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Viterbo - Mauro Rotelli, deputato FdI, tira le somme della tornata elettorale e guarda al ballottaggio a Civita e Tarquinia, con un occhio alla situazione a palazzo dei Priori

“Cresciamo ovunque pure nel capoluogo, nonostante gli scossoni in comune”

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Mauro Rotelli

Mauro Rotelli

Viterbo – “L’ultima tornata elettorale è da record per Fratelli d’Italia”. Mauro Rotelli, deputato FdI, tira le somme dopo il voto del 26 maggio e guarda ai prossimi appuntamenti. Il ballottaggio a Civita Castellana e Tarquinia e poi, il tagliando al comune di Viterbo.

Rotelli, un primo bilancio sulla doppia tornata elettorale per Fratelli d’Italia. Com’è andata?
“Le Europee per noi rappresentano un record e alle amministrative nella Tuscia è andata ancora meglio. FdI a Tarquinia e Civita Castellana è a doppia cifra, abbiamo superato il 10%. In tutti i comuni siamo in forte crescita. In generale è andata molto bene per il centrodestra, nei 25 centri che hanno già una nuova amministrazione. Per quanto ci riguarda, a Tuscania ricordo la valanga di preferenze a Liberati, 690, Riglietti a Tarquinia 269 o Cataldi a Civita Castellana, 208. Anche alle europee abbiamo ottenuto risultati a doppia cifra a Orte, Montefiascone. Sono il segnale di un partito che nella Tuscia non è a macchia di leopardo, ma presente ovunque e inclusivo. Mi è piaciuta la campagna elettorale che ha messo insieme assessori e consiglieri comunali di Viterbo, Daniele Sabatini, Giampieri di Civita Castellana, Ceccarelli di Montefiascone. Abbiamo trovato gente che si era persa nei meandri post Pdl e post An”.

Ha pesato non avere un candidato FdI locale alle europee?
“Noi portavamo Procaccini, che ha ottenuto 50mila preferenze ed entrerà in parlamento, al posto di Giorgia Meloni che era capolista. Avere un europarlamentare significa molto e noi ne abbiamo sentito la mancanza. Un riferimento in parlamento per artigiani, agricoltori e imprese, è importante. Io conosco Nicola Procaccini da 25 anni e sarà molto d’aiuto. Non avere un nome in lista del territorio un po’ ci ha penalizzati, ma abbiamo preferito puntare su un candidato con possibilità di farcela”.

FdI cresce ma senza strafare o in modo eclatante.
“Da quando siamo nati, a livello nazionale la crescita è stata costante. Senza performance gigantesche. Non è che non ci piacerebbero… la nostra è una crescita ragionata, con gente che si avvicina al progetto perché gli piace. Pure gli scossoni che ci sono stati a livello comunale nel capoluogo non hanno determinato disaffezione. A Viterbo sfioriamo il 10%, è buono, considerando anche la crescita importante della Lega”.

A proposito di Viterbo, le elezioni sono passate, adesso che succede in comune?
“L’avevamo detto che ci sarebbe stato un momento di check, una verifica della situazione. Se tutti nel centrodestra arriviamo consapevoli della propria forza e non con strutture del passato sulle spalle, si può ragionare e dare risposte alla città”.

Tra meno di due settimane il ballottaggio a Civita Castellana e Tarquinia. FdI sostiene i due candidati sindaco, con coalizione diverse e un centrodestra diviso. Con la Lega in un caso e in contrapposizione nell’altro e Forza Italia ai margini. Come andrà?
“Basandomi sul primo turno, a Civita Castellana la vittoria è più alla portata, anche se al secondo si riparte da 0 a 0, nulla è scontato. A Tarquinia c’è una situazione aperta, vincerà chi realmente sarà in grado di mettere in campo la proposta più inclusiva. Abbiamo sostenuto Moscherini proprio per questo. Lì c’è bisogno di una rinascita”.

A Civita Castellana Franco Caprioli, il candidato della Lega che avete sostenuto, è arrivato vicino alla vittoria al primo turno. Con il centrodestra al completo sarebbe cambiato qualcosa?
“Il nostro passo indietro rispetto alla candidatura di Alberto Cataldi che avevamo messo in campo, andava in questa direzione e l’esito ci dà ragione. Con il centrodestra al completo si poteva chiudere al primo turno, se qualcuno non avesse fatto altri ragionamenti. Arroccarsi non serve, le situazioni cambiano, niente rimane uguale e occorre avere la capacità di adeguarsi. Questo è un ragionamento che faccio anche in generale”.

Come valuta la crescita imponente della Lega?
“Come responsabile della comunicazione FdI ho monitorato tutti i canali e c’è stato l’assoluto dominio di Matteo Salvini, per lui c’è stato un voto d’opinione sostanzioso. Credo che la gente abbia premiato la concretezza, proposte semplici da comprendere e individuare, rispetto al Movimento 5 stelle, dove tutto sembra più complicato e farraginoso”.

Lei che è in parlamento, che aria si respira, il governo dura?
“Sono qui da un anno, non è facile comprendere. A me sembra che gli strascichi siano più che altro dentro il Movimento 5 stelle. Alla camera sono 210, numeri che si sono ribaltati rispetto a fuori. C’è disorientamento, con pure la leadership di Di Maio messa in discussione”.

Giuseppe Ferlicca


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31 maggio, 2019

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