturato la chiesa da cima a fondo. Non commenta. La sua è una parrocchia molto attiva sul territorio grazie al lavoro fatto con l’oratorio e la lotta contro la povertà in sinergia con la Caritas. Lì vicino anche l’istituto superiore “Francesco Orioli”, da sempre un punto di riferimento per l’intero quartiere.

Un quartiere di frontiera. Con Santa Barbara e l’Ellera formano una specie di cintura urbana al di là della quale si va verso Siena in Toscana, una realtà distante anni luce dalla Tuscia. Un’area urbana che ha finito con l’inghiottire la zona del Poggino passata di fatto da industriale a urbana, con le stesse difficoltà e gli stessi bisogni di un quartiere residenziale che però non ha residenti ma solo attività economiche dove però uno passa la vita. Tra orari impossibili e traffico imprevisto.

Una zona dove le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno cercato in qualche modo di raccapezzarsi tra grandi centri commerciali e rotatorie.

In mezzo a un tessuto urbano, che a nord della città negli ultimi anni si è ampliato in modo esponenziale, il mondo del sociale fatto di associazioni, scuole e parrocchie. Tra queste anche la parrocchia di Villanova, a nord di Viterbo. Che, con altri, tiene insieme un quartiere. Circondata però dalla monnezza e da fossati d’acqua. Laddove invece la competenza è tutta laica, dell’amministrazione. 

Daniele Camilli


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2 novembre, 2018

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