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Viterbo - Padre Olivier De Alcantara della chiesa di San Marco durante la messa per i caduti della Repubblica sociale italiana

“Ricordiamo chi ha combattuto per il bene del popolo e i bei tempi che furono”

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Viterbo - Messa per i caduti della Repubblica sociale italiana

Viterbo – Messa per i caduti della Repubblica sociale italiana

Viterbo - Messa per i caduti della Repubblica sociale italiana - Padre Olivier De Alcantara

Viterbo – Messa per i caduti della Repubblica sociale italiana – Padre Olivier De Alcantara

Viterbo - Messa per i caduti della Repubblica sociale italiana

Viterbo – Messa per i caduti della Repubblica sociale italiana

Viterbo - Messa per i caduti della Repubblica sociale italiana - Silvano Olmi

Viterbo – Messa per i caduti della Repubblica sociale italiana – Silvano Olmi

Viterbo - Messa per i caduti della Repubblica sociale italiana - Romano Sini

Viterbo – Messa per i caduti della Repubblica sociale italiana – Romano Sini

Viterbo – “Ricordiamo chi ha combattuto per il bene del popolo, ricordiamo i bei tempi che furono”. Padre Olivier De Alcantara, vicario della parrocchia di San Marco, lo ha detto dall’altare della chiesa di piazza del Teatro, durante la messa, celebrata ieri pomeriggio, per i caduti della Repubblica sociale italiana.

Con Rsi, o Repubblica di Salò, si indica il regime voluto dalla Germania nazista e guidato dal duce Benito Mussolini per governare parte dei territori italiani controllati militarmente dai tedeschi dopo l’armistizio di Cassibile, borgo in provincia di Siracusa. L’accordo, firmato segretamente dal generale italiano Giuseppe Castellano, su delega di Pietro Badoglio, e dal generale statunitense Walter Bedell Smith, una volta reso pubblico, ha provocato le reazioni di Adolf Hitler. L’atto ha infatti sancito la resa del Regno d’Italia agli alleati della seconda guerra mondiale. Cessate le ostilità verso gli alleati, è iniziata la Resistenza italiana contro il nazifascismo.

La Repubblica sociale italiana, nata nel settembre del ’43, è finita nell’aprile del 1945. Il 29 aprile del 1945, per la precisione, quando con la Resa di Caserta le forze armate nazifasciste in Italia sono state definitivamente sconfitte.

La messa per ricordare i caduti dell’Rsi, a cui ieri hanno partecipato circa 25 persone, viene celebrata annualmente. “Come ogni hanno – ha anticipato Romano Sini, presidente provinciale dell’Unione nazionale combattenti dell’Rsi – ricordiamo con la messa i nostri caduti e i dispersi di guerra. Migliaia di uomini e donne, che sacrificarono la loro giovinezza per un ideale. Soldati dell’onore, caduti in combattimento o vigliaccamente trucidati a guerra finita, vittime innocenti dell’odio fratricida”.

La messa, per quanto riguarda la funzione, è stata tradizionale, con la lettura del Vangelo prevista per domenica 28 aprile. Prima della conclusione della celebrazione una donna, dall’altare e con la voce rotta dalla commozione, ha recitato una poesia. Silvano Olmi, dall’ambone, ha invece letto la preghiera del legionario. “Iddio, che accendi ogni fiamma e fermi ogni cuore, rinnova ogni giorno la passione mia per l’Italia. Rendimi sempre più degno dei nostri morti, affinché loro stessi, i più forti, rispondano ai vivi: Presente. Nutrisci il mio libro della tua saggezza e il mio moschetto della tua volontà. Fa più aguzzo il mio sguardo, più sicuro il mio piede sui valichi sacri della patria. Sulle strade, sulle coste, nelle foreste e sulla quarta sponda che già fu di Roma. Quando il futuro soldato mi marcia accanto nei ranghi, ch’io senta battere il suo cuore fedele. Quando passano i gagliardetti e le bandiere, che tutti i volti si riconoscano in quello della patria. La patria che faremo più grande portando ognuno la sua pietra al cantiere. O Signore, fa della tua croce l’insegna che precede il labaro della mia legione. E salva l’Italia, l’Italia del Duce, sempre nell’ora di nostra bella morte. Così sia”.


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29 aprile, 2019

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