Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
    • Facebook
    • Twitter
    • LinkedIn
    • Google Bookmarks
    • Webnews
    • YahooMyWeb
    • MySpace
  • Stampa Articolo
  • Email This Post

Lettere - Scrive Luciano Passini

“I padri carmelitani lasciano il convento di Caprarola?”

Condividi la notizia:

Caprarola

Caprarola

Caprarola – Riceviamo e pubblichiamo –  Nei prossimi giorni a Caprarola potrebbe succedere un avvenimento quasi di portata storica. Ormai da parecchi mesi si parla con insistenza del fatto che i padri Carmelitani del convento di San Silvestro potrebbero lasciare Caprarola. Non che sia la prima volta, infatti già agli inizi del ‘900, a seguito della legge del 1866 sulla soppressione degli ordini religiosi, i frati Francescani furono mandati via dal loro convento di San Francesco che poi, lasciato sconsideratamente in stato di semiabbandono dal comune, venne abbattuto negli anni ’60 per costruire un palazzo di abitazioni civili. Ma in quel caso i frati furono costretti ad andarsene, mentre oggi, al contrario, i padri se ne andrebbero per volontà dei loro stessi vertici, lasciando il loro splendido convento e la monumentale chiesa di Santa Teresa in perfette condizioni.

Ma per capire la portata dell’evento storico dobbiamo tornare indietro nel tempo. Poco prima del 1620 il cardinale Odoardo Farnese, la cui famiglia dominava Caprarola, decise di finanziare la costruzione di un convento per i religiosi carmelitani, dotandolo di tutto il necessario per il suo funzionamento e di un capitale per il sostentamento. Il convento dedicato a San Silvestro e la relativa chiesa di Santa Teresa, venne fondato nel 1621 e terminato dopo pochi anni.

Nel volume ove sono raccolti gli atti di fondazione (c.d. Strumenti di fondazione del convento), intitolato “Istrumenti Delle Donazioni e Rendite o Dotazioni fatte dall’E.mo cardinale Odoardo Farnese a questo nostro convento di Caprarola”, leggendo il primo di questi atti, datato 28 maggio 1621, si capisce la volontà espressa dal cardinale e cioè che qualora i Frati Carmelitani avessero lasciato il convento, per qualsiasi motivo, il convento stesso, la chiesa, tutti i beni mobili, le rendite ed arredi sacri sarebbero tornati nella totale disponibilità degli eredi Farnese, i quali avrebbero dovuto assegnarli, alle medesime condizioni, ad un altro ordine religioso.

Qui sorge un altro problema di natura storica: ma, attualmente, chi sono gli eredi dei beni Farnesiani? Nel 1731 la dinastia Farnese si estinse poiché l’ultimo duca, Antonio Farnese, non ebbe figli maschi lasciando erede universale la nipote, Elisabetta Farnese, che nel frattempo aveva sposato Filippo V di Borbone re di Spagna. Elisabetta si preoccupò di trasferire l’asse ereditario farnesiano al suo primogenito Carlo di Borbone, che divenne re di Napoli, trasmettendo quindi tutti i beni farnesiani a quella dinastia reale. Quindi, in buona sostanza, gli attuali proprietari del convento e di tutti gli immobili pertinenti sono i pretendenti al trono del regno di Napoli e di Sicilia.

Lo stato italiano, con la legge di soppressione degli ordini religiosi, pretendeva di incamerare tutti i beni del convento ma i Borbone opposero delle forti resistenze riuscendo a dimostrare di essere gli effettivi proprietari ed i frati soltanto gli usuari. Quindi dopo lunghe trattative si arrivò agli atti di transazione con retrocessione di stabili del 1877 nei quali, in sintesi, lo Stato riconosceva la proprietà dei Borbone per tutto il complesso conventuale, chiesa, casina e terreni circostanti, ad eccezione dei mobili e arredi della chiesa, nonché di tutte le opere d’arte presenti nel complesso conventuale i quali, se la chiesa dovesse essere chiusa al culto, sarebbero entrati della disponibilità allo stato. I Borbone rinunciavano al capitale investito dai Farnese e relative rendite.

Ma tornando alla situazione attuale, in considerazione della carenza di vocazioni e conseguente scarsità di frati carmelitani, sembra che l’ordine Carmelitano non riesca più a provvedere al mantenimento ed al costante utilizzo del convento di Caprarola, da questo la decisione di lasciarlo e quindi rimetterlo nella piena proprietà dei Borbone che, dal canto loro, come previsto dal loro antenato dovranno decidere di assegnarlo ad un nuovo ordine religioso. Ovviamente questa non è cosa da poco dato che nella condizione dei carmelitani, chi più chi meno, si trovano quasi tutti gli altri ordini religiosi.

Non bisogna sottovalutare la volontà della popolazione di Caprarola, ormai da secoli legata ai padri carmelitani da indissolubili vincoli di amicizia e di religiosa devozione e che vede di cattivo grado questo allontanamento, quasi come fosse una specie di “tradimento”. Per questo motivo l’amministrazione comunale ha avviato una raccolta di firme per dimostrare ai vertici carmelitani il disappunto della popolazione.

Si riuscirà ad arrivare ad una soluzione positiva per questa spinosa faccenda?

Luciano Passini


Condividi la notizia:
6 novembre, 2018

                               Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564Informativa GDPR

Test nuovo sito su aruba container http://tst.lavelina.eu/tag/renzo-trappolini/